Il fobico è un soggetto che ha un’esagerata, stabile e pseudorazionale paura verso qualcosa o qualcuno.
Infatti la loro strategia preferita è quella della fuga. In termini pratici il fobico è un soggetto che, in previsione di un pericolo potenzialmente grave, anziché valutare tutte le soluzioni, i rischi contro i benefici ecc. opta quasi immediatamente per quella soluzione che “evita” il pericolo. Ma non basta. Il vero fobico pone alla base della sua scelta un’analisi razionaleggiante della situazione in cui i pericoli sono ampliati; in altri termini, c’è un “pessimismo razionale” dietro alle sue scelte.
La diagnosi differenziale
La personalità fobica richiama immediatamente il concetto di fobia, ma sarebbe un errore stabilire una frettolosa equivalenza. Innanzitutto perché, quando la fobia è patologica, il Neocinismo cede il passo alla psichiatria.
Lo svogliato fugge semplicemente perché la strategia di fuga è motivata da una bassa forza di volontà anevrotica.
Rispetto a un soggetto patologico, i fobici comunque non assolutizzano la loro strategia di fuga. Per esempio l’ipocondriaco psicotico/nevrotico dà per scontato che si ammalerà, vedendo un’altissima probabilità che ciò accada, praticamente una certezza. Nel fobico tale probabilità è (razionalmente) decisamente sovrastimata, ma comunque non c’è “certezza”.
La diagnosi con l’irrazionale è facile perché l’irrazionale non fa nessuna analisi razionale del problema, preferendo affidarsi ad altre strategie.
Anche un debole può apparire fobico, ma tenderà a utilizzare più la strategia del compromesso che quella della fuga. Ovviamente una persona può essere debole e paurosa a un tempo.
Infine nell’insofferente la strategia di fuga non è conseguenza di una paura quanto della gestione di un’aspettativa mancata (ved. la celebre favola della volpe e l’uva).
Le tipologie
Semplificando, agli estremi esistono due tipi di fobico: quello debole in cui è presente anche parallelamente una forte componente debole e quello forte, in cui la personalità “debole” è marginale.
Il fobico forte applica il principio di precauzione solo su grandi temi che sfuggono al controllo del singolo, mentre quello debole lo applica anche a molte situazioni che potrebbe facilmente controllare (per esempio la guida della macchina o la sicurezza della propria casa).
Il principio di precauzione è una norma in materia di sicurezza dell’ambiente che afferma che ove vi siano minacce di danno serio o irreversibile, l’assenza di certezze scientifiche non deve essere usata come ragione per impedire che si adottino misure di prevenzione della degradazione ambientale.
Esiste una profonda differenza fra la norma (fra l’altro ratificata dall’Unione Europea) e il suo stravolgimento pratico. Infatti, la norma stabilisce che il non essere certi (scientificamente) che X fa male non deve impedire di adottare precauzioni nel maneggiare X. L’arbitraria estensione arriva a negare X perché potrebbe far male. Un esempio classico può essere quello del fucile. Il principio di precauzione adottato correttamente porta, non sapendo se un fucile è carico o meno, a maneggiarlo sempre con cura, mai puntandolo per esempio verso un’altra persona, nemmeno per gioco. L’adozione errata del principio è invece il rifiuto di maneggiare il fucile perché potrebbe nuocere.
Anche in questo caso è necessario notare che il fobico usa razionalmente il principio di precauzione (spesso esagerando i dati negativi), mentre l’irrazionale lo trasforma nella massima se una cosa può far male, evitala! Nell’irrazionale non c’è un’elaborazione razionale dei dati, nel fobico tale elaborazione c’è anche se sovrastima grandemente gli aspetti negativi.
Sostanzialmente il fobico vuole “dimostrare” il pericolo; nel caso di una patologia come quella della mucca pazza o dell’influenza aviaria l’irrazionale si asterrà tout court dal comprare carne bovina o di pollo, mentre il fobico s’informerà sui dati e li interpreterà con pessimismo razionale.
Se non è abbastanza forte, nei rapporti umani il fobico teme ogni situazione in cui c’è rischio, soprattutto legato alla violenza e alla criminalità. Ciò si trasforma spesso in un’insicurezza esistenziale nell’ambiente in cui vive e/o lavora perché la paura di furti e aggressioni avvelena tanti suoi momenti.

I fobici possono essere veri e propri malati oppure solo persone con tratti psicologici caratterizzanti
La qualità della vita dei fobici
La vita del fobico può essere più o meno positiva. Dipende sostanzialmente da:
- il grado di forza. Quanto più è alto, tanto più il fobico vivrà poche situazioni di fuga perché saprà “dominare” tante situazioni.
- La facilità della fuga. È vero che prima o poi le paure saldano il conto (in altri termini: non si può sempre fuggire!), ma è pur vero che alcune sono quotidiane, altre sono occasionali. Se non può evitare il pericolo, ecco che scatta l’ansia generata dalla paura.
In altri termini, quanto più il fobico è forte, tanto più saranno ristretti gli ambiti e le occasioni della sua paura. Per esempio, un soggetto apparentemente normale, già adulto, un giorno, al ritorno dal lavoro, passando su un lungo ponte sul Po viene colto da un attacco di panico perché “potenzialmente” il ponte potrebbe crollare. S’informa e scopre che i lavori di ristrutturazione sono stati differiti, che il ponte risale a 70 anni fa ecc. Per un lungo periodo ogni ritorno a casa per lui diventa un incubo, finché con un’ottima strategia di fuga decide di cambiare casa, evitando il passaggio del fiume.
Alcuni fobici avvertono come pericolo “potenziale” la circolazione stradale e infatti non prendono la patente o (vedasi mamme apprensive) sono in ansia se loro o i loro cari devono intraprendere un lungo viaggio in macchina. Anche in questo caso, a sostegno della sua tesi, il fobico porta dati e scenari interpretati con il suo pessimismo razionale.
La demolizione della personalità fobica passa attraverso l’esame della fattispecie (cioè del caso particolare), demolendo il suo pessimismo razionale con la stessa razionalità che il fobico dice di usare. Ovviamente quanto più il fobico è debole tante più occasioni ci saranno di mostrare la sua natura e tanto più difficile diventerà ragionare sui singoli casi particolari.
* L’ipocondriaco è il soggetto affetto da ipocondria ovvero:
- 1 (med.) manifestazione nevrotica caratterizzata da una preoccupazione morbosa per la propria salute
- 2 (lett.) depressione, grave malinconia.
(Fonte: Dizionario Garzanti online)