La rupofobia è un disturbo di natura psicologica che si caratterizza per la paura dello sporco (il termine è di derivazione greca: rùpos significa sudiciume, sporco, phóbos significa paura).
Si tratta, ovviamente, di una paura patologica, eccessiva, irrazionale, immotivata nei confronti di ciò che si ritiene sporco, non igienico, possibile fonte di contaminazione personale o di persone con le quali si entrerà in contatto (per esempio, il coniuge o i figli).
Secondo alcuni autori, definire questo disturbo come semplice fobia non è del tutto corretto; in effetti, la rupofobia sembra porsi al centro fra fobie e disturbi ossessivo-compulsivi dal momento che in alcuni casi è caratterizzata da segni e sintomi tipici delle fobie come l’evitamento (si evita di toccare ciò che si ritiene contaminante) e le richieste di aiuto (richiesta alle altre persone di attenersi a determinate regole igieniche nel caso di contatto interpersonale), mentre in altri da manifestazioni tipiche dei disturbi ossessivo-compulsivi (lavaggi eccessivi, ripetuti, prolungati di parti del proprio corpo o di oggetti con il quale si è venuti o si verrà a contatto); va comunque specificato che, nella gran parte dei casi, l’aspetto fobico e quello compulsivo sono entrambi presenti, anche se, di norma uno dei due tende sempre a prevalere sull’altro.
La rupofobia è talvolta indicata con altri termini o espressioni come, per esempio, misofobia (non tutti considerano la misofobia come sinonimo di rupofobia, bensì come condizione molto simile, ma comunque a sé stante), germofobia o sindrome di Pilato (in quest’ultimo caso si fa riferimento al gesto di Ponzio Pilato, riportato nel vangelo di Matteo, in cui il prefetto della Giudea si lava le mani davanti al popolo dichiarandosi non responsabile di un’eventuale condanna a morte di Gesù).
La rupofobia è un disturbo che può risultare particolarmente condizionante per il soggetto e può essere causa di un rimarchevole scadimento della qualità della vita (in primis della propria, ma anche di quella delle persone conviventi per motivi familiari o lavorativi).
Rupofobia – Cause
Come nel caso di altre fobie, anche le cause della rupofobia non sono state definite con certezza; è possibile che l’insorgenza del disturbo sia multifattoriale ovvero legata a una serie di fattori diversi: familiari (un’educazione eccessivamente concentrata sulla pulizia), genetici (una storia familiare di disturbo ossessivo-compulsivo), psicologici (disturbo d’ansia) ecc.
Segni e sintomi di rupofobia
Va precisato che esistono forme di rupofobia più o meno gravi.
I segni e i sintomi che caratterizzano il disturbo sono vari.
Il soggetto tende a evitare il più possibile di venire a contatto con determinate cose o di andare in determinati luoghi perché teme che ciò possa essere fonte di contaminazione per sé e per le persone con le quali si troverà a entrare in contatto.
Avendo paura dello sporco, la persona lava continuamente, ripetutamente, spesso in maniera davvero eccessiva, sia il proprio corpo o parti di esso (in particolar modo le mani) sia gli oggetti con i quali entra a contatto in quanto possibile fonte di contaminazione. I lavaggi personali sono frequenti, accurati, prolungati e, generalmente, finiscono per diventare dei veri e propri rituali quotidiani. Per evitare il contatto con lo sporco è frequente il ricorso a guanti o mascherine; comune è l’utilizzo di detergenti, disinfettanti e antisettici. Molto curata è anche l’igiene della casa, degli arredi e degli abiti.
Una delle problematiche maggiori che si verificano nei nuclei familiari in cui è presente un soggetto affetto da rupofobia, è il fatto che questi “obbliga”, di fatto, i conviventi ad assoggettarsi alle sue regole, ai suoi riti di pulizia quotidiana.
Chi soffre di rupofobia spesso chiede che le cose che gli appartengono non siano maneggiate da altri; in altri casi chiede che determinati oggetti, poiché ritenuti contaminanti, vengano maneggiati da altri. Ciò, soprattutto nei casi più severi, può rendere il clima familiare davvero molto pesante.
Si possono avere anche segni e sintomi fisici; per esempio, quando la paura di non poter provvedere a una pulizia accurata della propria persona, dei luoghi o delle cose con cui si viene a contatto prende il sopravvento, si possono avere manifestazioni cliniche più o meno severe come attacchi di panico, crisi ansiose, tachicardia, difficolta respiratorie, sensazione di soffocare, sudorazione algida, vampate di calore, nausea e vomito, secchezza delle fauci, tensione muscolare, sensazione di svenimento, inquietudine ecc.
Paura dello sporco – Conseguenze
Le conseguenze per chi soffre di rupofobia possono essere particolarmente pesanti e, come accennato, la qualità della vita può scadere nettamente; questo perché moltissimi gesti della vita quotidiana rappresentano un vero e proprio pericolo di contaminazione. Come si può facilmente immaginare, ciò finisce per condizionare i rapporti familiari e sociali (scolastici, lavorativi, di amicizia) con il rischio di un vero e proprio isolamento sociale.
Inevitabili anche le ricadute sul tempo libero dal momento che i rituali di pulizia quotidiani, sia della propria persona, sia della casa, possono arrivare a occupare diverse ore.
Se non si prendono provvedimenti, nel lungo termine si possono sviluppare vere e proprie ossessioni che potrebbero persino sfociare in ipocondria, un serio disturbo che si caratterizza per il fatto che il soggetto vive una costante apprensione per la propria salute e per la paura, del tutto immotivata, di essere affetto da una patologia più o meno grave.

La rupofobia è un disturbo di natura psicologica che si caratterizza per la paura dello sporco (il termine è di derivazione greca: rùpos significa sudiciume, sporco, phóbos significa paura).
Rupofobia – Cosa fare per curare la paura dello sporco?
In caso di diagnosi certa di rupofobia, di norma viene consigliata la terapia cognitivo-comportamentale i cui scopi principali sono sia quello di determinare, nei limiti del possibile, quali siano le cause del disturbo, sia quello di insegnare al soggetto a gestire al meglio le reazioni dettate dallo stato di ansia.
Nelle prime fasi della terapia, il medico potrebbe consigliare anche il ricorso a un trattamento farmacologico; tra i farmaci più comunemente utilizzati in caso di rupofobia vi sono gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, gli inibitori delle monoaminoossidasi, i beta-bloccanti e le benzodiazepine.