Partendo dal timore che un rivale ottenga l’affetto di qualcuno a noi caro, la gelosia trasforma questo timore in azioni liberticide volte a impedire che ciò avvenga. Si può ledere la libertà fisica, psicologica, della privacy ecc., ma la gelosia è sempre una forma di violenza non criminale. Purtroppo una delle forme più diffuse e sottovalutate.
Nella nostra società vengono diffusi messaggi addirittura positivi:
- essere gelosi è una prova d’amore (romantico)
- se non sei geloso non tieni alla persona amata (romantico)
- tutti si è gelosi, chi non lo e? (sopravvivente)
- un po’ di sana gelosia ci vuole (violento).
Tutte queste frasi per il Personalismo sono indicative di una mentalità arretrata e/o incapace di trovare una visione coerente della vita.
La gelosia è patologica?
La gelosia è sempre patologica. La gelosia che alcuni definiscono “sana” è quella che non porta ad azione liberticide nei confronti della persona oggetto della gelosia, ma è evidente che anche la gelosia sana è sempre un sentimento che deprime la qualità della vita del soggetto (che “soffre in silenzio”). Si può discutere sulla gravità, ma, come la rabbia, non è mai un comportamento equilibrato. La gelosia non è una prova d’amore perché l’amore non può prescindere dal lasciare all’altro la libertà e la libertà include anche quella di non volerci più bene. In altri termini, essere gelosi prevede in qualche modo di limitare la libertà dell’altro, come per esempio seguirlo, leggere i suoi sms, pretendere che non frequenti certi ambienti ecc. E la limitazione della libertà altrui è una tipica espressione della violenza non criminale. Non importa se c’è stato un patto più o meno esplicito (si è sposati, si convive, si è fidanzati ecc.): l’altro deve potere avere la facoltà di rescinderlo e quello che noi possiamo fare è provare delusione o giudicare molto negativamente la persona che ci ha lasciato.
Chiunque desidera che il partner sia un po’ geloso ha in realtà una visione dell’amore con catene che può essere tipica del romantico o dell’insufficiente, ma certamente non è il massimo. Stare insieme deve migliorare la qualità della vita e rinchiudersi nelle sbarre della gelosia è difficile che lo faccia.
Che tutti siano gelosi è la classica sciocchezza, il classico errore di generalizzazione, la classica posizione del sopravvivente (tutti hanno vizi/problemi, chi non ne ha?) che generalizza per coprire la sua mediocrità.

Secondo un’inchiesta condotta su 1.000 giovani dai 16 ai 21 anni, ben il 65% degli intervistati è geloso, e di questi l’80% è donna
L’ultima frase dell’elenco è il sale di molte discussioni da talk show. Fa il pari con un’altra frase tipicamente violenta: quando ci vuole ci vuole, classica del genitore che dà una sberla al figlio invece di riflettere sul perché l’educazione che gli ha dato è stata insufficiente. In sostanza, si vuole far passare un vizio come una virtù, una strategia propria di chi ha una mediocre caratura morale. Spesso dietro a quel “sana” c’è la teoria che la gelosia sarebbe positiva se è “giustificata” (se cioè l’altro mostra comportamenti che possano far pensare al tradimento). Una tesi incomprensibile: come si può amare una persona che pensiamo possa tradirci? Disperazione, strategia dell’ultima spiaggia, paura di rimanere soli, incapacità di vivere da soli (insufficienza): nessuna di queste “giustificazioni” è tipica della persona equilibrata. In genere, la risposta all’ultima domanda è: ma tutti, messi in certe condizioni, possono tradire! Una sciocchezza, un colossale errore di generalizzazione che parte dal generalizzare a tutti la propria personalità (il soggetto sente che può tradire e pensa che anche altri lo facciano) oppure dal generalizzare un comportamento comune (vedasi Tradimento), ma non certo globale (si veda la parte finale di Nicole Ki???). Da rilevare che anche la gelosia, oltre che giustificata, anche “certa” (il partner ci ha già tradito, non perde occasione di guardare ogni nostro/a rivale ecc.) è indicativa di una personalità non ottimale: che senso ha stare con una persona che ci peggiora la vita? Per romanticismo? Per debolezza o insufficienza?
Chiunque voglia giustificare la propria gelosia può essere un violento puro (il partner è “mio”), un violento con personalità anche insufficiente (“che faccio se mi lascia?”), un debole (la gelosia è ammessa perché è sostanzialmente un compromesso fra il vero e libero amore e la paura di rimanere soli), un romantico (l’amore è tutto), ma sicuramente non è una persona equilibrata.
Ricapitolando, giustificata o no, la gelosia è sempre una forma di violenta (il partner in qualche modo mi appartiene) stupidità (alla base delle mie giustificazioni ci sono grossolani errori razionali). Prova ne è che spesso si è gelosi a prescindere dal partner, cioè la gelosia è un tratto caratteristico della personalità.
Se avete amici che sono gelosi cercate di far loro presente le pesanti conseguenze della gelosia; se voi siete gelosi/e, beh, prima di amare qualcuno, abbiate l’onestà intellettuale di tentare di cambiare.