La gratitudine è un sentimento che comporta affetto verso chi ci ha migliorato la nostra vita (in termini classici “ci ha fatto del bene”); tale sentimento ci porta a voler ricambiare il beneficio ricevuto: gratitudine diventa sinonimo di riconoscenza.
Si differenzia dall’amore perché non è detto che si manifesti con azioni, anzi il più delle volte risulta come un debito sulla carta che magari il creditore non si sogna nemmeno di riscuotere.
Per il Personalismo la gratitudine non deve essere confusa con “ciò che riceviamo”, ma deve basarsi su “ciò che ha migliorato la nostra vita”. Il caso classico è quello del genitore che ritiene il figlio ingrato perché non gli presta più attenzioni. In realtà, il distacco si basa proprio sul fatto che un soggetto equilibrato non valuta in modo assoluto ed eterno ciò che ha ricevuto dai genitori, anzi spesso lo reputa “parzialmente insufficiente” per vivere la propria vita. La situazione è sicuramente molto più comune al giorno d’oggi dove molti giovani apprendono della vita più da un ambito extrafamiliare che dalla famiglia che provvede al supporto economico, peraltro “dovuto” per lo meno nei termini di un tenore di vita allineato con quello del nucleo familiare.
Il figlio “ingrato” può certo essere un egoista, ma può anche essere il caso del ragazzo che non ha ricevuto l’amore dei genitori in un modo utile a migliorare la sua vita; in un certo senso, l’amore dei genitori va “sprecato” se il figlio non ne “sente” la portata.
Chiarito come valutare la riconoscenza dovuta, come quantificarla? La gratitudine è un debito che abbiamo, ma quanto è grande? La quantificazione passa attraverso la domanda:
quanto siamo disposti a investire come risorse ed energie per saldare il nostro debito con un’azione veramente necessaria alla qualità della vita del nostro creditore?
La parola “necessaria” è fondamentale. Non rientrano nell’ambito della gratitudine tutte quelle azioni che ci sono richieste senza una reale necessità. Un esempio: un vecchio amico, che ci era molto caro tanti anni fa, improvvisamente si rifà vivo e ci invita per un week-end. Possiamo andarci o no; se non ci andiamo per altri impegni, anche banali, ma facenti parte della nostra vita attuale e ai quali non vogliamo rinunciare senza scadimento della qualità della nostra vita, l’amico non può risentirsi perché “non c’era nessuna necessità”.
Va da sé che il debito si “svaluta” più passa il tempo. Caso classico è il distacco dai genitori o il legame con vecchi compagni di scuola. Si potrebbe dire che il tempo “inflaziona” la gratitudine che noi proviamo.

La gratitudine è un debito che abbiamo, ma quanto è grande?
Celebri frasi sulla gratitudine
Che cosa invecchia presto? La gratitudine. (Aristotele)
La gratitudine è un debito che di solito si va accumulando, come succede per i ricatti: più paghi, più te ne chiedono. (Mark Twain)
La gratitudine è il fiore più bello che sboccia dall’anima. (Henry Ward Beecher)
La misura di ogni felicità è la gratitudine. (Gilbert Keith Chesterton)
Io sosterrò sempre che il ringraziamento è la più alta forma di pensiero, e che la gratitudine non è altro che una felicità raddoppiata dalla sorpresa. (Gilbert Keith Chesterton)
La gratitudine non è soltanto la più grande delle virtù, ma anche la madre di tutte le altre virtù. (Marco Tullio Cicerone)
Se incontriamo qualcuno che ci deve gratitudine, subito ricordiamo il motivo. Ma quante volte incontriamo qualcuno cui siamo noi a dovere gratitudine, e non ricordiamo più nulla! (Johann Wolfgang Goethe)
I genitori che si aspettano gratitudine dai figli (e c’è persino chi la pretende) sono come usurai: rischiano volentieri il capitale pur di incassare gli interessi. (Franz Kafka)
Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare. (Melanie Klein)
Nella maggioranza degli uomini è solo un desiderio velato di ricevere maggiori benefici. (François de La Rochefoucauld)
La gratitudine è la più squisita forma di cortesia. (Jacques Maritain)
Quando la gratitudine di molti verso qualcosa getta via ogni pudore, nasce la fama. (Friedrich Nietzsche)
Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima. (Marcel Proust)
Un sentimento che sta a metà strada fra il beneficio ricevuto e quello previsto o atteso. (Ambrose Bierce)
È il distintivo delle anime nobili. (Esopo)