Il corteggiamento è l’azione del corteggiare, cioè cercare di ottenere favori da una persona con lusinghe e attenzioni particolari (nel caso amoroso fare la corte per avere affetto). Il termine deriva dall’usanza di seguire, per cerimonia, un personaggio potente (fargli corteggio). Intitolare un articolo Corteggiamento è però un test; il lettore che ha apprezzato un tale titolo è probabilmente distante dallo spirito dell’articolo, chi invece lo ha trovato “infelice” ha già fatto un bel passo verso la comprensione di ciò che verrà illustrato. Peggio ancora sono titoli del tipo Come corteggiare una donna ecc. Vediamo i motivi per cui il titolo dell’articolo è da ritenersi “infelice”.
1) Corteggiare è termine romantico e quindi relativo a una personalità critica. Porta subito la mente a tecniche di seduzione più o meno sofisticate che, di fatto, non sono ragionevoli in un contesto dove non si vuole ingannare l’altro. Tali tecniche sono spesso la scorciatoia (il più delle volte comunque fallimentare) di chi non ha capito il problema, di chi “non ha successo”, di chi è debole o inibito nel contatto con l’altro sesso ecc. Non a caso, libri e siti Internet dedicati alla seduzione sono quasi sempre consultati da chi non riesce a combinare nulla (le classiche “promesse impossibili”) e sono guardati con un sorriso dai veri “seduttori” (termine improprio perché molti di loro lo sono naturalmente, senza assolutamente volerlo essere).
2) Corteggiare prelude spesso a un altro brutto termine, conquistare, che sa di violento lontano un miglio: si conquista una roccaforte in guerra, non un partner nella vita quotidiana. Chi usa questi termini è spesso incline a considerare normali determinati concetti come, per esempio, la sofferenza in amore, la gelosia, il tradimento e altre situazioni da personalità critiche.
3) Il termine è sicuramente più usato avendo come oggetto una donna. Perché “una donna” e non “una persona”? In effetti, ci sono molti motivi che spingono a ritenere ancora oggi l’approccio non simmetrico; inutile negare che l’uomo corteggi e la donna riceva questo corteggiamento. Visto che non è questa la sede per indagare tali motivi, limitiamoci a sottolineare che una strategia corretta dovrebbe essere simmetrica.
4) Il titolo è infelice perché non dice nulla sullo scopo del corteggiamento, dando erroneamente per scontato che sia sempre lo stesso (ma quale?). Se si analizzano le varie situazioni che escono da un “corteggiamento” si trova una suddivisione molto semplice:
- Relazione a brevissimo termine (al limite, avventura di una notte)
- Relazione a breve termine (a tempo)
- Relazione a medio-lungo termine (al limite, convivenza o matrimonio).
Gli scopi del corteggiamento
Il primo scopo del corteggiamento prelude a una situazione veramente molto effimera, quasi sempre a sfondo unicamente sessuale. Per un tale scopo spesso il seduttore (parliamo al maschile, ma possiamo riferirci anche alla donna) può usare anche l’inganno, soprattutto quando la controparte vorrebbe una relazione più impegnata. Per questo motivo, parlare di “tecniche di seduzione” può essere devastante: usare tali tecniche, ammesso che funzionino, equivale a usare un’arma, se l’altra persona fraintende, si provoca solo del male. Certo, si potrebbe pensare che un comportamento onesto sia quello di chiarire subito che si è interessati a una relazione di tipo 1, ma l’esperienza mostra che una buona percentuale di chi riceve il messaggio non vuole comprenderlo e si illude che “non sarà così”. Da un punto di vista esistenziale, il miglior modo per non avere problemi è che entrambi i soggetti siano sintonizzati sull’avventura di una notte.
A molte persone l’avventura di una notte non basta e vorrebbero per lo meno una relazione a tempo (classico caso il periodo di vacanza, quello di studio/lavoro all’estero ecc.) in modo da non avere solo sesso, ma anche “amicizia“. La situazione 2 diventa complicata quando la relazione a tempo è innescata solo dall’incapacità di uno dei due soggetti nel mantenere un rapporto stabile: si parla di “stanchezza”, di “fiamma che si è spenta”, di “passione finita” ecc. Nei casi peggiori si sa già che presto ci si stancherà del partner. Ovviamente anche nel caso 2 la controparte può generare gli stessi problemi visti per la prima situazione, se, a torto o a ragione, aveva capito che la relazione dovesse essere stabile. Da un punto di vista esistenziale, spesso la situazione 2 può essere un campanello d’allarme sulla capacità di amare del soggetto che privilegia la novità alla stabilità nella gestione del suo oggetto d’amore o presunto tale.
Il caso 3 è quello cui aspira (consciamente o inconsciamente) una buona fetta della popolazione. Spesso le persone portano con sé una grave omissione che è la vera causa di una relazione infelice: il soggetto è talmente preso dal suo obiettivo che dimentica di verificare se esistenzialmente gli “conviene”: esiste una compatibilità a livello individuale, di ambienti (ved. le regole per un buon matrimonio che ovviamente valgono anche per una relazione a lungo termine)? Esiste una compatibilità sessuale? Solo dopo aver verificato queste compatibilità ha senso “corteggiare”.

Il corteggiamento e la seduzione sono fasi tipiche di chi non capito le poche e semplici regole per farsi accettare da chi si vorrebbe “conquistare”
L’attrazione
Si sono sprecati fiumi di inchiostro su ciò che causa l’attrazione fra due soggetti.
Si è scomodata la chimica (ma allora perché una persona viene attratta anche dall’immagine di un’altra in una foto o in un film?), si è cercato di dare un valore all’estetica individuale, salvo poi scoprire che esistono tantissimi parametri, ognuno individualmente con il proprio peso; per esempio, a Tizio piacciono le bionde, ma fra una donna con i capelli scuri esteticamente perfetta e una bionda bruttina non sarebbe indeciso un attimo, preferendo la prima.
Si tratta di uno di quei problemi in cui un approccio “pratico”, se non è conclusivo, almeno ci evita di dire o fare sciocchezze.
L’attrazione sessuale – Cominciamo con il dire che una persona equilibrata, anche sessualmente, non inibita ecc., dato l’insieme della controparte sessuale, è attratta da una percentuale significativa di soggetti. In altri termini, se siete così difficili da ritenere che solo per pochissimi possa scattare la scintilla che vi spinga a considerare positiva la possibilità di un rapporto sessuale, beh, allora preoccupatevi.
L’attrazione relazionale – Ovviamente molti non si accontentano di una semplice attrazione sessuale (che è sufficiente per l’avventura di una notte), ma pongono altri possibili veti alla scelta del partner. Mi ricordo una giornata al mare: dopo aver osservato a lungo una donna sulla spiaggia, un mio amico a un certo punto esclamò: “era perfetta, finché non ha parlato!”.
Ovviamente tali veti dipendono dall’educazione ricevuta, dalla personalità, dallo scopo della relazione ecc., insomma, si ricade proprio in quella scelta soggettiva che tanti libri sull’argomento vorrebbero inutilmente tentare di ricondurre a pochi e significativi elementi. Esiste una semplice domanda che semplifica la valutazione della compatibilità relazionale (l’esempio è per un uomo, ma è simmetrico): se fosse un uomo come me, sarebbe il mio miglior amico, un vero amico, almeno un amico parziale? Più manca l’amicizia, meno c’è la compatibilità.
La regola del corteggiamento
Chi ha fin qui condiviso il discorso, capirà che l’unica regola che sta alla base della relazione positiva con un partner (o desiderato tale) è semplicissima:
(1) dargli ciò che vuole.
Tale regola è simmetrica, non vale solo per gli uomini, ma anche per le donne: molte donne si invaghiscono di un uomo convinte che il sesso non sia importante, salvo poi scoprire che per quell’uomo è fondamentale; altre magari danno sesso a chi in realtà cercava una “madre” ecc.
La regola appare banale eppure è costantemente disattesa. I motivi più comuni sono:
1) L’abilità psicologica è pessima. Il soggetto non sa capire ciò che esattamente vuole il partner, ragiona per luoghi comuni; per esempio, un uomo pensa che una donna sia sessualmente motivata quando in realtà lei vuole solo farsi una famiglia; quando poi scopre che è più interessata a figli e casa che al sesso, scoppia la crisi. Così un altro pensa che la “sua” donna stia bene in famiglia, mentre non si accorge che lei vorrebbe evadere, avere una vita sua, un suo lavoro. Sintetizzando,
(2) se non si ha una buona capacità di capire la psicologia dell’altro (cioè cosa vuole!), si prenderanno delle grandi cantonate.
2) Il soggetto finge (in genere non è un debole). Per “conquistare” l’altro/a non si mostra com’è, ma come l’altro/a vorrebbe che fosse. Nella fase del corteggiamento accetta di essere un’altra persona e applica la regola, salvo poi rivelarsi a poco a poco e far morire la relazione. È il caso classico delle relazioni a tempo, dove chi finge (a volte tutti e due!) mostra sostanzialmente un egoismo che può provocare anche gravi danni.
3) Il soggetto è succube (in genere è un debole). È una variante del secondo punto: inizialmente si finge con la speranza che poi l’altro/a cambi. È sicuramente la situazione più penosa, ma anche molto comune, dove spesso la disperazione esistenziale, le inibizioni, la solitudine giocano un ruolo rilevante. Il soggetto è costretto a fingere poiché sa, più o meno consciamente, che se si mostrasse com’è, la relazione finirebbe. A volte ci prova, ma alla prima tempesta torna a essere un agnello. Spesso la situazione si cristallizza in relazioni insoddisfacenti, ma stabili; altre volte, per fortuna rare, la violenza del debole esplode in vere e proprie forme di persecuzione, soprattutto se anche la controparte fortissima non è.
L’applicazione della regola
La prima fase – A monte dell’applicazione della regola è necessario chiedersi quali siano le condizioni facilitanti che possano ampliare le possibilità di una relazione. Diventa abbastanza evidente che
eliminare i propri difetti è una buona tecnica perché di fatto aumenta statisticamente le probabilità di essere accettati.
Una cura della propria persona e della propria personalità è il modo migliore per partire con il piede giusto. Ovviamente senza esagerare, ma in modo semplice e naturale. Per i difetti della personalità, beh, basta eliminare le personalità critiche. Per la persona, se non sapete come fare, fatevi consigliare da un amico/a “disinteressato/a”, magari eviterete di continuare a indossare quegli orribili occhiali da topo di biblioteca o quei vestiti da vecchio bravo ragazzo.
La seconda fase – Nella fase successiva, per capire cosa vuole la persona oggetto delle nostre attenzioni è necessario parlarle e avviare un dialogo (per inciso, se una persona è timida e introversa, questi difetti dovrebbero essere eliminati nella prima fase). Tale dialogo non deve avere come fine la relazione, ma deve essere distaccato e mirare a comprendere la psicologia, comprensione che verrà poi applicata al capire che tipo di partner si vuole.
Ecco perché molti uomini che abbordano praticamente ogni donna che incontrano sono destinati a fallire: di fatto danno per scontato che la donna gradisca che il primo approccio sia una galanteria (quando non una vera e propria dichiarazione sessuale). Questa è una visione maschilista, ma soprattutto destinata a interessare solo una parte modesta di donne: probabilmente la percentuale è inversamente proporzionale alla durata che la donna vuole per la relazione potenziale: un approccio che va benissimo per un’avventura di una notte, ma non certo per una relazione stabile e positiva. Questo tipo di approccio è molto comune per il semplice fatto che fanno scuola testimonial famosi, attori, uomini ricchi e pieni di fascino, tutti con caratteristiche che il comune uomo della strada non ha!
Dobbiamo renderci conto che, se non possiamo dare ciò che è richiesto, è meglio lasciar perdere. A volte è possibile che nella fase di ricerca si scopra che si potrebbe soddisfare la (1), a fronte di cambiamenti nella propria personalità e nel proprio modo di vivere. Anche in questo caso i cambiamenti devono essere attuati solo se metabolizzati e visti come positivi; se invece sono visti come un compromesso per avere l’altra persona, in genere non si fa un grande affare cambiando sé stessi perché, prima o poi, ci sarà una crisi di rigetto.
La comprensione psicologica
In teoria, capire cosa vuole il partner dovrebbe essere banale, se, come detto, si possiede una certa abilità psicologica. Per aiutare chi ancora non ce l’ha (ma fatevela, la sezione Migliora te stesso del sito serve a questo; senza questa capacità si avranno comunque problemi nel lavoro e nella vita di relazione) elencheremo le “richieste” più comuni nella popolazione. Prima di farlo, occorre notare due punti:
- dato un soggetto, ciò che vuole può essere diverso per una relazione a breve-brevissimo termine e per una relazione a medio-lungo termine. Notiamo che per le relazioni a breve-brevissimo termine contano solo alcuni fattori (estetica, sessualità, qualità della vita, per esempio che il partner sia piacevole, sessualmente abile e ci faccia divertire). Questo punto è fondamentale per tutti quei soggetti che sono stati scelti per alcuni fattori e poi scoprono di essere stati traditi dal partner perché a breve-brevissimo termine loro quei requisiti non li avevano!
- Possono essere presenti più fattori, di solito alcuni al primo livello e altri secondari, al secondo livello. Questi ultimi di solito richiedono requisiti minimi. Se, per esempio, per una donna la sicurezza economica è un requisito di secondo livello, non sarà necessario essere ricchi, ma, per quanto attraenti si sia, se si è fannulloni disoccupati non si avranno possibilità.
Passiamo ora in rassegna i fattori più importanti che intervengono nel corteggiamento.
Estetica – Molti ritengono che sia una condizione essenziale, forse la più importante, ma la realtà smentisce questa convinzione. Anche quando è importante e prioritaria è sempre a soglia, nel senso che il richiedente pone una soglia minima sotto la quale non se la sente di andare. Avere un bel partner è tipico soprattutto degli apparenti, tanto più quanto più la soglia è alta mentre è del tutto normale avere una soglia “media”. Nell’apparente spesso conta solo l’aspetto estetico perché è ciò che traspare all’esterno (in altri termini, una buona estetica fa credere a un’ottima sessualità, a un’ottima condizione esistenziale ecc., credenze spesso poi smentite dalla realtà privata). Viceversa un valore nullo o molto basso dell’estetica del partner rivela una strategia dell’ultima spiaggia e spesso è tipico dei sopravviventi.
Sessualità – Non bisogna confonderla con l’estetica; molte belle donne e uomini affascinanti hanno una vita sentimentale disastrata anche perché non riescono a essere all’altezza sessuale che la loro estetica faceva presagire o sperare da parte del partner. Chi dà una grande importanza alla sessualità vuole che qualità, intensità e frequenza siano all’altezza delle sue aspettative e ovviamente l’estetica non dà questa garanzia.
Essere amati – Sicuramente una scelta molto equilibrata, in controtendenza con quella esistenzialmente molto pericolosa del romantico cui importa più amare (anche non corrisposto) che essere amato; quando si abbina a requisiti di secondo livello come un’estetica sufficiente, un’ottima qualità della vita, una sicurezza economica equivalente alla propria (questo requisito può mancare se il soggetto si sente economicamente completamente autosufficiente) porta spesso a ottimi risultati.
Qualità della vita – Anche questo parametro è tipico delle persone equilibrate. Del partner si valuta la capacità di migliorare la nostra vita, per esempio se non crea problemi, se sa far divertire, se è equilibrato ecc.
Sicurezza adolescenziale – Si cerca un padre o una madre o perché i genitori non sono stati all’altezza o, al contrario, perché sono stati troppo presenti e non hanno creato le premesse per il distacco.
Sicurezza esistenziale – Si cerca un amico/a psicologo/a che sappia indirizzarci quando ci sono problemi; la differenza con la ricerca della sicurezza adolescenziale è che la richiesta di aiuto scatta quando ci sono problemi; può anche essere frequente, ma sicuramente l’autonomia è maggiore rispetto al caso precedente.
Sicurezza economica – Senza pretendere la luna, si cerca comunque come partner un buon partito. Come per l’estetica, nella persona equilibrata questo requisito è accettabile se equivalente alla propria situazione economica, mentre diventa tipico della personalità insufficiente se la ricerca di un partner decisamente più facoltoso è una condizione necessaria per la scelta.
Ricchezza e lusso – Può essere vista come la degenerazione della situazione precedente; tipica scelta di apparenti o insufficienti “per scelta”.
Qualcuno da accudire/amare – L’inverso della sicurezza esistenziale; classico esempio la donna che sceglie come partner un uomo da accudire facendogli da “mamma”.
CORTEGGIAMENTO – LA MAIL
Come chiederlo?
Come avanzare una proposta per un rapporto sessuale. “Come chiederglielo”? Soprattutto se la ragazza che ci piace si è conosciuta da poco sembra problematico… Bisogna essere diretti (“ti andrebbe di fare sesso con me?” In modo da tagliare la testa al toro…) oppure farglielo capire in maniera indiretta? (magari stuzzicandola con frasi doppio senso, cercando poi di capire se le potrebbe andare o no)? Esiste un modo “migliore” di un altro per farlo?
In questo caso, le tattiche (tipiche del corteggiamento) sono sempre sbagliate perché di fatto nascondono menzogne. Basta agire con naturalezza. Il punto fondamentale è capire la sessualità della ragazza. Un conto è avere di fronte una ragazza ancora vergine e un conto è una donna ormai matura, magari con diverse relazioni alle spalle.
Per capirla è opportuno discutere in senso generale sui rapporti fra uomo e donna, per esempio capendo se per lei l’amore è condizione necessaria per il sesso, se il sesso è importante in una coppia ecc. Dal discorso impersonale si capiscono due cose:
- se lei è compatibile con te, sessualmente parlando (per esempio potresti trovare una ragazza che ti dice, contrariamente a quanto pensi, che il sesso non è importante nel rapporto ecc.).
- I tempi per la proposta. Anche se risulta chiaro che per lei i tempi sono lunghi, si può usare l’ironia per proporsi (a me piacerebbe fare l’amore con te, ma spero di non aspettare in eterno… ecc.). Dalla sua reazione si comprendono altri dettagli della sua psicologia sessuale.
In ogni caso, il più facile approccio è capire se è disponibile al più semplice approccio fisico: se per esempio non gradisce essere presa per mano oppure si ritrae per una carezza… di strada da fare ce ne è ancora tantissima.
Chi paga?
Un ragazzo e una ragazza cominciano a frequentarsi: chi deve pagare quando escono? Quali sono i fattori che incidono sulla decisione?
Il comune concetto di corteggiamento è una forma di romanticismo e come tale la premessa di molti futuri problemi; in una visione moderna, ognuno deve essere sé stesso fin dai primi momenti. Quindi pagare sempre per una donna significa di fatto trattarla come una prostituta. Ciò quindi ha senso solo a fini sessuali.
Certo ci possono essere differenze di reddito. In questo caso, penso sia più giusto, almeno nella fase iniziale, restare sul reddito del più basso e dividere comunque. Se sono una persona semplice e amo una donna, non posso passare un bellissimo momento anche facendo un picnic in campagna? Così non rischio di “influenzarla”, cioè che lei mi scelga perché posso “cambiarle la vita”. Paradossalmente è un corteggiamento al contrario, ma mi dà molte garanzie per il futuro.
Una persona che ama farsi mantenere può essere romantica (se mi ama, allora…), insufficiente, violenta, debole ecc. a seconda dei casi; in ognuno di questi non facciamo un favore né a lei né a noi assecondando i suoi desideri. Quindi non sono convinto che sia positivo corteggiare “alla vecchia maniera” una ragazza, soprattutto se si vuole fare sul serio.
In ogni caso, alla prima uscita io pagavo sempre perché era un test interessante per capire la personalità della donna (fra l’altro lo uso anche con gli amici). Il test quasi sempre falliva (nel senso che mi lasciavano pagare sempre e abbondantemente) e io con poche decine di migliaia di lire (il costo dell’esame, allora non c’era l’euro) mi ero liberato di una sanguisuga…