La crisi di mezza età è tipicamente associata a cambiamenti ormonali e si conviene che generalmente colpisce uomini e donne attorno ai 50 anni.
Uomini e donne
Nella donna si associa la crisi di mezza età con la menopausa e con i cambiamenti estetici che l’età comporta; oggi, grazie a un maggiore diffuso benessere, ai prodotti per la bellezza, alla chirurgia estetica, alla pratica dell’attività sportiva, a una maggiore cura dell’alimentazione, la crisi di mezza età nella donna si è “spalmata” fra i 40 e i 60 anni.
Nell’uomo (8 uomini su 10 ne soffrono) la crisi di mezza età è più psicologica che ormonale, anche se, in soggetti con un cattivo stile di vita, il calo del desiderio sessuale e della funzione erettile sposta il fulcro del problema sulla mascolinità del soggetto.
Nel soggetto maschile non è l’estetica a causare la crisi (anche se la caduta dei capelli, i capelli bianchi ecc. possono favorirla) bensì la percezione di una minore competitività con altri uomini. Ecco allora il 50-enne che cerca l’avventura con la ragazza giovane per dimostrare a sé e agli altri che “non è cambiato nulla”.
Crisi di mezza età: sintomi
I sintomi della crisi di mezza età dipendono dal livello di energia vitale del soggetto. Quando tale energia è bassa prevalgono sintomi depressivi:
- “mi sento vecchio”
- “la musica oggi è cambiata”
- “ai miei tempi si stava meglio”
- “fra un po’ andrò in pensione” ecc.
Se l’energia vitale invece è buona, a volte ottima, ecco che ci sarà una reazione particolarmente energica, spesso oggettivamente eccessiva (l’esempio classico dell’uomo maturo che cerca la ragazza giovane o che si compra la superauto sportiva oppure la donna che in palestra si iscrive a un corso via l’altro).

Alcuni indicatori di come facciamo attività fisica superati i 40 anni possono rivelare una crisi di mezza età
La crisi di mezza età sportiva
Interessante notare come il modo di svolgere attività fisica sia un indicatore molto interessante di crisi di mezza età; a dire il vero, tale indicatore riguarda persone che vanno dai 40 ai 70 anni e più che la mezza età riguarda il naturale processo di invecchiamento. Prima di descrivere alcuni casi classici occorre distinguere nettamente la condizione di chi pratica agonismo in tarda età. Non è certo un indicatore di crisi correre una maratona a 60 anni, partecipare a una gran fondo di ciclismo a 50 anni o cercare funghi tutto il giorno in montagna. Nella crisi di (mezza) età l’agonismo è completamente rimosso, l’attività in genere non è un oggetto d’amore del soggetto, è un’attività piacevole che però “deve” essere svolta con una quantità non indifferente o cercando difficoltà che, anche se non agonistiche, simulano comunque una condizione giovanile. Se manca la quantità o se mancano difficoltà oggettive (il soggetto non vuole “vincere facile”), ecco che scattano la noia o il disinteresse, si sente che la propria energia vitale non è “esplosa”. Se l’attività è fatta in compagnia di qualcuno che la prende “più tranquilla” il soggetto si sente frenato, limitato. Vediamo alcuni esempi.
Ex agonisti – Si cambia sport. Caso classico del runner che passa alla bicicletta o al trekking, senza però che questi diventino oggetti d’amore o una nuova attività agonistica: sembrano hobby impegnativi, ma senza il confronto con gli altri che l’ex-agonista una volta viveva con il suo sport preferito. Come detto, il soggetto non si limita al piacere della nuova attività, ma cerca stimoli che lo convincano che è “ancora giovane”. Ecco allora l’uscita di 100 km in bicicletta, il trekking “difficile” di una giornata, il percorso impegnativo in mountain bike dove le difficoltà sarebbero oggettivamente molto scarse per chi per esempio pratica downhill. Le difficoltà e la quantità servono per convincere il soggetto che è ancora giovane.
Sedentari – Nei sedentari con sufficiente energia vitale (o anche in ex agonisti dove tale energia si è un po’ affievolita) l’attività fisica viene scoperta dai 40 ai 70 anni come talismano per esorcizzare lo scorrere dell’età.
Ecco allora che prevale un’attività a livello d’intensità molto bassa, ma prolungata nel tempo.
- Una signora di 70 anni gira nel cortile di casa sua su una normalissima bici per due ore al giorno.
- Un uomo di 60 anni percorre con una Graziella il solito percorso di 80 km al giorno.
- Alcuni amici fanno nordic walking su una pista ciclabile perfettamente piana per un’ora, possibilmente tutti i giorni.
- Un uomo di 50 anni, decisamente in sovrappeso, compie i suoi 10 km al giorno, con un passo cadenzato, pur sapendo che il suo peso continua a lievitare, complice un’alimentazione che non riesce a tenere sotto controllo.
Gli esempi sono infiniti, basta andare in un parco cittadino e osservare chi fa attività fisica. Cosa hanno in comune tutti questi esempi?
Si può fare attività fisica divertendosi, senza l’ansia di dover dimostrare a sé stessi e agli altri che si sta facendo sport perché, in fondo, si riesce ancora a farlo. I bastoni del nordic walking, spesso semplicemente trascinati, l’abbigliamento da trekking su un percorso che si potrebbe anche fare in smoking, una camminata che potrebbe essere semplicemente una bella passeggiata, ma che “deve” diventare un’uscita di un certo impegno sono tutti esempi di chi ha bisogno di dire a sé stesso, prima che agli altri, che è ancora giovane.
La soluzione: se non riuscite a trasformare l’attività che fate in un vero e coinvolgente oggetto d’amore, semplicemente divertitevi, prendendo esempio da chi quelle stesse cose le fa senza l’ansia di dover spingere a un limite che comunque resta oggettivamente modesto.