Domanda fondamentale: le relazioni a distanza possono funzionare? Prima di affrontare l’argomento è necessario definire il concetto di “distanza”. Si tratta di un dato spaziale che però si traduce sempre in un dato temporale, definendo la frequenza o addirittura l’impossibilità dei contatti fra i due partner.
Diciamo che una relazione è a distanza quando è praticamente impedita la frequentazione giornaliera. Se, per esempio, i due partner lavorano e abitano a 30 km di distanza il contatto giornaliero può essere difficile, ma non impossibile. La relazione non è “a distanza” e la “lontananza” può essere vista solo come una condizione (debolmente) penalizzante il rapporto. Diverso il caso in cui i due vivano a 200 km di distanza e si possano vedere soltanto nei week-end.
Relazioni a distanza – Le tipologie
Possiamo definire tre tipi di relazioni a distanza.
- Intermittente; proprio il classico caso dell’incontro nel solo week-end.
- Stabile temporanea; il classico caso in cui, praticamente, si fissa un periodo di tempo in cui è impossibile o molto difficile vedersi, ma tale periodo è determinato a priori. Per esempio, un periodo di studio o di lavoro di sei mesi o un anno fuori dal proprio Paese.
- Stabile costante; come il caso precedente, ma il periodo non è a priori fissato, anche se uno o entrambi i soggetti costituenti la coppia vorrebbero definirlo o concluderlo il più presto possibile.
Il grado di compromissione del rapporto cresce con il crescere della difficoltà di contatto quindi è più piccolo nel caso 1 e massimo nel caso 3.
Da un punto di vista del futuro della coppia si deve anche considerare sia la possibile evoluzione della relazione a distanza (per esempio in 1 uno dei due soggetti potrebbe trasferirsi cambiando lavoro) sia il grado di amore iniziale. Come comportarsi nei tre casi per avere la massima qualità della vita (in altri termini, qual è un comportamento top)?
Nel primo sicuramente si deve aver presente che la relazione non può comunque continuare così all’infinito. Checché se ne dica, durante la settimana i due soggetti intraprenderanno una vita “alternativa” che prima o poi si farà sentire anche nel week-end. Quindi 1 può essere accettabile anche per periodi medio-lunghi, ma solo se fra i partner è chiaro il modo di risolvere la situazione.
A differenza del primo, il secondo caso è in genere limitato a mesi o, al più un anno, perché legato a contratti o condizioni a termine. In questo caso cosa si dovrebbe indagare? La possibilità che il problema si ripeta (pensiamo al caso di un militare che venga o scelga di essere mandato in missione all’estero). Nel caso possa ripresentarsi, la relazione non potrà mai essere granché. Se invece il discorso è una tantum, la relazione può funzionare quanto maggiore è l’amore di partenza.
Il terzo caso di relazione a distanza è decisamente il peggiore e francamente sembra essere una strategia da ultima spiaggia. Difficile parlare di grande amore quando interessi lavorativi prevalgono sui sentimenti.
Nei tre casi i media giocano oggi un ruolo essenziale, spesso diventando surrogati della presenza fisica. Il soggetto s’illude cioè di avere una relazione “normale”, quando ovviamente non è così; quando l’illusione diventa stabile, si perde gran parte della propria obiettività nel giudicare la situazione.
A volte il contatto tramite media non fa altro che evidenziare che il rapporto si sta incrinando, come quando, in attesa di uscire con i propri amici o le proprie amiche, si riceve la telefonata del partner che risulta non propriamente “opportuna”.
In altri termini, deve essere chiaro che il contatto a distanza non può sostituire quello fisico, nemmeno lontanamente (il “non preoccuparti, ci potremo sentire ogni sera via Skype” è indice di un non eccelso interesse).

Le relazioni a distanza possono funzionare?
Una prova di affidabilità
Sapere come una persona giudica le relazioni a distanza è anche un modo di conoscere quanto essa dia importanza alla vita di coppia.
Molti le bocceranno senza appello: “non funzionano”. Anche se si possono criticare per la loro intransigenza sono sicuramente le persone più affidabili perché di fatto considerano una relazione come qualcosa di stabile e piuttosto legante.
Chi invece sarà possibilista sulle relazioni a distanza, in genere è persona che non vuole legarsi più di tanto e dà per scontato che il partner non possa limitare certe sue scelte. Per esempio, quando ci si lega con qualcuno, si dovrebbero responsabilmente considerare le proprie carriere lavorative o le proprie inclinazioni (per esempio quella di viaggiare e vivere nuove esperienze in luoghi diversi). Se si pensa che il lavoro possa allontanare o dividere, si dovrebbe parlarne “prima” e non quando accade!