La scorciatoia è la strategia preferita dalle personalità più lontane dalla personalità equilibrata, svogliati e irrazionali.
Nel linguaggio comune il termine scorciatoia può assumere una valenza fortemente positiva, indice di ottimizzazione, di abilità nel cercare la soluzione più efficiente. Per il Personalismo la valenza è spesso negativa, un percorso che alla fine si rivela una strada a fondo chiuso, senza uscita, lontanissima dalla meta che ci si era prefissi.
In sostanza si tratta di un grossolano abbaglio esistenziale che, anziché facilitarci, ci lascia spesso in condizioni peggiori.
Gli esempi di scorciatoie sono infiniti: l’astrologia è una scorciatoia per cercare di capire il mondo, le pillole dimagranti sono scorciatoie per chi vuole dimagrire, il gioco d’azzardo è una scorciatoia per chi vuole illudersi di vivere senza lavorare, vincendo favolose ricchezze, una chiromante è la scorciatoia per farci conquistare la persona amata ecc.
Alla base di questa strategia esistono sostanzialmente due cause:
- lo svogliato la sceglie perché non ha la forza di volontà anevrotica necessaria per gestire un ambiente o una situazione. La sceglie cioè per evitare la fatica.
- L’irrazionale la sceglie perché è intimamente convinto che sia una furbata.
LA MAIL
Salve, ho 48 anni alta 1.67 kg 80. Ho acquistato il libro (La dieta italiana dell’alimentazione – N.d.R.), sperando di trovare lo stimolo e la formula giusta per dimagrire e stare meglio. Ho cominciato a leggerlo poi, mi sono demoralizzata. Sfogliando cercavo, la formula magica.
Ho trovato tante informazioni utili, ma sinceramente mi sento confusa.
Probabilmente non ho le capacità per apprendere ciò che volete trasmettere. Capisco che vi rivolgete a un pubblico vasto, istruito e allenato, ma, per quanto mi riguarda è troppo complicato. Un saluto.
Mi permetto un appunto personale che, non conoscendoti, potrebbe essere errato.
Penso che la cultura necessaria per capire come si deve mangiare non vada oltre la terza media inferiore. Quindi penso che tutti possano capire. Quello che manca a molti è la volontà di studiare, cioè lo sforzo di capire. Tu sfogli, ma non leggi e non studi. Nessuno nasce maestro; purtroppo molti pensano che esistano le formule magiche, quelle che danno tutto e subito, solo che le scorciatoie non esistono nella vita, sono sempre strade a fondo chiuso. E allora scatta l’alibi che non si hanno le capacità di base. In realtà, basterebbe tirar fuori quel poco di autostima che si ha dentro e lanciarsi una sfida, invece di lasciar perdere, sconfitti come ogni volta solo dalla propria scarsa volontà. Basta leggere una pagina al giorno, studiarla, sottolinearla, capirla e, eventualmente, chiedere via mail se non si è capito.
Come può una persona accettare i suoi limiti, limitandosi a sopravvivere? Non ha pregio la considerazione che per me, laureato ecc., può essere facile dire queste cose. Anch’io ho studiato e non solo cose di scuola, ma la vita. Anzi, in tutte le cose che ho fatto la partenza è stata disastrosa, ma mi sono rialzato e ho continuato.
Molti mi dicono che sono troppo duro nella definizione delle mie personalità, che dovrei addolcire certi concetti, che invece che “spacciati” o “irrecuperabili” potrei usare magari un altro termine. Ma come si può definire diversamente da “spacciato” o “irrecuperabile” chi si arrende sempre? Che pretende dalla vita, formule magiche, cioè scorciatoie con cui non fare fatica? Che possibilità ha nella vita? Nessuna, se non sposa il figlio di Berlusconi o la figlia del re di Spagna…
In prima liceo organizzammo la classica partita fra classi. Io non sapevo giocare a pallone, sapevo solo studiare. La prestazione fu talmente disastrosa che alcuni miei compagni stavano quasi per picchiarmi, non parendo loro vero di poter infierire a ragione (?) sul primo della classe.
Potevo abbandonare, concentrarmi sugli studi e diventare un altro. Invece mi allenai per tre anni al sabato pomeriggio in interminabili partite due contro due con i miei migliori amici (che erano anche quelli che mi avevano salvato dal linciaggio…). Poi all’inizio della quarta, sfidammo la squadra della classe in cui giocava uno dei miei vecchi accusatori (che nel frattempo era stato bocciato). Chiesi di giocare e di marcare proprio lui. Non toccò palla e segnai anche un gol…
Ci sono voluti tre anni, a te, se non ti arrendi, potrebbero bastare solo tre mesi…