Essere single: un’opportunità, una sciagura o una condizione normale? Nelle mail che arrivano al sito una domanda ricorrente è: “perché non trovo l’anima gemella?“. Premesso che occorrerebbe scrivere un libro per esaurire l’argomento (possiamo però consigliarvi un articolo riassuntivo su come trovare l’anima gemella), dietro alla domanda c’è sempre lo stato di “single per forza” che purtroppo porta spesso a commettere l’errore di usare la strategia dell’ultima spiaggia per ovviare il problema, cadendo dalla padella alla brace.
Cominciamo con il dire che, fra chi è single, si deve distinguere chi lo è per scelta e chi lo è per forza.
Il single per scelta (single spontaneo) non desidera impegnarsi in relazioni importanti e continuate, ma ha comunque una vita affettiva piena con relazioni più o meno durature od occasionali che assicurano un livello di soddisfazione sessuale sufficiente (almeno per una persona giovane o giovanile). Il single per scelta è cioè una condizione che non penalizza la qualità della vita; di solito per essere veri single per scelta occorre avere condizioni facilitanti (carattere positivo, estetica piacevole, ricchezza o altro) che consentano di avere quelle brevi relazioni che assicurano un completamento della personalità nel rispetto di un equilibrio di vita notevole.
Il single suo malgrado (single forzato) avverte invece la sua condizione come penalizzante, tant’è che molti single forzati si dichiarano spontanei (“sono single per scelta” mentre invece farebbe loro piacere avere una relazione) e così facendo non si aiutano di certo. Lo stato di “single per forza” può andar bene per un adolescente, ma non per un adulto o per un ragazzo che aspira a esserlo.
Il single forzato
Analizziamo in dettaglio le cause della situazione del single forzato.
1) Carenze di tipo estetico. Ovviamente la bellezza è una condizione facilitante nella rimozione della condizione di single per forza. Anziché incaponirsi nell’accettare i propri difetti estetici, si dovrebbe cercare di eliminarli. Ovviamente prima ci si deve accertare che i difetti siano oggettivi e non siano soggettivamente presi come alibi della propria condizione, come per esempio fa la ragazza bellina che ritiene di non avere corteggiatori perché ha un naso che comunque orribile non è. La carenza estetica è cioè penalizzante quando la persona è definita oggettivamente brutta, non quando non è definita oggettivamente “bella”. Per evitare questo punto, basta la sufficienza estetica.
2) Carenze di tipo psicologico. A parità di altri fattori, la persona equilibrata è quella che ha maggiori chance. Ogni difetto del carattere non fa che ridurre l’insieme dei potenziali partner, quindi il consiglio ovvio è quello di migliorare la propria personalità. Al punto 4 si tratta della personalità insofferente, ma ovviamente sono molto penalizzate anche altre personalità come quella degli inibiti (il sesso è un problema irrisolto oppure il distacco dalla famiglia è un macigno che affonda le relazioni), dei mistici (difficile avere relazioni se non con persone che hanno la stessa propensione verso il divino) o degli insoddisfatti che tendono per definizione a non essere soddisfatti delle proprie relazioni e alla fine diventano single cronici.
Altre personalità critiche non sono così penalizzanti, anche se ovviamente riducono le probabilità di incontro; per non buttare inutili energie, è opportuno orientarsi su persone compatibili con i propri difetti.
3) Carenze sociali. È ovvio che, se non si frequentano persone, non si possono avere relazioni. Se il soggetto non si propone a insiemi di persone nei quali trovare il partner, le probabilità che per caso succeda “qualcosa” sono veramente minime.
4) Il soggetto è insofferente. L’eccessiva criticità nei confronti degli altri (per un verso o per l’altro, nessuno va mai bene) rende praticamente impossibile una relazione di durata media.
L’insofferenza è tanto più critica quanto più il soggetto lega il rapporto sessuale occasionale alla moralità: al limite, il misogino o la zitella sono esempi in cui l’insofferenza è massima e la moralità non consente di avere avventure o relazioni di breve durata. Ovvio che, se la donna è insofferente e sogna il matrimonio eterno, difficilmente troverà un compagno; analogamente, se l’uomo è insofferente e cerca la donna bellissima e intelligentissima, probabilmente non si coinvolgerà mai in relazioni che lo spostino dalla condizione di single.

In Italia da anni i single sono in aumento, soprattutto sopra i 40 anni e nelle grandi città
5) Una scorretta interpretazione dell’amicizia uomo-donna. Se una persona ha “amici” di sesso opposto che non l’attraggono, dato per scontato che fra essi ci siano soggetti esteticamente sufficienti da avere rapporti sessuali, probabilmente ha una sessualità non ancora completamente matura, può essere parzialmente inibito (per cui l’attrazione scatta solo dopo una soglia molto alta) oppure vive una forma meno grave di insofferenza di cui al punto 4. In altri termini, una persona matura ed equilibrata, se è single e ha amici dell’altro sesso, non disdegna di proporre rapporti sessuali (e quindi relazioni magari non impegnative, dove per relazione si intende amicizia + sesso) scegliendo nella cerchia delle proprie amicizie (chiarendo ovviamente i termini dell’importanza della relazione).
6) Un’assoluta incapacità di corteggiare l’altro sesso. Il romanticismo ha aggravato questo problema perché ha “ideato” molte regole del tutto assurde che impediscono a molti di “essere capaci” di corteggiare. La presa di coscienza che corteggiare è la cosa più semplice del mondo rimuove il problema. Per approfondire, si veda l’articolo sul corteggiamento.
Quindi, anziché cercare soluzioni alternative (come pornografia, autoerotismo, prostituzione ecc.), i single forzati dovrebbero cercare di studiare le cause della propria condizione e adoperarsi per eliminarle.