La difesa per risentimento è una forma di errore di dialogo che viene utilizzata per opporsi a un giudizio negativo senza validi motivi.
- Le tue parole mi offendono…
- Perché vuoi impedirmi di…
- Non tollero di essere insultato…
Tutti modi con cui un soggetto (magari nemmeno permaloso per natura) evita il dialogo. Si noti che non ha nessun pregio il fatto che il risentimento sia motivato o no. Se una persona mi dà dello stupido dicendo e motivando che le mie tesi sono stupide, è troppo comodo pretendere di avere ragione solo perché sono stato offeso!
L’offesa nulla ha a che vedere con la materia del contendere.
Di fronte a una difesa per risentimento è necessario verificare la compatibilità con il nostro interlocutore ed eventualmente usare un approccio top down, come spiegato nell’articolo sul dialogo. Altre volte (come nel caso dei permalosi) la compatibilità esisterebbe, si potrebbe discutere, ma di fronte a una frase come
(1) S è negativo.
il nostro interlocutore non trova di meglio che… risentirsi. In realtà, la difesa è una forma di attacco perché sotto sotto c’è l’intenzione di non discutere assolutamente di S che non può essere messo in discussione.
Per esempio, la difesa per risentimento si attua quando si deduce arbitrariamente che la condanna di un concetto implichi la negazione a viverlo. Di fronte a proposizioni come la (1), l’interlocutore, sentendosi toccato nel vivo, non sa fare di meglio che usare la difesa per risentimento: “ah, tu vuoi impedirmi di vivere S (deduzione assolutamente arbitraria)? Chi sei tu per giudicarmi? Ognuno è libero di vivere come vuole” ecc.
È evidente che se si lascia passare la difesa per risentimento ogni giudizio sarebbe impossibile. In realtà, si deve distinguere fra:
- giudizi coercitivi (affermano che S è negativo e vogliono impedirlo);
- giudizi suggeritivi (affermano che S è negativo e consigliano, a mo’ di suggerimento, di non viverlo).
Il primo caso (invero raro quando si parla di qualità della vita fra soggetti compatibili) è quello che porta alla incompatibilità fra gruppi e alla necessità del separatismo.
Il secondo caso è invece comunissimo; si applica per esempio al fastidio che molte discussioni di questo sito possono generare.
Le affermazioni statistiche
Un’affermazione statistica può generare una difesa per risentimento perché il ricevente la interpreta come diretta a lui, personalmente, ragiona in chiave logica a due valori (vero/falso, tutti o nessuno ecc.), anziché statistica.
Se una ricerca mostra che gli appartenenti all’insieme A sono più intelligenti (secondo un certo criterio) degli appartenenti all’insieme B, molti appartenenti all’insieme B la contestano senza nemmeno averne capito le motivazioni: “non è vero, io sono intelligentissimo”. Oltre a un chiaro esempio di analfabetismo statistico, è evidente il risentimento di una controaffermazione piuttosto ingenua.
Prima di vedere un caso concreto (la mail sottostante), analizziamo le varie personalità coinvolte nella difesa per risentimento.
L’irrazionale – Non avendo argomenti razionali, non trova di meglio che risentirsi.
Il debole – Fuggendo ogni forma di scontro, trova comodo usare la difesa per risentimento per inneggiare a una libertà che in realtà è solo fuga dal confronto.
Il violento – Non può accettare una discussione delle proprie idee che ritiene giuste al 100% e allora scatena il risentimento.
Lo statico – Ormai ha chiuso con i cambiamenti nella sua vita e gli fa comodo confondere un “consiglio a cambiare” con un “ordine a farlo”!
Il sopravvivente – Come per lo statico ha trovato una certa serenità nel suo tran tran quotidiano e lo infastidisce metterlo in discussione.

Di fronte a una difesa per risentimento è necessario verificare la compatibilità con il nostro interlocutore ed eventualmente usare un approccio top down
Passioni e difesa per risentimento
È singolare il fatto che quando si attacca una passione di una persona questa risponde con una difesa per risentimento.
In realtà, non c’è niente di buono o cattivo in assoluto. Quando si fa qualcosa è necessario capire come farlo al meglio perché sia positivo per la nostra qualità della vita. Se io amo la pittura, è molto superficiale ritenere tutti gli artisti come esseri superiori. Come, se a me non piace dipingere, è superficiale bocciare tutti quelli che lo fanno. Certo, a volte, data una categoria, si potrà salvare il 90%, altre volte solo l’1% (secondo noi), ma mai 100 o 0.
Per esempio, si può considerare apparente chi compera un gioiello da 10.000 euro, se e solo se non sa distinguerne uno vero da uno falso: degli “acquirenti di gioielli” ha senso salvare chi li sa conoscere per davvero, i veri intenditori.
Quando una persona attacca un proprio oggetto d’amore, si dovrebbe partire sempre con un “anch’io condanno molti modi di …” e spesso alla fine l’interlocutore comprende che il discorso è andato molto più in profondità di una semplice condanna o di un’appassionata promozione.