Il test della nonna (“Ti sei mai ubriacato?”) è un modo molto semplice di dirsi la verità su un problema che da tempo è un’emergenza: l’alcol.
Mia nonna infatti sosteneva che chi si ubriacava per divertirsi non era che un coglione. Non so se avesse o no ragione, ma oggi molti giovani si ubriacano regolarmente, si incomincia a bere sempre più presto. Si potrebbe pensare che, come accadeva una volta nelle osterie, il fenomeno sia limitato alle classi più povere della società, ma è interessante notare che anche in prestigiose università, nei week-end, studenti modello non sanno fare di meglio che ubriacarsi. Non si può pertanto parlare di cultura o di ceto sociale: tutti sono a rischio alcol, probabilmente perché l’alcol non fa altro che sottolineare un’assenza di valori, un degrado morale o comunque un vuoto esistenziale (se hai bisogno di un bicchiere per “sentirti bene” sei messo veramente male…).
Chi non ha meglio da fare che ubriacarsi ha sostanzialmente una vita vuota, senza nessun interesse per cui valga la pena rimanere lucidi per viverlo al meglio.
La colpa però non è solo dei giovani. Molti genitori sono continuativamente vicini all’alcol, senza mai eccessi, ma senza nemmeno perdere l’occasione di tornare un po’ alticci da una festa da amici o in occasioni importanti. La loro maturità li porta a non esagerare con la razionalmente stupida regola del semel in anno licet insanire. Di fatto sono un esempio devastante per i giovani che vogliono trovare un alibi al loro vizio: “se lo fa un mio genitore perché non posso farlo io? Tanto poi smetto quando voglio”.
Il punto è proprio il “quando voglio”: ogni sbronza è un insulto irreversibile al nostro corpo, al nostro fegato (vedasi il nostro articolo sulla cirrosi epatica) o al nostro cervello. Come molti fumatori smettono dopo aver visto lo stato dei polmoni di un fumatore (vedasi Fumo: perché smettere!), così molte persone dedite all’alcol (non li chiamiamo alcolizzati, ma sono tutti coloro che diventano alticci una volta o più al mese) dovrebbero smettere dopo aver visto le risonanza del cervello di soggetti dediti all’alcol.
In questa immagine di risonanza magnetica encefalica, la tonalità di colore blu indica il livello di attività cerebrale. Sul lato destro si può vedere un cervello danneggiato. Nelle zone nere, il cervello è totalmente inattivo. Si nota, inoltre, che nelle zone blu attive che funzionano ancora c’è una generale diminuzione di luminosità: anche la funzionalità dei neuroni che sono ancora attivi risulta compromessa.
Non pensate che il problema riguardi solo gli alcolizzati, per arrivare in questo stato il processo è graduale:
ogni ubriacatura annerisce il tuo cervello.
Per approfondire:
Risposte al test della nonna
No – Bravo!
Sì, ma non ripeterò l’esperienza – Bravo, riesci a imparare dai tuoi errori.
Sì e probabilmente succederà ancora – Poveretto!