La personalità degli svogliati si definisce molto semplicemente:
lo svogliato è colui che non ha una sufficiente forza di volontà anevrotica (FVAN).
Si dovrà pertanto fare riferimento alla FVAN per capire veramente il peso di questa personalità critica nella personalità del soggetto.
Le tipologie
Le tipologie principali di questa personalità sono un po’ teoriche e servono più che altro a fini di classificazione; sono due: i fisici e gli psichici. I primi non sono in grado di controllare il proprio corpo, i secondi la propria psiche. Va da sé che uno svogliato può appartenere a entrambe le tipologie, anzi in realtà la stragrande maggioranza degli svogliati appartiene a una tipologia mista in cui entrambe le tipologie sono presenti in forma percentualmente diversa.
Un’altra forma di classificazione, forse più pratica, porta a studiare l’insieme degli svogliati considerandoli in relazione a quattro parametri:
- resistenza fisica
- resistenza psichica
- dipendenze
- fobie.
Moltissimi svogliati giudicati psichicamente “normali” hanno una bassa resistenza fisica o psichica; molto interessante il discorso su dipendenze e fobie perché sembrerebbe che questi concetti possano applicarsi solamente a stati patologici.
Consideriamo invece la dipendenza dal fumo o la banale fobia di molti soggetti per topi o serpenti. Al di là della motivazione che scatena la dipendenza o la fobia, quando il soggetto non supera soglie di pericolosità individuale (non viene cioè definito malato, come un alcolista o un agorafobico che non esce mai di casa), in presenza di dipendenza o fobia si deve parlare di personalità svogliata che non riesce ad avere la forza di volontà nevrotica sufficiente per vincere la paura o per debellare la dipendenza (per esempio non riesce a smettere di fumare quelle cinque o sei sigarette al giorno).
La diagnosi differenziale
La personalità che più tende a confondersi con quella dello svogliato è sicuramente quella del dissoluto. La differenza è però semplice: il dissoluto non tenta nemmeno di attivare la forza di volontà nevrotica, lo svogliato ci prova, ma poi fallisce.
Una persona che fuma e non riesce a smettere, se volesse farlo, ma non ce la fa (bassa FVAN) è svogliata; è dissoluta se ritiene del tutto inutile smettere perché tanto a lei il fumo non fa male, perché lei “non aspira” ecc.

Gli svogliati sono una personalità critica caratterizzata da scarsa forza di volontà
La qualità della vita
La qualità della vita dello svogliato può essere molto diversa a seconda del contesto in cui si trova a vivere. Senza una sufficiente FVAN, difficilmente lo svogliato potrà veramente amare qualcosa. Molti oggetti d’amore saranno alla fine mal gestiti proprio perché manca la forza per conoscerli e supportarli a fondo. Lo svogliato darà l’impressione di una certa superficialità o di una propensione alla novità con l’incapacità all’approfondimento o alla costanza nel tempo.
Molti svogliati si dimostrano volenterosi e propensi a entrare nel mondo in modo tutto sommato normale. Spesso, se stimolati da una buona forza di volontà nevrotica (cioè orientata a uno scopo ben preciso: pensiamo al successo, alla fama, alla carriera come scopi nevrotici), possono anche essere creativi e costruttivi. Sono quelli più fortunati: se trovano buone condizioni facilitanti, potranno sopravvivere bene. Peccato che non si possa sfuggire al mondo che prima o poi a chi ha una FVAN modesta presenta il conto: non a caso, quando ci si chiede come faccia una persona che ha tutto a non essere felice, molto spesso ci si trova di fronte a uno svogliato.
Quelli che invece avvertono coscientemente la mancanza di FVAN per gestire il mondo che li circonda parlano di difficoltà di vivere, avvertono la fatica esistenziale e, condizioni facilitanti o meno, sono più vicini al baratro rappresentato da depressione e tossicodipendenze. Pensiamo ai casi in cui i farmaci sostituiscono in queste persone la forza di volontà anevrotica.
Non a caso, la strategia preferita dallo svogliato è la scorciatoia, non vista, come accade negli irrazionali, come esempio di furbizia, di intelligenza, ma solo come mezzo per fare una fatica minima, per vivere pur avendo una FVAN insufficiente.
Non c’è che un modo per migliorare la personalità di uno svogliato: aumentare la FVAN. Infatti, strategie orientate a risolvere i problemi dell’ambiente in cui lo svogliato si trova sono destinate sempre a fallire perché, in parole povere, manca la materia prima. Se lo svogliato ha problemi sul lavoro o non ha nulla da amare, non funziona cercare di risolvere il contingente problema lavorativo o di suggerire oggetti d’amore; al più ci può essere un miglioramento temporaneo, ma poi si ricade per mancanza di una solida FVAN, la base per una risoluzione definitiva.
Uno dei modi più semplici e più efficaci per aumentare la FVAN è di usare lo sport. Lo sport aumenta la soglia di resistenza alla fatica e al dolore e quindi indirettamente aumenta la FVAN. Si dovranno scegliere sport dove è sì presente il concetto di fatica (per esempio, gli sport di resistenza sono ideali), ma al tempo stesso è presente anche quello di gradualità. Non è possibile pensare che uno svogliato si converta da un giorno all’altro, miracolosamente. La sua rinascita è graduale, proporzionale all’aumento della sua FVAN.