La lungimiranza è la capacità di comprendere i possibili sviluppi di una situazione, usata soprattutto per prevenirne o sfruttarne le conseguenze. Uno degli indicatori di stupidità esistenziale è la mancanza di lungimiranza. Questo difetto non permette di gestire le situazioni negative perché spesso un piccolo problema diventa con il tempo un problema molto grave. Un paio di esempi. Animale quasi scomparso, il lupo oggi si è moltiplicato e non è raro trovarlo anche in prossimità dei centri abitati. Chi plaude alla convivenza non capisce che dove ora c’è una coppia di lupi fra qualche anno ci sarà un branco (come è successo coi cinghiali) e ci si potranno scordare scampagnate o piacevoli corse nella natura. L’immigrazione? Che problema c’è se arrivano 100.000 immigrati all’anno? Ma la persona lungimirante si chiede: ma se ne arrivassero un milione? E le azioni da intraprendere sono le stesse: abbattere i lupi che escono dalle zone protette e fermare l’immigrazione economica.
Cosa c’è dietro la mancanza di lungimiranza? I due esempi fatti permettono di rispondere: il buonismo. Sentirsi buoni può fare star bene, ma complica la vita quando porta all’irrazionalità. Tutti sanno che in campo salutistico “prevenire è meglio che curare”, una grande prova di lungimiranza. Peccato che in campo personale e sociale, molti perdono questa lucidità e sposano situazioni traballanti e ingenue. Un grave esempio di mancanza di lungimiranza è stata la dipendenza energetica dalla Russia: in fondo, le bombe cadute sull’Ucraina le hanno finanziate i Paesi occidentali.

Il risparmio è un esempio di lungimiranza
La situazione è poi aggravata quando è presente una mancata autosufficienza. Con i cambiamenti climatici, oggi in agricoltura la siccità pone problemi gravissimi. Gli agricoltori più lungimiranti si sono dotati di invasi per la raccolta dell’acqua piovana e hanno impermeabilizzato i canali d’irrigazione verso i loro campi in modo che l’acqua che arriva dal fiume arrivi tutta e non solo per il 50%. Gli altri che fanno? Piangono miseria, chiedono che gli aiuti (già consistenti) siano aumentati, vogliono continuare a coltivare culture come il riso per le quali è necessaria moltissima acqua. C’è chi in preda al solito buonismo ci dice che è giusto aiutarli e propone soluzioni ingenue come evitare di fare la pasta perché si spreca troppa acqua: peccato che poi la filiera della pasta crollerebbe.
Stesso discorso per i costruttori edili che, per non fallire, vogliono che lo Stato faciliti i cittadini, pagando le ristrutturazioni “verdi”, ora che la popolazione stabile e il gravissimo problema del consumo di suolo impediscono di fatto grandi affari con la costruzione di nuove case. Ma quando le ristrutturazioni saranno finite e nel giro di qualche anno le casse dello Stato saranno in default che faranno? Molti falliranno lo stesso, incapaci di riciclarsi. Agricoltori, costruttori, indotto delle auto diesel o a benzina tutti chiedono aiuti, senza capire che “ognuno deve imparare a portare il proprio zaino” (motto degli scout). Mancanza di lungimiranza, buonismo e mancanza di autosufficienza sono la Trinità del cittadino di serie B.