La sessualità è una materia talmente complessa che ridurla in pochi paragrafi potrebbe sembrare presuntuoso oppure approssimativo. Eppure, per il Personalismo, dall’osservazione della sessualità di persone equilibrate, è possibile definire due fattori che entrano come ingredienti principali in moltissimi comportamenti sessuali.
Tali fattori sono la disponibilità e la sottomissione.
Sessualità: la disponibilità
Una persona equilibrata che abbia scelto di avere un rapporto sessuale deve necessariamente mostrare una disponibilità sessuale; in genere si tende a vedere questa disponibilità come offerta da un sesso (in genere quello femminile nei rapporti eterosessuali) e accettata dall’altro. Cosa si intende per disponibilità? Semplicemente
il contatto fisico naturale e spontaneo fra parti del corpo dei due attori sessuali precedente l’atto sessuale.
Quando questo contatto fisico manca (o è parziale), in realtà non c’è (o c’è parziale) disponibilità. Alcuni esempi.
Accarezzare il fondo schiena è in genere ritenuto un atto carico di significati sessuali, tanto che, se è subito da persona sconosciuta, viene considerato una molestia. Se invece l’altro attore è il proprio partner viene accettato come facente parte di quella disponibilità tipica di una coppia equilibrata.
Analogamente, una persona può ritenere un bacio sulla bocca un gesto con significato sessuale, mentre uno sulla guancia può vederlo come amichevole: la persona offre la disponibilità della sua bocca solo a chi accetta sessualmente (nel senso che è comunque pronta ad avere azioni sessuali con lui).
Negli adolescenti la disponibilità aumenta a poco a poco con le esperienze sessuali fino a diventare completa.
Nelle persone con scarsa carica sessuale la disponibilità può essere temporanea, legata a particolari eventi, come pure può essere temporanea la disponibilità verso una persona con la quale si ha una relazione non idilliaca.
In una relazione positiva la disponibilità fra i partner è dunque stabile e massima; se per motivi non oggettivi viene meno la stabilità, in genere il grado di soddisfazione della relazione diminuisce.
Sembra tutto molto semplice, ma il concetto di disponibilità sfugge ai più, tanto che molti sono in difficoltà nel valutare la propria accettazione da parte di una persona cui tengono molto. In realtà basterebbe studiare la reazione a un contatto fisico minimale (come il prendersi per mano) per capire se “sessualmente” ci potrà essere un futuro.
Si deve notare che l’accettazione del contatto fisico minimale è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti la disponibilità è influenzata principalmente da:
- Attrazione fisica; se questa è massima, non vi è nessun ostacolo alla disponibilità, ma se il soggetto non è convintissimo, può prendersi tempo e accettare solo disponibilità non impegnative. Questo punto è quello che, una volta iniziata una relazione, può portare anche a una disponibilità instabile.
- Esperienze precedenti; l’adolescente per esempio può temere di fare il passo troppo lungo della gamba. In una persona adulta con alle spalle esperienze sessuali complete, se viene a mancare la disponibilità, non è certo per questo punto.
- Stato emotivo; ovvio che in presenza di una depressione dell’umore può venire meno la disponibilità; nelle persone equilibrate il motivo di solito è oggettivo e quindi, normalmente, la controparte si astiene dal richiedere disponibilità, mentre nei soggetti con personalità critiche la depressione dell’umore non è oggettiva, tanto che spesso vengono addotti alibi classici (“caro, ho il mal di testa”).
- Stato fisico; anche in questo caso fisicamente ci può essere un oggettivo problema fisico oppure tale problema può essere soggettivo e non facilmente identificabile (come nel caso degli svogliati) e anche in questo caso il soggetto tende a sovrastimarlo per renderlo oggettivo.
- Blocco etico; la disponibilità viene concessa solo a condizioni che derivano dalla morale del soggetto. Sicurezza di essere amati, matrimonio, sicurezza della relazione ecc. sono esempi classici e riguardano soprattutto le personalità degli inibiti, dei romantici, degli indecisi e dei mistici. anche un soggetto equilibrato può negare la sua disponibilità semplicemente perché valuta che un eventuale rapporto possa complicarsi a tal punto da creare problemi alla qualità della sua vita.
Come detto, in un rapporto positivo la disponibilità è massima e stabile. Questo però non basterebbe a descrivere i tantissimi comportamenti sessuali; ecco che allora entra in gioco il secondo fattore, la sottomissione.

La sessualità ha sia aspetti personali sia aspetti sociali
Sessualità: la sottomissione
Durante il rapporto può essere evidenziata la caratteristica violenta o debole dei due attori, tanto da complicare il rapporto che nascerebbe da una massima disponibilità fisica che si tradurrebbe tutto sommato in un rapporto completo tradizionale (sia etero sia omosessuale).
Il rapporto diventa cioè una forma di sessualità con cui si affermano tratti della propria personalità, in particolare quella violenta.
Si ha sottomissione quando da un attore viene pretesa una precisa forma di rapporto come necessaria alla relazione stessa.
Alcuni esempi.
Nel sadismo e nel masochismo accade che alla disponibilità si sostituisca completamente la sottomissione. Fisica o psicologica poco importa; nella visione classica si parla di “sofferenza”, ma tale termine non è del tutto proprio, soprattutto quando sadismo e masochismo s’incontrano. In questo caso parlare di “sofferenza” del masochista appare troppo superficiale, visto che in realtà da quegli atti il masochista ricava comunque piacere. La presenza di dolore (sottomissione fisica) o di una chiara sottomissione psicologica è comunque sempre presente.
Anche in rapporti usualmente ritenuti “normali” ci può essere sottomissione: per esempio con la pretesa che il partner faccia sesso ammanettato al letto (o, con un’azione sottomessa, offrirsi in tale situazione), oppure “pretendere” (verbo molto differente dal semplice “gradire”) che il partner sia vestito in un certo modo. Pretendere che si crei una certa atmosfera oppure che lo si faccia solo in determinati luoghi ecc.
Un altro esempio è la pretesa che avvenga con certe modalità. Dagli studi in letteratura emerge che il 25% delle donne ha provato sesso anale, ma solo il 10% lo ha gradito. Molto probabilmente nella maggioranza dei casi tale tipo di rapporto è stato loro imposto come atto di dominazione dell’uomo sulla donna, mentre nella percentuale di gradimento può essere stata una scelta comune (magari dettata dal desiderio di nuove esperienze, da quello di non rimanere incinta ecc.).
La sottomissione scatta perché si vuole sottomettere l’altro a un determinato comportamento che nulla ha a che vedere con la disponibilità. Si può stabilire un’equazione del tipo: sottomissione = disponibilità + pretesa.
Nei soggetti equilibrati (che per definizione hanno una personalità violenta sotto soglia) la sottomissione nella sessualità non c’è perché alla pretesa si sostituisce sempre un gradimento che comunque deve essere condiviso con l’altro e, in assenza del quale, cade ogni richiesta.