Ipocrisia è un termine che deriva dal greco e indica una finzione, una bugia. In realtà, trattasi sempre di bugia mascherata: la persona pretende di possedere capacità, ideali o virtù che in realtà non possiede. L’ipocrisia è stata a lungo oggetto di interesse per gli psicologi (tralasciando chi come Kierkegaard utilizzava risonanze sentimentali per assolverla: tutti nasciamo ipocriti).
Machiavelli osservò che “la massa dell’umanità accetta ciò che sembra per ciò che è; anzi, spesso è toccata più dalle apparenze che dalla realtà”. Poiché è molto più difficile essere giusti che sembrare giusti, e poiché la pigrizia è insita nel profondo della natura umana, gli esseri umani scelgono più spesso l’apparenza rispetto alla realtà. Quindi l’ipocrisia sarebbe una conseguenza delle personalità apparente e/o svogliata che pervade l’ipocrita (e chi lo giudica).
In psicologia abbiamo chi, anche implicitamente, assolve l’ipocrisia come Jung che la valuta come la non consapevolezza del lato oscuro della propria natura, spesso dovuta ai condizionamenti ricevuti dalla religione o dalla società.
Una visione forse troppo irrazionale dell’ipocrisia è quella data da Benjamin Franklin: “nel ragionamento quotidiano, gli esseri umani fanno poco per ottenere prove reali quando prendono posizioni o prendono decisioni, e ancora meno per ottenere prove per posizioni opposte. Invece, tendono a fabbricare “pseudo-prove”, spesso dopo che la decisione era già stata presa”. Si tratta della teoria dell’autoinganno: quando viene chiesto di valutare sé stessi in base a virtù, abilità o altri tratti desiderabili (tra cui etica, intelligenza, capacità di guida e abilità sessuali), una grande maggioranza afferma di essere al di sopra della media. Potere e privilegio amplificano la distorsione: il 94% dei professori universitari pensa di svolgere un lavoro al di sopra della media. Questo effetto è più debole nei Paesi asiatici e in altre culture che apprezzano il gruppo più del sé.
Il Personalismo è molto vicino alla posizione di Machiavelli: apparire migliori in base alla scala di valori che i condizionamenti ricevuti hanno imposto è la molla che fa scattare la “necessità” di essere ipocriti. Una personalità svogliata o debole avrà poi comunque grandi difficoltà a uscire dal tunnel dell’ipocrisia. Analogamente, una personalità violenta la userà per ottenere riconoscimenti e/o posizioni senza la necessità dell’uso della forza.
Ipocrisia – Esempi
Il buonismo è la forma più deprecabile di ipocrisia e rimandiamo all’articolo corrispondente per approfondire; diciamo anche che alcune personalità hanno sottopersonalità caratterizzate proprio dall’ipocrisia (per esempio, i patosensibili ipocriti).
Come vedremo, l’ipocrisia è frutto di condizionamenti e/o di scelte individuali dove prevale un egoismo giustificato, ma incompatibile con la condanna da parte dell’ipocrita di chi è giudicato “più egoista” con un livello di egoismo che è il singolo stesso che definisce accettabile a seconda dei suoi bisogni!
Religione – L’ipocrisia appartiene a tutti i cristiani/cattolici che, di fatto, non si comportano come San Francesco, cioè nel mondo occidentale la quasi totalità dei credenti. Sono pronti a donare una cifra irrisoria dei loro ricavi (dona 9 euro al mese) per tacitarsi la coscienza, ma poi non possono rinunciare ad abbassare il loro tenore di vita, facendo a meno di vacanze, pranzi non certo da mensa dei poveri, case più lussuose del minimo necessario, auto un po’ confortevoli: insomma, sono loro a fissare cosa si può donare e cosa ci si deve tenere stretti per non “vivere peggio”: un’etica assolutamente relativistica che comunque li autoassolve e si autoreferenzia per colpire chi ha fissato la soglia a zero e “non dona nulla”.
Ambiente – Che dire di chi si sente santo perché inquina di meno degli altri per scelte che di fatto non sono le sole possibili, ma solo quelle che lui si sente di sostenere senza vivere peggio (per esempio, il banale uso dell’auto per andare a trascorrere lontano un bel week-end). C’è il vegetariano che è contro l’uccisione di animali allevati, ma poi non può rinunciare all’affetto di un cane cui dà cibi che hanno comportato l’uccisione di quegli animali a lui tanto cari.
Società – Un discorso analogo ai precedenti è quello del super-ricco che devolve una quota minima del suo patrimonio non per andare in paradiso o per sentirsi buono e migliore degli altri, ma solo per avere il riconoscimento sociale. Chi ha un patrimonio di un miliardo di euro e dona 100.000 euro per dare il suo nome all’ala di un ospedale è paragonabile a chi ha un patrimonio di 100.000 euro e dona 10 euro!
Politica – Che ogni parte politica tiri l’acqua al proprio mulino può aver senso, ma che dire di chi lo fa millantando una superiorità morale che non ha? Che dire del politico/sindacalista che bolla come antisociale chi, per esempio, evade 50.000 euro di imposte e poi sia adopra per far ottenere contributi e aiuti per un importo simile, falsificando/forzando la realtà a favore di chi lo sostiene?
Diritto – Anche nel diritto c’è molta ipocrisia, quando le leggi non riescono a correre dietro ai tempi e cercano improbabili mediazioni con il passato. Si pensi, per esempio, al reato di “atti osceni in luogo pubblico”. Una locuzione completamente irrazionale. La norma vuole probabilmente evitare che bambini e adolescenti non ancora sessualmente maturi possano essere esposti alla visione di atti che potrebbero turbarne la crescita (anche se ci sono ormai molti adolescenti che potrebbero tenere un corso di educazione sessuale a tanti giudici). Quello che è irrazionale e ipocrita è l’aggettivo. Se l’atto è osceno, forse è logico che si possa non sanzionare in luogo privato, ma resta osceno. Chiunque faccia sesso, a casa propria, con il proprio coniuge commette un atto osceno e quindi contrario alla morale. Ovvio che l’espressione dovrebbe essere tramutata in “atti erotici in luogo pubblico”, ma l’ipocrisia domina e si vuol far credere che per tante persone l’atto sia comunque sempre al limite dell’etica.

Ipocrisia deriva dal greco ypòcrisis, rappresentazione, il porgersi di un attore, quindi finzione
Le 10 frasi (aforismi) più belle sull’ipocrisia
- Andreotti – Molti di coloro che parlano di etica, a forza di discuterne non hanno poi il tempo di praticarla.
- Freud – Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
- Galileo – Chi non conosce la verità è sciocco, ma chi pur conoscendola la chiama menzogna è un criminale.
- Lutero – La superstizione, l’idolatria e l’ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l’elemosina.
- Maometto – Anche l’ipocrita ha tre segni di riconoscimento: quando parla, mente; quando promette, manca alla promessa data; quando ci si fida di lui, tradisce.
- Molière (Don Juan) – L’ipocrisia è un vizio alla moda e tutti i vizi alla moda passano per virtù.
- Omero – Per me odioso, come le porte dell’Ade, è l’uomo che occulta una cosa nel suo seno e ne dice un’altra.
- Pirandello – Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
- Thackeray – Ci sono tanti diamanti falsi in questa vita che passano per veri, e viceversa.
- Wilde – Non siamo mai così poco liberi come quando tentiamo di recitare.