In psicologia, diversità indica una differenza sensibile nella personalità di due o più soggetti. Il concetto è importante, fondamentale per gestire in modo positivo le relazioni umane. Un uomo e una donna possono essere diversi, il loro matrimonio potrà essere felice? Due soci di un’azienda sono diversi, l’azienda ne subirà le conseguenze o ne trarrà vantaggio?
Cosa si intende per “sensibile”? Si intende, nell’ambito di frequentazione, un difetto che, da solo basterebbe per non ritenere interessante l’altra persona perché troppo penalizzante. In altre persone riterremmo quel difetto “insopportabile“, ma, per vari motivi, su quella oggetto della nostra frequentazione “ci passiamo sopra”.
Se un soggetto ha una personalità critica (per esempio è un apparente), per valutarne l’incompatibilità con un altro occorre verificare quanto quella personalità è presente nella seconda persona. Se per esempio essa è una persona molto semplice, sarà francamente incompatibile con il nostro apparente.
Analogamente, se un soggetto è un mistico (cioè un religioso realmente praticante e per il quale la religione è il faro delle sue azioni), non potrà essere compatibile con chi è agnostico o ateo; e probabilmente non lo è anche con chi si dichiara credente, ma non pratica mai!
L’errore comune è di “accettare il difetto”:
- Sperando di cambiare la persona
- Mascherandolo con altri tratti positivi.
La prima strategia è spesso destinata al fallimento, soprattutto se non è riuscita durante i primi contatti. Se X ritiene il vizio del fumo un difetto insopportabile la sua relazione con Y che fuma può funzionare se Y smette praticamente subito di fumare.
La seconda strategia può portare a una situazione di compromesso che può durare anche a lungo, ma che può esplodere in ogni momento. Nella gestione di un’azienda se X ha una politica sugli investimenti molto conservativa, mentre Y è ottimisticamente portato a investire in ogni novità, finché la situazione aziendale è positiva tutto può funzionare, ma quando l’azienda va in rosso scoppia la guerra fra i soci.
Ricapitolando, la diversità funziona se le differenze nella personalità non sono viste come “difetti insopportabili”.

Nel linguaggio comune si esprime la diversità come il confronto tra due frutti che facilmente si riconoscono diversi. Due soggetti con personalità incompatibili sono “frutti umani diversi”.
Diversità in ambito sociale
La diversità in ambito sociale è quella che può originare fenomeni di razzismo, di omofobia, di odio religioso ecc. Il meccanismo è simile a quello della diversità fra singole coppie di soggetti: la fondamentale differenza è che in questo caso la diversità dell’altro ci viene “imposta” dalla convivenza sociale.
Per gestire razionalmente la situazione è necessario sostituire la locuzione difetto insormontabile con delitto.
Partiamo da una posizione nettamente scorretta, una frase di un certo Agostino Degas che ha avuto un certo seguito in Rete. “Non è la diversità che rende difficile la convivenza. È la paura, l’ignoranza, l’arroganza, la cattiveria, la diffidenza. La diversità, se c’è reciproco rispetto, è bella e positiva, perché incuriosisce, affascina ed arricchisce tutti”.
Da un punto di vista razionale è un grave errore. Per esserci reciproco rispetto ci deve essere compatibilità, ma, se per Tizio X è un diritto e per Caio X è un delitto, come possono rispettarsi?” Eppure, tanti, affascinati dalla “belle parole”, ci cascano e vedono nella risonanza sentimentale di Degas qualcosa di “illuminante”. Chi non è ancora convinto dell’inconsistenza della riflessione, consideri un nazista, un mafioso o una qualunque persona che ritenga eticamente riprovevole; la sua diversità lo “arricchisce”? Altre note risonanze sentimentali, di scarso spessore razionale: Ama il prossimo tuo come te stesso, Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, La mia libertà finisce dove inizia la vostra.
Non ci può essere rispetto e stima per chi è incompatibile con noi, ma solo tolleranza. Se si vogliono migliorare le cose, smussando o eliminando le incompatibilità non servono certo le risonanze sentimentali. Ci sono due strumenti:
- Il separatismo. Verificato che non è possibile che nessuna delle due parti ritorni sui propri passi riguardo alla valutazione delitto/diritto, non resta che separare (se possibile) le parti.
- La disgregazione del delitto.
Il secondo punto è alla base dei cambiamenti sociali: se per un bianco essere neri non è un delitto, non sarà razzista; se continua a ritenere che il colore della pelle (magari per un errore di generalizzazione che porta a vedere “in ogni nero un potenziale criminale”) resterà razzista. Se per esempio si vuole migliorare la situazione degli omosessuali in una società omofoba che considera l’omosessualità un delitto, non si può certo sperare che le utopiche dichiarazioni di Degas risolvano il problema: è necessario far cambiare idea, mostrare che l’omosessualità non è un delitto, ma che l’orientamento sessuale è una libera scelta, quindi un diritto.