Il furbastro è un esempio subdolo di violenza non criminale. Nel violento criminale la forza viene esercitata in modo manifesto, sia fisicamente sia psicologicamente (pensiamo a certi fenomeni di bullismo); stessa cosa dicasi per il violento non criminale che è per esempio geloso oppure picchia il figlio ribelle.
La strategia del furbastro è l’uso dell’astuzia (furbizia) per avere un tornaconto personale, in genere senza che la vittima (persona o società) se ne accorga tempestivamente.
Purtroppo molti furbastri pensano di essere persone top solo perché hanno un qualche successo nella vita. Niente di più sbagliato. I loro successi derivano solo dalla naturale (nel senso che non si può evitare) discrepanza fra leggi e giustizia. Il furbastro interpreta le leggi, le aggira, le modella a suo piacimento, in sostanza è quello che molti, con linguaggio comune, chiamano amorale. Si tratta del personaggio a cui è possibile dedicare la giornata dell’onesta, sperando che almeno per un giorno si ravveda.
La competitività che c’è nella nostra società, la promozione dell’autostima da risultato, concetti come successo, carriera ecc. fanno sì che chi è violento non criminale trovi quasi un gioco servirsi degli altri o aggirare le leggi a proprio vantaggio. Il furbastro, di fatto, rende assoluto l’egoismo, giustificandosi inconsciamente con il fatto che “un po’ tutti siamo egoisti”. Non ha cioè capito che
come la ragione limita i confini in cui i sentimenti non fanno danni, così la legge limita gli egoismi individuali permettendo di svilupparsi con naturalezza.
Forzando un po’ il concetto si può dire che, solo rispettando le leggi, il singolo può manifestare il suo sano egoismo. Ovviamente il furbastro ci dirà subito che lui le leggi non le infrange (al più le aggira, le reinterpreta). In realtà, sono proprio le risorse che impiega per “essere legale senza esserlo” che lo smascherano. Un avvocato può far assolvere un cliente usando un cavillo, pur sapendo che il suo cliente è colpevole. Legale, ma l’azione necessaria per l’assoluzione è un esempio di forza collegata a una violenza non criminale. Soprattutto perché c’è coscienza di questa azione.
Sono esempi di furbastri tutti quelli che nella vita privata o nel lavoro ingannano gli altri e godono di questa loro abilità:
- colui che fa credere al partner (che sogna l’amore perfetto) di essere amato, prima di gettarlo via per rincorrere altri amori;
- l’avvocato che fa assolvere il cliente che sa colpevole grazie a un cavillo (in caso di colpevolezza, la miglior difesa non vuol dire cambiare la realtà, ma assicurare le migliori attenuanti al colpevole);
- l’imprenditore che agisce secondo la logica che gli affari sono affari;
- il farmacista che vende prodotti che sa di discutibile efficacia;
- il medico che vede nel cliente solo una fonte di guadagno e gli tace la sua incapacità alla cura;
- il barista che vende le sigarette pur sapendo che sono dannose o che piazza una schiera di macchinette con cui i clienti (che lui compatisce) si rovinano e che si giustifica dicendo “se non lo faccio io, lo fa qualcun altro”;
- l’evasore che evade “perché tanto lo fanno tutti”;
- il bancario che spinge il cliente verso certi titoli della banca tacendogli di opzioni più convenienti;
- il mago che fa credere allo sprovveduto che il malocchio esiste;
- il negoziante che dice alla cliente che “il vestito su di lei è perfetto”, quando pensa che sia orribile;
- il politico che sa benissimo che il suo gioco politico è “sporco”, ma, tutto sommato, si inorgoglisce per questa sua furbizia.

Il furbastro riesce spesso a raggiungere i suoi obiettivi, ma vive sempre in bilico per quanto riguarda il giudizio degli altri
Gli esempi sono infiniti, ma basta questo breve elenco per far capire che persone oneste attorno a noi ce ne sono poche e che tutti sono pronti a scagliarsi contro la disonestà altrui giustificando la propria con giri di vuote parole.
Questa furbizia è anche il limite al miglioramento esistenziale del furbastro perché, se è vero che la qualità della sua vita è spesso buona, non arriva mai all’eccellenza, penalizzata dalla diffidenza che certi comportamenti naturalmente insinuano nelle menti di chi proprio stupido non è. Due furbastri non potranno mai fidarsi l’uno dell’altro: basta questa considerazione per capire quanto il mondo dell’amore del furbastro sia traballante, situazione che nel tempo diventa sempre più penalizzante.