La scelta del partner è molto importante per la qualità della vita. Per come trovarlo si veda l’articolo Come trovare l’anima gemella; qui si dà per scontato che si sia trovata una persona candidata a diventare partner e che si debba decidere se procedere o no nella relazione.
Se si sceglie male, non si potranno evitare problemi. Prima di evitare malintesi, premettiamo che avere un partner non è condizione necessaria a una qualità di vita buona. Molte persone mettono l’amore (per un’altra persona) al centro dei propri sforzi esistenziali. Probabilmente la maggioranza della popolazione femminile. In questa posizione esistono due errori, uno certo e uno probabile.
L’errore certo – Ritenere l’amore condizione necessaria alla felicità è abbastanza assurdo sia perché significa ammettere che la felicità non dipende da noi (trovare l’anima gemella non è poi così scontato!) sia perché l’evidenza ci dice che molte persone che non hanno trovato l’amore sono felici lo stesso!
L’errore probabile – In un certo qual modo scaturisce dal primo: poiché l’amore è necessario, diventa un’idea dominante, la personalità scivola in maniera preoccupante verso il romanticismo (che per il Personalismo non è affatto una scelta positiva!) e iniziano i problemi, a meno che la fortuna non faccia andare tutto per il verso giusto.
In genere i romantici per amore demonizzano una vita troppo razionale, ritenendola arida e priva di emozioni e diventano vittime di errori interpretativi della realtà perché si muovono in un intreccio di sentimento e di ragione creando un caos totale. Ho sempre pensato che il loro giudizio negativo sulla vita razionale fosse motivato dall’inconscia invidia verso chi riesce a organizzare la propria esistenza. Una vita razionale non esclude infatti le emozioni, semmai tende soprattutto a eliminare quelle negative e non si vede perché questo dovrebbe essere sbagliato.
Chi si affida alla ragione non esclude i sentimenti, ma li pospone alla scelta razionale (come già evidenziato nel rapporto fra ragione e spirito). Qual è dunque il rapporto corretto fra sentimento e ragione? Amare una persona che ci ama è bellissimo, ma amare una persona che ci ignora è del tutto stupido. Da questa semplice considerazione si comprende come il sentimento non sia in contrasto con la ragione, ma nasca da essa: la ragione crea i valori e in essi lascia libera azione ai sentimenti. Essere razionali quindi vuol dire non usare i sentimenti al di fuori dei valori positivi fissati dalla ragione per decidere della propria vita. Invece il sentimentale spesso ha una vita caotica e confusa perché i sentimenti non gli consentono di crearsi i presupposti per scelte coerenti e stabili.
Le ricadute esistenziali di questi errori sono molte, dalla strategia dell’ultima spiaggia allo sviluppo di personalità critiche:
- una personalità insufficiente (si diventa dipendenti dalla persona amata)
- una personalità debole (per timore di ricevere un rifiuto si sceglie il compromesso di non rivelarsi o di farlo parzialmente);
- una personalità sopravvivente (riconosciuta l’impossibilità di realizzare il proprio scopo ci si limita a sopravvivere);
- una personalità violenta (con la pretesa che il partner cambi, la gelosia ecc.);
- una personalità apparente (per conquistare la persona amata ci si mostra come non si è);
- una personalità inibita (senza amore non si fa sesso);
- una personalità indecisa (vista l’importanza della scelta o il partner è perfetto o non lo si accetta);
- una personalità insofferente (la mancata aspettativa della felicità sognata scatena rabbia e delusione).
Il culmine però si ha quando la personalità dominante è quella romantica.
Il romanticismo nella scelta del partner
Forse poche correnti di pensiero sono state così sopravvalutate come il romanticismo. Amore, onore, patria ecc., sentimenti ai quali sacrificare (?) anche la propria vita. In quest’ottica, parafrasando Marx, chi è equilibrato non può che definire
il romanticismo l’oppio dei poveri (di cervello).
Amare un altro essere umano ed essere amati è bellissimo, ma troppe persone (soprattutto donne) fondano la loro felicità unicamente sull’amore. È una scelta molto rischiosa perché sostanzialmente è un equilibrio instabile: se l’amore non si trova o finisce, c’è il crollo.
Chi pensa che solo con l’amore (o addirittura solo con il matrimonio) sarà felice, si predispone all’infelicità perché ha già stabilito che la capacità d’amare e la ricerca degli oggetti d’amore non gli servono, non devono essere stimolate, anzi devono essere implicitamente sopite. Se anche riesco ad amare molte altre cose nella vita, quando per regola stabilisco che senza partner sono infelice, ho imboccato la strada contraria a quella che porta alla felicità.
L’amore consapevole
Se l’amore romantico nella maggioranza dei casi non funziona, quali sono i tratti caratteristici delle coppie che si amano veramente? In Consigli per la coppia, 18 consigli per chi vuole costruire una relazione soddisfacente, ma anche un modo di verificare la propria scelta del partner.
Il vero amore è quello di chi si tiene per mano dopo tanti anni d’unione, non di chi vive una notte di passione appena ci si è conosciuti,
senza ovviamente che la prima ipotesi escluda la seconda; solo che è ottimistico chiamare amore la seconda senza la più pallida idea della prima!
Quindi, domanda fondamentale: qual è la caratteristica che il partner deve necessariamente avere?
Il partner deve volerci bene.
Questo boccia senza appello chi si innamora perdutamente senza verificare che la controparte lo ami, come boccia senza pietà chi ritiene che in amore si debba soffrire o sciocchezze simili.
Cosa vuol dire “volerci bene”? Semplice: deve migliorare in modo costante (non a tratti!) la qualità della nostra vita, non deve essere possessivo, geloso, violento, noioso, assente ecc.

La scelta del partner è determinante per la qualità della vita
Le relazioni
Ovviamente se non si trova il vero amore, è possibile coltivare relazioni (con tale termine ci si riferisce alla presenza di un rapporto sessuale continuato nel tempo; se manca il sesso si parla di amicizia). Queste possono comunque migliorare la nostra vita purché ci sia chiarezza e non false speranze. Sperare romanticamente che poi la relazione migliori fino a trasformarsi in ciò che abbiamo sempre sognato può rivelarsi un errore esistenziale devastante, soprattutto se lo infarciamo di altri errori come avere un figlio per legare a noi l’altra persona.
La coppia aperta – Errore meno comune, ma possibile, è pensare che una semplice relazione possa essere il massimo traguardo, cioè possa considerarsi vero amore. Questa è per esempio la posizione di chi ipotizza la coppia aperta come una buona soluzione. Se non c’è nulla di male nel credere che “possa esistere un’altra persona disinibita, che ami il sesso e sia allettata dall’idea di viverlo in maniera alternativa alla canonica e che questo non possa far scadere la qualità della nostra vita”, bisognerebbe rendersi conto che in questo caso il sesso diventa un oggetto d’amore. Ma, come mi diceva una persona che aveva fatto del sesso un oggetto d’amore, “se ami il sesso, non legarti stabilmente perché devi conoscere e sperimentare ogni giorno”. Del resto con gli oggetti d’amore si fa così. Questo atteggiamento diventa incompatibile con la possibilità di avere una vera partner e non solo “una” partner. La vera partner è un altro oggetto d’amore e gli oggetti d’amore richiedono tempo, dedizione e conoscenza. Entrambi gli oggetti entrerebbero in conflitto pratico perché chi ama il sesso non sogna o desidera, ma agisce e, se ogni sera (o quasi) si cambia partner non si vede come si possa coltivare l’oggetto d’amore “partner”. Contemplare l’idea di tradirlo una o poche volte e basta sembra francamente un gesto senza logica.
San Valentino: il costo dell’amore…
Che San Valentino sia una festa consumistica si sa, che sia una delle migliori occasioni di litigio fra innamorati anche. Moltissime persone recitano un copione classico, senza che vi sia quel trasporto emotivo che dovrebbe essere lo spirito della festa. Premesso che, se due persone si vogliono bene, ogni giorno è San Valentino, la cosa difficile da capire è festeggiarlo con un regalo che non è che la traduzione economica del proprio amore.
Perché una donna (uomo, ma meno frequente, viste le consuetudini sociali) debba essere felice di ricevere un regalo futile (fiori, gioiello o simili: cioè cose che non innalzano la qualità della vita). Perché così si sente amata? Se le si regala un’orchidea o un mazzo di rose rosse si sente più amata che se le si regala un insignificante fiore di campo raccolto fra le erbacce? Certo, lo sforzo del nostro amore è di andare da un fiorista, scegliere il mazzo e pagarlo. Grande esempio di amore. Ma magari c’è il rischio di sbagliare fiore. E allora perché non dare alla donna l’equivalente in denaro in modo che si possa comperare quel che più le piace? Così se la si ama poco le si dà 50 euro, se la si ama da impazzire 1.000 euro. Come? Vi sembra che la si tratti come una prostituta? Sarà dura da digerire, ma che differenza c’è nell’usare il fiorista o il gioielliere per rendere più gentile il “costo” del proprio amore, anziché la banca?

La psicologia legata alla scelta del partner può essere condizionata in negativo dal mito del romanticismo
Scelta del partner: amare chi non ci ama è stupido
Perché essere innamorati di una persona che non ci ama è stupido? Perché non si deve mentire a sé stessi. Se si parla di innamoramento (il termine mi appare chiaro) è umano volere di più di qualcosa del semplice rispetto (per esempio sul piano sessuale). Quindi:
- inconsciamente si spera che le cose cambino, ma allora si vive di illusioni;
- si è disposti a vivere di sogni per sempre (la sindrome della segretaria: di quelle donne che si innamorano del loro capo e lo seguono fedelmente per anni senza nemmeno confessargli il loro amore).
Senza amore non c’è nessuna certezza che per esempio il partner (un amico magari per ora non impegnato sentimentalmente, un collega ecc.) continui a starci vicino. La scelta del partner deve tenerne conto. In fondo se non ci ama e non ha nessun motivo a darci per sempre quello che ora ci dà. Lasciare la propria vita nelle mani di una situazione occasionale non è il massimo. Se ne va e le nostre serenità e tranquillità crollerebbero.
La serenità e la tranquillità non bastano, richiamando il punto b), vivere di sogni fa sopravvivere, non vivere.
LA MAIL
Un partner è per sempre?
Leggendo gli articoli del suo sito mi sono posto una domanda: in base a cosa si può capire e decidere se una persona è quella “giusta”, con la quale passare il resto della vita e metter su famiglia? Darei per scontato che alla base ci debba essere un solido e profondo legame d’amore. Ma come ci si dovrebbe comportare verso i pregi e i difetti del partner? E nei confronti delle sue vedute sulla vita, la salute, lo sport, l’alimentazione, la famiglia, il lavoro ecc.? Si dovrebbe “scegliere” una persona con i nostri stessi punti di vista (ammesso che i nostri siano giusti)? Se il punto di vista dei membri della coppia non collima, si dovrebbe cercare di cambiare, adattarsi o mollare tutto e cercare un’altra persona? Francesco Paolo.
La nostra posizione è chiara: la persona deve migliorare la qualità della nostra vita. Quindi è ovvio che “alla base ci debba essere un solido e profondo legame d’amore”.
Ma come ci si dovrebbe comportare verso i pregi e i difetti del partner?
Si devono considerare soprattutto i difetti e vedere la loro gravità. In particolare è importante che il partner sia equilibrato, cioè che non abbia difetti che poi ricadranno su di noi (come per esempio la gelosia, la mancanza di sufficienza ecc.). Per dirla in breve, ammesso che noi siamo equilibrati (altrimenti prima di cercarci un partner è meglio impegnarci a cercare l’equilibrio), è abbastanza assurdo cercare un partner che non lo sia (in altri termini, uno che nel test di personalità di Albanesi verrebbe buttato fuori inesorabilmente).
Si dovrebbe “scegliere” una persona con i nostri stessi punti di vista (ammesso che i nostri siano giusti)?
All’interno dell’equilibrio ci possono essere delle differenze di vedute, ma deve esserci compatibilità. Per esempio, se io amo e credo nello sport, nella sana alimentazione ecc., non sposerei mai una donna che fosse sedentaria convinta e che ogni anno lievitasse di 2-3 kg. Alla lunga dovrei “subire” il suo stato, magari non a 25 anni, ma sicuramente a 50-60 sì.
>Se il punto di vista dei membri della coppia non collima, si dovrebbe cercare di cambiare, adattarsi o mollare tutto e cercare un’altra persona?
Questo e altri dettagli sono spiegati in La felicità è possibile (il partner). Sinteticamente: cambiare per far piacere all’altro è assurdo, se non si parla di un nostro difetto o vizio (allora è meglio cambiare a prescindere che si abbia o no un partner), come cercare a tutti i costi di far cambiare l’altro è folle (si può consigliare, non ordinare!); adattarsi significa spesso sopravvivere anziché vivere.
Spesso se c’è malessere, dopo un tentativo di chiarimento, se permane, è meglio cercarsi un altro partner (leggete la seconda puntata della “rivoluzione”, dedicata appunto a questo argomento).