Può il passato condizionare il nostro futuro, anche quando è ormai ininfluente dal punto di vista pratico?
Molti hanno avuto situazioni familiari non propriamente felici, altri addirittura tragiche. Nell’insieme di persone che non possono vantare un’adolescenza serena si può fare una netta distinzione: chi ha voltato pagina e chi continua a rimuginare sul suo passato. Forse il succo di questo articolo è nel detto popolare che è “inutile piangere sul latte versato”, ma sarebbe troppo facile archiviare il problema di tante persone che non sanno superare il passato.
Ogni storia fa caso a sé e sarebbe opportuno capire su cosa esattamente si ritorna per risolvere la situazione, ma si possono anche tracciare linee del tutto generali.
Alcuni per esempio temono di fare la fine dei loro genitori, senza capire che la genetica è solo una componente piccola del motore che determina le nostre azioni: avere un padre violento predispone a essere genitori violenti solo se non si sottopone a critica l’operato del vecchio genitore. Se lo si fa, spesso si diventa genitori affettuosissimi.
Avere un’infanzia/adolescenza difficili è visto da molti come una condizione penalizzante, ma può diventare una condizione facilitante perché spinge a capire veramente il mondo, per poter sopravvivere. Non appartengo alla schiera di chi ha avuto genitori terribili, ma altre circostanze della vita, decisamente negative, un po’ fortuite, un po’ cercate, mi hanno “costretto” a riflettere veramente per non affondare. Senza di esse forse oggi sarei uno dei tanti sopravviventi con una vita appena sufficiente.
Tali circostanze mi hanno permesso di crearmi una vera autostima, scoprendo valori che mi hanno tenuto a galla, che mi hanno fatto scoprire la voglia di avere un futuro migliore, che mi hanno dato la consapevolezza che potevo prendere nelle mani la mia vita “semplicemente” facendo le scelte giuste che altri mi avevano indicato con le loro scelte sbagliate.

Può il passato condizionare il nostro futuro, anche quando è ormai ininfluente dal punto di vista pratico?
A parole è facile, sulla propria pelle può essere molto difficile. Probabilmente ci vuole anche una forte propensione ad andare avanti, a disinteressarsi sul dove si è forato per raccogliere le energie per cambiare la gomma e ripartire. Troppe persone per esempio restano legate alla propria famiglia, di fatto non attuando quel distacco netto e radicale che crea la persona veramente adulta (ho conosciuto persone all’apparenza normalissime che sono cadute in crisi per la morte di un genitore ottuagenario).
Per capirci, dovremmo mettere in pratica quello che informaticamente si chiama reset: se io fossi stato adottato e vivessi bene nella mia famiglia di adozione, mai mi verrebbe voglia di andare alla ricerca dei miei veri genitori.