Se cercate in Rete “senso del dovere” troverete due partiti opposti: chi lo esalta e chi lo vede come un macigno. La cosa interessante è che manca una definizione chiara! Qual è il significato della locuzione senso del dovere, a prescindere da sinonimi spesso anche troppo distanti uno dall’altro?
Il senso del dovere è un obbligo che nasce da impegni presi in modo più o meno consapevole.
Le parole chiave della definizione sono:
- “obbligo”, non è quindi una raccomandazione, un consiglio, un invito ecc.
- “impegni”, cioè una promessa o comunque un atto chiaro, quasi un contratto legale!
- “consapevole”: come vedremo il senso del dovere può nascere da condizionamenti (l’impegno è allora poco consapevole, dove l’aggettivo si estende anche alle conseguenze che l’impegno comporta) o da leggi, regolamenti e disposizioni chiare.

Secondo uno studio dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, il 55% circa dei lavoratori italiani si dichiarano ampiamente soddisfatti del proprio lavoro
Quando il senso del dovere è negativo
Ovvio: quando è un condizionamento familiare, sociale, religioso ecc. “Io sono tuo padre! Devi obbedirmi!”; “Se non si ferma per finire il lavoro che senso del dovere ha? Non farà mai carriera!”; “La messa della domenica è un dovere, come puoi saltarla?” ecc.
Pensiamo a chi si sposa solo per senso del dovere, magari perché così vogliono i genitori o perché è arrivata una gravidanza inaspettata (si noti in questo caso che non c’è stata nessuna promessa esplicita).
Pensiamo a chi si sacrifica per scelte che sono state subite per condizionamenti, non per scelte veramente ponderate; caso classico tutti quei genitori che “si sacrificano” per i loro figli, senza capire che chi si sacrifica non trasferisce ai figli l’amore per la vita, ma solo la propensione a ubbidire!
Il senso del dovere è poi negativo quando è associato a qualcosa che si ritiene giusto a priori, senza nessuna verifica razionale, spesso associato a una verità e a un’etica oggettive che sono in realtà solo utopie, spesso usate per condizionare il singolo su determinati comportamenti.
Due sono i casi in cui può non essere frutto di condizionamenti subiti.
In seguito a una promessa fatta. Classico il caso del matrimonio: si può sempre sciogliere (separazione, divorzio), ma, prima ci si separa e poi eventualmente si inizia un’altra relazione. Chi tradisce non ha senso del dovere. Meno chiari riguardano gli oneri derivanti dal proprio lavoro, perché come si è visto nel paragrafo precedente, spesso il senso del dovere nasconde un condizionamento. In certi ambienti, come nella polizia, nell’esercito, nella professione medica, il senso del dovere è regolamentato e quindi è sufficiente che si rispetti questo codice deontologico: la persona che ha scelto quel lavoro ne accetta il regolamento. In altri casi, non deve diventare una semplice sottomissione all’autorità (esempio classico il Fantozzi che resta fino a notte fonda per finire un lavoro) perché di fatto si va oltre l’eventuale regolamento (le classiche otto ore lavorative contrattuali) e si fa leva sul senso del dovere del singolo per “spremerlo” (da notare che, a monte della “spremitura”, non c’è mai stata nessuna promessa esplicita). La linea di confine è proprio fissata da ciò che si deve fare per legge o per disposizioni interne alla propria professione.
Il senso del dovere dovrebbe poi scattare quando è la pigrizia associata alla personalità svogliata che impedisce di fare qualcosa che in qualche modo entra nel nostro campo d’azione.