Chi è l’incivile? Riflettendo su questa domanda ho scoperto una curiosa situazione linguistica. Quando parliamo di civiltà in genere ci riferiamo a una società, a un gruppo di persone. Quando parliamo di inciviltà invece siamo sempre ricondotti al singolo, all’incivile appunto.
Nessuno definirebbe la società italiana dell’800 come incivile, anche se molti aspetti di essa sono sicuramente oggi discutibili (allora molte persone mi avrebbero sfidato a duello…).
Meglio quindi parlare di soggetto incivile, piuttosto che di inciviltà generale. Il discorso generale è spesso ozioso e per niente razionale perché quasi sempre si danno per assoluti punti che altri potrebbero non riconoscere come tali.
Se uno butta cartacce per strada è però difficile difenderlo e si può solo discutere sul suo grado di inciviltà. Questo esempio può aiutare nello stilare un semplice metodo per valutare quanto una persona sia incivile.
Prima di farlo, è necessario sottolineare la differenza fra inciviltà e cattiva educazione; i gesti di cattiva educazione non sono ascrivibili (se non molto forzatamente) a comportamenti illegali. Per esempio, cercare di saltare una fila è da maleducati, ma, che io sappia, non esiste una legge che disciplini le file e le disposizioni in materia vengono gestite da chi ha la responsabilità dell’ambiente.
Regola dell’incivile
Un soggetto è tanto più incivile quanto più si fa le sue leggi, ignorando quelle sociali e pretendendo di avere ragione.
Applichiamo la regola e vedremo che tiene in moltissimi casi.
- Parcheggiare in doppia, tripla fila (perché tutti fanno così).
- Buttare i rifiuti lungo strade o non fare una corretta raccolta differenziata.
- Non dare la precedenza ai pedoni sulle strisce (se lo facessi ogni volta, arriverei al lavoro con mezz’ora di ritardo).
- Scrivere sms alla guida (non sono certo imbranato: io riesco a farlo e a guidare contemporaneamente).
- Prendersi dei permessi di lavoro ingiustificati (perché mi chiami “furbetto del cartellino”? Lo fanno tutti!).
- Gettare cartacce, mozziconi di sigaretta o altri rifiuti per terra (colpa del comune che non mette un cestino ogni 50 m).
- Non raccogliere le deiezioni dei propri cani (non l’ha fatta per strada, ma sull’aiuola).
- Portare a spasso i cani liberi in spazi non dedicati alla libera circolazione dei cani* (non si preoccupi, non fa nulla).
- Non curarsi delle intemperanze e delle grida dei propri figli (tanto sono bambini).
- Scrivere sui muri delle città (la mia è arte!).
L’elenco potrebbe continuare con azioni anche più gravi e odiosi come per esempio l’abitudine di certi uomini di mettere le mani addosso a una donna (molestia) semplicemente per vedere se lei ci sta. Insomma, il concetto è chiaro: se tu ti fai le tue leggi, derogando da quelle della società e pretendendo di avere ragione (questo è il punto che distingue l’inciviltà dalla disobbedienza civile), allora non c’è scampo: sei un incivile!
* Ricordo che l’art. 842 del Codice Civile vieta l’accesso a fondi altrui senza il consenso del proprietario, se non a scopo di caccia.