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Test della personalità

I test della personalità sono progettati per definire la personalità del soggetto in esame. Alcuni misurano solo un aspetto della personalità (monofasici), altri diversi (multifasici). Ogni test è accompagnato da una metodica di valutazione che ovviamente non ha una validità universale. Per questo moltissimi sono i test proposti e anche in ambito professionale sono qualche decina quelli utilizzati.

Nella prima parte dell’articolo è esposto un breve riassunto della teoria di questi test; nella seconda è descritto il test della personalità di Albanesi, uno strumento moderno, scientifico ed efficiente. Dopo la spiegazione del test e l’illustrazione delle regole per effettuarlo al meglio, troverete il pulsante che consente di implementare il test di Albanesi online.

I test della personalità possono essere obiettivi (anche se il termine è un po’ pretenzioso) e proiettivi. I test obiettivi (detti anche strutturati) sono basati su stimoli univoci quasi sempre rappresentati da domande a risposta singola, multipla o che richiede una percentuale di adesione alle varie possibili risposte. Non si deve confondere “obiettività” con universalità: il test è obiettivo perché sono molto precisi i punteggi attribuiti alle risposte del soggetto.

I test proiettivi cercano invece di cogliere processi spontanei del soggetto. Notissimo è il test di Rorschach che si basa su 10 tavole, su ciascuna delle quali è presente una macchia d’inchiostro simmetrica (monocromatica, bicolore o colorate). Le tavole sono sottoposte all’attenzione del soggetto una alla volta e, per ognuna, e senza alcun limite di tempo, gli viene chiesto di esprimere ciò cui secondo lui la tavola somiglia.

Test della personalità – Albanesi (2022)

Il Test della Personalità di Albanesi (2022) è un test basato sulla teoria della personalità elaborata e perfezionata da R. Albanesi (2010-2022). In breve, ognuno di noi è una somma pesata delle varie personalità elementari. Quando il “peso” di una personalità supera certi livelli (soglie), si ha un soggetto “non equilibrato” e, in genere, (a meno di grandi condizioni facilitanti) un decadimento della qualità della vita. Spesso questo decadimento è anche correlato alla condizione di felicità/infelicità esistenziale del soggetto.

Il test si avvale dell’enorme numero di feedback ricevuti tramite la Rete. Si tratta infatti di un test

  • anonimo
  • online
  • veloce (anche con molta riflessione è sufficiente un’ora per terminarlo)
  • efficiente (esaminare un soggetto per mesi/anni per capire cosa non va nella sua vita, non è che sia molto utile).

Si compone di 85 domande a risposta chiusa. Per ogni domanda è proposto un numero limitato di risposte che, nel limite del possibile, esauriscono tutte le principali possibilità.

Nel 2022 il test è arrivato alla terza versione del gioco, ormai riconosciuto anche dagli addetti ai lavori (vedi il sito Psicologi e psicoterapeuti). La terza versione ha ulteriormente migliorato l’interfaccia. La quarta versione  si propone di allargare lo spettro delle domande massimizzando comunque ulteriormente la sensibilità e specificità del test.

Nel Test della personalità di Albanesi si usano 85 domande; se ciò appare banale, che dire del test di Rorschach (consiste in una serie di dieci macchie preparate dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach; aveva osservato che il modo di percepire dell’individuo è in rapporto alla sua personalità) oppure del T.A.T. (Thematic Apperception Test, elaborato da Morgan e Murray per misurare i diversi “bisogni psicologici” e consistente di una serie di 20 tavole)?

test della personalità

Lo sviluppo del test della personalità incominciò nel XIX secolo grazie a psicologi come il tedesco Hermann Ebbinghaus, il francese Alfred Binet e l’americano Lewis Terman

Test della personalità di Albanesi – Domande comuni

Qual è la differenza con i test dei giornali femminili? – La stessa che passa fra un modello alimentare serio e l’ennesima dieta in una paginetta del giornale considerato: il tempo speso per studiare, sintetizzare, elaborare.

I test dei giornali femminili sarebbero serissimi se solo fossero stilati con maggiore complessità e senza la paura di perdere audience (le risposte sono sempre “addolcite”, a differenza di quelle del test di personalità di Albanesi); nel test di personalità di Albanesi si deve rispondere a 200 domande, non a dieci.

Del resto, anche psicologi e psichiatri ufficiali sono in grado (o pensano di esserlo) di delineare la personalità di un soggetto dopo un colloquio di un’oretta e per rispondere a tutti i livelli del test di personalità di Albanesi ci vuole molto più di un’ora.

Si pensi alla prova di Rorschach. Il soggetto deve fornire un’interpretazione a dieci macchie di inchiostro: nonostante la sua semplicità è una tecnica psicodiagnostica con dignità scientifica perché in essa sono stati convogliati anni di ricerche e di studi.

Perché si usa l’espressione personalità critiche? – Se si ha una personalità critica, la propria visione del mondo ci espone ai tanti problemi della vita: se si è fortunati sono piccoli problemi, se si è sfortunati sono disastrosi.

La “brutalità” della terminologia è voluta. È qualcosa che resta dentro comunque. Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità dei violenti, forse la prossima volta eviterà di dare un inutile scapaccione al figlio.

Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità dei romantici, forse la prossima volta eviterà di impelagarsi in una relazione tormentata, tipica di un feuilleton ottocentesco.

Se una persona è ritenuta “critica” nella personalità degli irrazionali, forse, prima di farsi fregare dai tanti truffatori che ci sono in giro, ci penserà su due volte.

Che cosa provoca il superamento della soglia di pericolo a un determinato livello? – A un determinato livello ognuna delle possibili risposte ha un peso diverso e per essere giudicati “critici” occorre un punteggio così alto che devono essere considerate decisamente negative almeno cinque risposte. Questo è un “plus” del gioco. Se uno è giudicato un romantico è molto difficile che non lo sia.

Che riscontri ha con una normale valutazione psicologica? – Abbiamo sperimentato il test con circa 400 soggetti, esaminati prima con un colloquio che tendeva a classificarli in una delle personalità proposte. Il margine di errore del gioco (errore relativamente al colloquio, ma chi può dire con certezza che il colloquio fosse più preciso del test?) è stato inferiore al 4%.

Perché alcune domande sono ripetute all’interno del gioco? – Per verificare il livello di affidabilità di chi gioca (se le risposte sono completamente diverse, si può supporre che il giocatore risponda a caso) e il suo grado di coerenza (se le risposte sono leggermente diverse).

Regole del test

  1. Per passare alla domanda successiva premere il pulsante Avanti. Si possono scorrere le domande anche Indietro (per un’eventuale correzione). Per salvaguardare la spontaneità delle risposte, si consiglia di non abusare della possibilità di modificare una risposta già fornita. Prestare la massima attenzione nella risposta scelta, riflettendo con calma su ogni domanda.
  2. Con il pulsante Ricomincia, il test viene ripreso dall’inizio. Per tale motivo è consigliabile eseguire il test in tutta tranquillità, avendo almeno 45′ di tempo per dare risposte sensate e significative ai fini del risultato finale.
  3. Le domande vengono presentate secondo una sequenza casuale, per cui, rifacendo più volte il test, verranno presentate in ordine sempre diverso.
  4. Alla fine del test verrà segnalata l’eventuale presenza di personalità critiche.

NON BARARE! L’obiettivo del gioco non è di essere promossi in tutti i livelli, ma stabilire la personalità! Quindi non rispondere per superare i livelli, ma dare risposte sincere che indichino i propri reali comportamenti. Rispondere come si è, non come “si vorrebbe essere”.

IMPORTANTE – Se, rispondendo sinceramente, non si ottiene una valutazione sufficiente è inutile rifare il test cercando le domande giuste per essere promossi. Si deve lavorare sulle proprie personalità critiche per migliorare la propria vita. Il test serve come punto di partenza per un viaggio verso una vita migliore (ved. La felicità è possibile), non è un punto d’arrivo.

NON TROVO LA RISPOSTA! – Per ogni domanda è proposto un numero limitato di risposte che, nel limite del possibile, esauriscono tutte le principali possibilità. Può darsi che non sia presente la risposta che si desidera. In tal caso si verifichi che non ce ne sia una simile. L’atteggiamento mentale corretto non è quello di cercare la propria risposta, ma quello di essere di fronte a cinque persone ognuna delle quali esprime un giudizio: scegliere quella con la quale si è più in sintonia. La mancanza di una “propria” risposta non inficia il risultato del test poiché il test non vuole determinare esattamente il livello di una condizione psicologica (per esempio quanto una persona è debole), ma se si è superato il livello di attenzione (se cioè la persona è “debole”); tale livello può essere determinato anche se il soggetto sceglie fra le varie possibilità quella più vicina al suo modo di sentire.

 

INIZIO DEL TEST

 

Le statistiche del Test della personalità di Albanesi

La versione 2 del test è stata attiva dal gennaio 2014 al luglio 2017 e ha raccolto circa 29.000 prove complete; la versione 3 è stata attiva dal luglio 2017 al luglio 2019 e ha raccolto circa 31.000 prove. Negli ultimi 12 mesi (fino al luglio 2020, versione 4) abbiamo raccolto ben 32.899 prove complete.

Il campione ha una certa rilevanza statistica perché, a differenza degli anni precedenti, è diminuito drasticamente il numero dei follower abituali del sito (ora circa il 10% del traffico, follower che probabilmente non hanno ripetuto il Gioco, magari provato nelle versioni precedenti), essendo ora il traffico per il 90% rappresentato da persone che arrivano tramite ricerche in Google. Si potrebbe sempre obiettare che la cultura media di chi arriva è superiore a quella della media della popolazione, ma ciò può aver rilevanza solo per alcune personalità critiche.

Se con la versione 3 è risultato equilibrato il 7,18% dei “giocatori”, con la versione 4 tale percentuale si è ulteriormente abbassata, di fatto eguagliando piccoli test fatti su campioni statisticamente molto affidabili.

Ecco i risultati.

Sopravviventi81,31%
Violenti60,07%
Insufficienti53,85%
Patosensibili53,45%
Irrazionali51,84%
Apparenti46,59%
Inibiti41,00%
Vecchi39,67%
Romantici39,13%
Insoddisfatti37,01%
Fobici33,86%
Semplicistici32,48%
Svogliati29,60%
Dissoluti29,45%
Deboli26,13%
Mistici22,18%
Contemplativi17,92%
Indecisi16,82%
Insofferenti14,61%
Statici6,62%

Poiché la percentuale dei sopravviventi è tragicamente alta, l’81,31%, al massimo circa il 19% sarebbe equilibrato. Dall’analisi completa dei dati risulta che per la versione 4 abbiamo:

5,51% dei soggetti: equilibrato

Numero di personalità critiche medio per i soggetti non equilibrati: 3,6.

Poiché si partiva da un 19% di non sopravviventi, quasi il 30% dei non sopravviventi è equilibrato, a riprova del fatto che la personalità critica che si origina più facilmente dai condizionamenti familiari, sociali e religiosi è quella del sopravvivente, cioè del Fantozzi di turno. Anche chi ha buone condizioni facilitanti non rinuncia a sopravvivere, magari da 7, quando potrebbe aspirare, se non a 10, a un bel 9.

Poiché sono alte anche le percentuali di altre personalità critiche, si può supporre che ciò che rende insoddisfatte molte persone con personalità sopravvivente sia la presenza di altre personalità critiche.

Il commento alle varie personalità

Svogliati – Lo svogliato non ha una sufficiente forza di volontà anevrotica. Circa il 30% della popolazione è svogliata e ciò ha gravi conseguenze sociali.

Irrazionali – L’irrazionale ha una modesta intelligenza razionale. In Italia, dove l’innumerismo la fa da padrone, circa il 50% della popolazione è irrazionale: non sa gestire i numeri, non conosce la logica (cioè praticamente non sa ragionare) o le basi elementari della probabilità, inventandosi o aderendo a scelte facili da capire, ma senza nessuna concretezza; non a caso spesso l’irrazionale è anche un semplicistico.

Inibiti – L’inibito non vive una parte della sua personalità perché non l’ha maturata (in genere si è inibiti verso i genitori o verso il sesso). Gli inibiti sono il 40% della popolazione. In una prossima edizione del test di personalità di Albanesi, si differenzierà fra inibiti genitoriali (che pensiamo siano la maggioranza, soggetti adulti che non si sono di fatto mai staccati dai genitori) e inibiti sessuali.

Mistici – Il mistico ha una vita dominata dal rapporto con il divino. La percentuale di mistici (22%) è in linea con i cattolici veramente praticanti nel nostro Paese. Molto alta (27%) la percentuale di soggetti non mistici che comprende atei, agnostici e cattolici equilibrati.

Deboli – Il debole non ha la forza sufficiente per ottenere il meglio dal mondo che lo circonda. La percentuale dei deboli è di circa un quarto della popolazione. Interessante il fatto che oltre il 12% della popolazione non ha nessun problema di personalità debole.

Fobici – Il fobico ha una esagerata, stabile e pseudorazionale paura verso qualcosa o qualcuno. Esattamente un terzo della popolazione è fobico. Ciò può spiegare come parte della popolazione fosse terrorizzata dal Covid, anche se un’analisi del problema ne dava una visione molto meno catastrofica di quella offerta dai media.

Dissoluti – Il dissoluto non vuole gestire al meglio il proprio corpo. Circa il 30% della popolazione sceglie deliberatamente un cattivo stile di vita e solo un 10% circa non ha nessun problema con questa personalità.

Sopravviventi – Il sopravvivente accetta i problemi dell’esistenza come se facessero parte della normalità, senza nessuna azione che tenda a eliminarli. Qui siamo alla tragedia e forse alla maggiore utilità del Neocinismo. Ben l’81% della popolazione si limita a cercare la sopravvivenza senza cercare di portare la propria vita a livelli massimi. La cosa ancora più preoccupante è che solo il 2,35% vive senza problemi su questa personalità, è immune da condizionamenti ed è ben conscio che non è vero che “tutti siamo condizionati”, che “i problemi li hanno tutti” ecc.

Insufficienti – L’insufficiente accetta consciamente di avere un basso livello di autosufficienza. Metà della popolazione è insufficiente. Una miglioria della prossima versione del Gioco sarà quella di richiedere il sesso perché probabilmente l’insufficienza esistenziale tocca molto di più le donne degli uomini.

Indecisi – L’indeciso è sistematicamente incapace di formulare criteri di scelta basati sulle informazioni che ha. Solo meno del 17% si comporta come l’asino di Buridano; molto alta la percentuale di chi non è assolutamente indeciso.

Statici – Lo statico ha bloccato ogni processo di apprendimento dopo aver raggiunto un’accettabile qualità della vita. Gli statici sono la personalità con la minor percentuale di chi è critico, non arrivando al 7%; molto alta, oltre la metà, anche chi non ha nessun problema con questa personalità.

Violenti – Il violento, senza giustificato e oggettivo motivo, utilizza la forza in modo da limitare la propria o l’altrui qualità della vita. I violenti sono la seconda personalità critica della popolazione, oltre il 60%, una percentuale che rileva l’ampio numero di violenti non criminali; basta navigare nei social per accorgersi di quanta gente usi la violenza verbale accompagnata da vero e proprio odio verso l’interlocutore. Solo meno del 5% non ha alcun problema con questa personalità e probabilmente è la percentuale che passerebbe il test di John Wayne.

Patosensibili – Il patosensibile non riesce a elaborare un sufficiente distacco dal dolore che è attorno a lui, ma che non lo coinvolge direttamente. In una società dove spesso il buonismo viene scambiato per bontà, oltre la metà della popolazione è patosensibile. Solo meno del 6% non ha alcun problema, anche se, probabilmente, verrebbe definito “cinico” dai patosensibili.

Romantici – Il romantico vive completamente asservito a idee che per lui hanno un alto valore morale. La percentuale dei romantici (di poco inferiore al 40%) sembra bassa, vista la promozione che la società fa del romanticismo, ma evidentemente, arrivati a una certa età, si scoprono anche i limiti e le penalizzazioni di questa personalità.

Insofferenti – L’insofferente non sa gestire la mancata aspettativa. Spesso manca di un piano B. Circa il 30% delle persone è insofferente.

Semplicistici – Il semplicistico, non riuscendo a capirla a fondo, semplifica eccessivamente la realtà per gestirla meglio. Un terzo della popolazione è semplicistico, probabilmente essendo anche irrazionale. Molto alta la percentuale di chi semplicistico non è, a riprova che l’irrazionalità spesso segue vie anche molto contorte.

Insoddisfatti – L’insoddisfatto, qualunque sia il punto in cui arriva, non sa appagarsene. Si deve notare che la terminologia più corretta per questa personalità (vista la definizione) sarebbe “perfezionista”, perché l’insoddisfazione deriva da caratteristiche interne al soggetto, non oggettive. Normale che meno del 20% abbia questa personalità critica.

Apparenti – L’apparente preferisce apparire anziché essere. Quasi metà della popolazione è apparente e ciò non deve stupire, visto che è la nostra società che ci spinge più ad apparire che a essere. Solo il 5% delle persone è completamente immune dall’apparenza, cioè è veramente semplice.

Contemplativi – Il contemplativo considera la cultura come una condizione necessaria alla massima qualità della vita. Circa il 18% della popolazione è contemplativo (volgarmente intellettuale); la percentuale può sembrare comunque molto alta, ma si deve considerare che il campione probabilmente ha una cultura superiore alla media della popolazione.

Vecchi – Il vecchio ha un’età psicologica elevata, a prescindere dalla sua età cronologica. Circa il 40% è più vecchio dell’età che ha e questo può causare gravi danni sociali.

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