Uscire dalla routine quotidiana è un’espressione molto comune. Per capirla a fondo si deve partire dal significato della parola routine: una sequenza invariata di azioni, di procedure, con un senso di monotonia. L’aggettivo quotidiana indica che le azioni riguardano la giornata; la locuzione routine quotidiana indica pertanto giornate sempre uguali, fotocopia una dell’altra. Fin qui non ci sarebbe nulla di male perché se le giornate passano all’insegna di momenti felici, ben venga la routine quotidiana. Purtroppo, la locuzione “routine quotidiana” ha assunto una valenza negativa, portando appunto con sé la noia, la monotonia, una specie di encefalogramma piatto della vita. Non a caso, si vuole “uscire” da questa situazione.
Spostandoci sul piano personale chi usa la locuzione “uscire dalla routine quotidiana” non può certo dirsi soddisfatto della sua vita, spesso è infatti vittima della strategia lavorativa del carcerato, quella strategia che vede il lavoro come un’attività fondamentale per la sussistenza economica, ma dalla quale, se si potesse, si vorrebbe evadere se non sempre, molto più spesso di quanto accada in realtà.

Il termine “routine” indica una sequenza invariata di azioni, di procedure, con un senso di monotonia.
L’espressione mi ricorda quando da ragazzo al termine di una serata fra amici c’era qualcuno che proponeva di “andare a prendere un caffè ad Alassio” o altro luogo ligure. Fin da allora non ho mai accettato, rispondendo semplicemente: “ma il caffè lo possiamo prendere anche al bar X che è ancora aperto!”. La risposta poteva apparire ingenua e, fra chi non mi conosceva bene, c’era chi mi tacciava di non capire granché della vita. Negli anni, quelli che proponevano la trasferta ligure hanno sentito sempre più spesso il bisogno di uscire dalla routine quotidiana e i week-end e le ferie si sono trasformati in vere e proprie fughe da una quotidianità non perfettamente digerita. Non avevano imparato a emozionarsi per il quotidiano e hanno incominciato a cercare una botta di vita in cose che quotidiane non sono: in fondo sono sballi come quelli di tanti giovani che cercano di uscire dalla routine con la droga o l’alcol; l’unica differenza è che sono sballi che fanno pochi danni, se non al portafoglio di chi li ricerca, azionando spesso un meccanismo contorto che cronicizza la situazione: lavoro per pagarmi gli sballi con cui fuggo dalla routine quotidiana (della quale anche il lavoro fa parte). Che fare?
- Migliorare la propria situazione lavorativa.
- Trovarsi oggetti d’amore che riempiano la giornata o che comunque diventino il faro delle 24 ore.
Molti criticano la locuzione oggetti d’amore perché esistono già termini italiani come passione (che però può anche essere negativa quando diventa irrazionale) o interessi che però sono altri sballi perché, di fatto, non avendo una grande intensità, rientrano a far parte della routine quotidiana (si veda la differenza fra oggetti d’amore e hobby).
Qual è il punto focale? Un oggetto d’amore non annoia mai, per cui basta averne un numero sufficiente a riempire la giornata e state certi che dalla routine quotidiana non vorreste uscire!