ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO PUÒ ESSERE SPIACEVOLE
NON SOLO PER I GIOVANI, MA ANCHE PER I GENITORI
La frequentazione della discoteca è un indicatore esistenziale importante. Da un lato è sicuramente un indice di una non completa maturità dell’adolescente, dall’altro, (quando è frequentata da persone che adolescenti non sono più) rivela spesso una propensione a personalità critiche superiore alla media.
Discoteca e maturità
Finché le nostre esperienze e le nostre attività non diventano costanti nel tempo, concludendo l’evoluzione che ha caratterizzato prima l’infanzia e poi l’adolescenza, è difficile definirsi “adulti”. Nessuno definirebbe adulto un bambino che passa la gran parte del proprio tempo a giocare o a guardare i cartoni animati alla tv perché si dà per scontato che cresca e la sua giornata cambi, riempita da altre attività.
Così possiamo definire lodevole un giovane che studia diligentemente, ma è difficile ritenerlo adulto se non ha ancora consolidato le sue esperienze sentimentali e arrossisce quando deve abbordare una ragazza. Idem dicasi di un giovane bravo negli studi, ma che non ha ancora avuto esperienze nel mondo del lavoro.
Diventare adulti non è pertanto facile perché sono richieste una diversificazione delle esperienze e una completezza delle stesse. Come per il bambino esistono i giocattoli per evidenziare la sua dimensione, anche per l’adolescente esistono degli indicatori che rivelano la sua ancora non completa strada verso il mondo degli adulti. Da questa premessa dovrebbe risultare evidente a ogni giovane che
considerare la discoteca come il massimo dei divertimenti è la prova della sua immaturità.
Questa frase non è però purtroppo sufficiente a evidenziare la gravità della strada sulla quale il giovane si è incamminato.
Discoteca e personalità critiche
Gli adulti (genitori, educatori, persino i politici) non hanno purtroppo il coraggio di dire chiaramente ai giovani la verità: chi oggi frequenta abitualmente le discoteche si predispone a essere l’irrecuperabile di domani. Poiché lo fanno quasi tutti i giovani, che c’è di male? Ovviamente, visto che gli adulti che fanno questo ragionamento sono spesso irrecuperabili, non si può pretendere che indichino ai giovani la strada giusta! Ma almeno dovrebbero provare a riflettere.
La discoteca è il luogo ideale per far sì che si crei una personalità critica multipla, a causa della quale il soggetto è svogliato, dissoluto e apparente.
La discoteca è una forma di divertimento in cui:
- non c’è nessun valore, nessun oggetto d’amore (la musica e il ballo sono solo pretesti per evadere da una realtà che non si capisce); il giovane impara a considerare come negativo ogni peso sociale: in futuro l’alzarsi presto al mattino per andare al lavoro suonerà come un tragico fallimento esistenziale (per forza, il suo regno è la notte!) e la famiglia sarà vista come il primo passo verso una vita noiosa e convenzionale (per forza, concetti come fedeltà e responsabilità gli sono ignoti). In sostanza, la discoteca è il regno in cui la forza di volontà anevrotica) è assente e dove si crea l’illusione che nella vita reale se ne possa fare a meno.
- La sessualità è sostanzialmente inibita; un adulto non ha bisogno di impasticcarsi o di ubriacarsi per trovare un partner sessuale.
- La sessualità è sostanzialmente dissoluta; cercare un partner a caso non è molto diverso che cercarlo a pagamento, l’unica differenza è che è gratis.
- La ricerca della bellezza e del lusso non fanno altro che educare il ragazzo all’apparenza. L’importante è apparire, quello che hai dentro non conta nulla.
Le alternative
La musica – Andare a un concerto (musica=oggetto d’amore) è top, andare in discoteca è da irrecuperabili.
La socializzazione – Conoscere in superficie (discoteca) è da irrecuperabili, conoscere in profondità è top: meglio una palestra, un circolo culturale, un’organizzazione o una chat in Rete.
Il proprio corpo – Sballare è da idioti, ubriacarsi o impasticcarsi è il miglior modo per crearsi un corpo che, finita la gioventù, crollerà come una statua di sabbia. Una persona che ha bisogno di una pasticca o di un bicchiere per vivere, cosa farà nei momenti in cui non li avrà a disposizione? L’alternativa allo sballo è lo sport. Io l’ho usata e, dopo tanti anni, faccio il bilancio: dei miei compagni di gioventù che sballavano, alcuni sono morti e tanti altri non sono che catorci ambulanti.