Come si fa sesso? Una domanda apparentemente banale, visto che il sesso è un’esigenza fisiologica; il punto di partenza del discorso dovrebbe essere ovvio, anche se per molti non lo è. Infatti il paragone con un’altra esigenza fisiologica (il cibo) porterebbe a credere che il sesso non lo sia perché senza cibo si muore mentre senza sesso no. Questa posizione contiene un errore logico di quantificazione perché tende a vedere le cose solo in bianco-nero (morte-vita). In realtà, la qualità dell’esistenza può essere molto penalizzata anche senza la morte. Tornando al paragone con il cibo, nessuno sarebbe soddisfatto di vivere per sempre a pane, acqua e una pillola integrativa, anche se ciò non lo metterebbe in pericolo di vita. Inoltre, pensiamo che una volta per procacciarsi il cibo si rubava e si uccideva, con reati “alimentari” corrispondenti agli analoghi reati “sessuali”.
Quindi il paragone con il cibo regge, anche se condizionamenti sociali, religiosi, familiari rendono molto più difficile la gestione del sesso (in effetti tali condizionamenti ci sono anche per il cibo, ma in modo nettamente meno pesante). Il paragone con il cibo può quindi servire a comprendere come un’esigenza fisiologica debba essere gestita.
Assecondare il sesso – Certamente non è possibile gestirla assecondandola. Come chi asseconda il proprio appetito ha gravi problemi di salute, chi asseconda la sua sessualità senza freni ha gravi problemi pratici, fino al caso estremo dei reati sessuali. Assecondare il sesso vuol dire limitare l’uomo alla sua dimensione primitiva, senza nessun miglioramento evolutivo e ciò non è da Personalismo. Chi si rifà a teorie dove l’uomo primitivo non è che un animale sessuale si è già precluso la strada a ogni miglioramento.
Il sesso può essere un oggetto d’amore?
Ovviamente ogni cosa può diventare un oggetto d’amore, ma si tratta di capire se lo è veramente cioè, in particolare, se aumenta la qualità della nostra vita. Dopo diversi anni di raccolta di dati da chi frequenta il sito e la nostra pagina Facebook, ritengo di no. Infatti: o l’oggetto d’amore nasconde in realtà una privazione oppure è una situazione che non può essere stabile nel tempo (e quindi non è un oggetto d’amore, per il quale la stabilità è essenziale).
Il paragone con il cibo è ancora illuminante: il cibo può piacere moltissimo, ma non può essere un oggetto d’amore perché questo richiederebbe una continuità e un’intensità che porterebbe ben presto all’obesità. Da notare che la cucina (oggetto d’amore) può essere paragonata alla sessuologia, non alla pratica del sesso, che è invece analoga al semplice “mangiare”.
Analogamente al cibo, se vissuto come oggetto d’amore, il sesso porta a scelte esistenziali che sono veri e propri boomerang che il soggetto non vede perché si interessa del solo stato esistenziale istantaneo, senza integrarlo nel tempo e cercare di capire la correlazione con la felicità.
Il falso oggetto d’amore – Si deve rilevare che gran parte di coloro che ritengono il sesso un oggetto d’amore in realtà lo cercano perché stanno vivendo una crisi d’astinenza. Per loro la priorità del sesso è grande come quella per un alcolizzato di trovare una bottiglia o per un tossicomane una dose, in fondo il sesso e il cibo sono droghe naturali; solo che, mentre per il cibo l’approvvigionamento è facile, per il sesso non lo è.
Ecco allora che il soggetto si rivolge all’autoerotismo, alla pornografia e alla prostituzione, situazioni che sono spesso indicative della crisi d’astinenza (d’altro canto, in presenza di una vita sessuale totalmente appagante che bisogno se ne avrebbe?). La condizione di privazione è molto comune nella popolazione e porta a sopravvalutare il sesso.
Nel giovane “potenzialmente” equilibrato inibizioni e/o carenza di esperienze causano l’incapacità di vivere la qualità e la quantità di sesso desiderata; nelle persone più attempate che ritengono ancora il sesso un oggetto d’amore si è in presenza sicuramente di personalità critiche che non hanno saputo risolvere le inibizioni e/o che non hanno fatto le dovute esperienze. La visione del sesso sbavato, del vecchio porcone che corre dietro alla ragazzina o quella più moderna dell’assatanata quarantenne che sogna Brad Pitt nudo e prima di addormentarsi ne accarezza il poster che ha attaccato alla parete, è quanto di più retrogrado oggi possa esistere perché significa essere rimasti in un’epoca (diciamo cento anni fa) dove era impossibile coltivare oggetti d’amore con intensità e frequenza e il sesso era lo sfogo di tutti.
La poligamia e la bisessualità sono scorciatoie, spesso comunque infruttuose, per superare la crisi d’astinenza. Infatti, nella persona soddisfatta sessualmente il sesso è talmente naturale e spontaneo che non c’è più nemmeno bisogno di cercarlo, lo si vive come si gusta un piacevole pranzo.
Amare il sesso – In una parte molto piccola della popolazione il sesso può ambire a diventare veramente un oggetto d’amore, pensiamo ai play boy o alle mangiatrici di uomini dove non c’è crisi d’astinenza e addirittura ci può essere monogamia parziale (con relazioni brevissime legate alla “fiamma della passione”). La frequenza con cui è vissuto (non solo sognato!) lo integra con le altre attività della vita del soggetto facendone una colonna portante. Purtroppo però è una strategia che esistenzialmente non dura perché di fatto legata a una sola stagione della vita, la giovinezza. Più passa il tempo e anche il miglior amatore entrerà in crisi d’astinenza. Non a caso molti finiscono per “mettere la testa a posto”, trovando una relazione più o meno duratura, di quelle che prima avevano definito noiose e insopportabili!
Negare il sesso – In antitesi a chi tende a fare del sesso un oggetto d’amore sono coloro che per i condizionamenti ricevuti arrivano a negarlo o a sostenere che possa non essere presente nella nostra vita (come chi sostiene che si deve fare sesso solo per amore). Sono situazioni che per analogia richiamano l’anoressia in campo alimentare.
Concludendo, per il Personalismo il miglior modo di vivere la propria sessualità è di realizzare una monogamia parziale con relazioni appaganti sessualmente. Si tratta di una condizione facilitante non indifferente: non a caso relazioni lunghe e stabili sono correlate con la longevità e con un aumento della speranza di vita in buona salute.

Come si fa sesso? Una domanda apparentemente banale, visto che il sesso è un’esigenza fisiologica; in realtà le cose sono un po’ più complesse
Come si fa sesso: farlo bene per la qualità della vita
Come si fa per il cibo, è necessario imparare a gestire anche il sesso (non a caso la personalità dissoluta è spesso troppo dipendente da entrambe le esigenze fisiologiche). Se pensiamo all’adolescente timido e inibito, capiamo chiaramente come non sia automatico imparare a vivere il sesso, cioè trovare il modo di avere sia la qualità sia la quantità commisurata alle nostre esigenze.
Qualità – Per capire cosa si intende per qualità del sesso partiamo dalla riflessione che molti soggetti pensano che sia impossibile non desiderare altre donne o altri uomini, pur essendo felicemente sposati o avendo una relazione che giudicano soddisfacente. Si tratta dei poligami affetti da un evidente errore di generalizzazione perché alcuni esempi dimostrano chiaramente il contrario della loro tesi. Il più delle volte queste persone non hanno mai avuto esperienze sessuali completamente gratificanti e quindi desiderano (sognano) di più (siamo cioè nel caso della privazione). Una persona adulta che ha provato il massimo della qualità sessuale sa benissimo che l’esperienza è piacevole, ma sicuramente non così eccezionale come si sognava. Il sogno amplificava la realtà. Con un’analogia, è come sognare di andare in una splendida isola dei Tropici: chi non ci è stato la sogna come il massimo del turismo, chi ci è stato, se ha una vita attiva, dopo una settimana si stufa e probabilmente non sente più l’originario fortissimo desiderio di visitarla.
Diventa quindi fondamentale la pratica sessuale, per esercitare la quale occorre liberarsi dalle inibizioni senza cadere in una personalità dissoluta. Per liberarsi dalle inibizioni, occorre abbandonare posizioni mistiche (condizionamenti religiosi), inibite (condizionamenti familiari o di gruppo), romantiche (si fa sesso solo per amore, condizionamenti ideologici): occorre diventare maturi sessualmente.
La massima del play boy – Una persona che aveva fatto del sesso un oggetto d’amore un giorno mi disse: “se vuoi conquistare (sessualmente) una donna, dalle quello che le manca, facendole credere che l’avrà per sempre”. Funziona e vale anche al maschile. Eticamente non è corretto e può generare molti problemi se la controparte viene ingannata (una persona sessualmente adulta può stare anche lei al “gioco” di avere di fronte il partner della vita, magari solo per una notte). Rivela però il carico di inibizioni sessuali che esiste nella società: una persona accetta il rapporto solo se è condizionata dall’idea di avere qualcosa d’altro: l’amore, una vita agiata, una persona che ci fa ridere e allevia le nostre pene (ci dà sicurezza) ecc.
La maturità si raggiunge quando l’atto sessuale viene accettato senza che sia condizionato da altre situazioni; la gran parte delle persone che si credono disinibite non lo sono perché non avrebbero mai il coraggio di chiedere un atto sessuale senza inserirlo in una certa cornice (per esempio la cosiddetta atmosfera romantica) né avrebbero il coraggio di parlare di sesso alla controparte senza prima aver raggiunto almeno un certo feeling. Ciò le predispone a investire risorse esagerate per farsi quell’esperienza sessuale sufficiente per non avere i propri giudizi inquinati dallo stato di privazione.
Quantità – Una volta avute esperienze sessuali gratificanti in qualità, resta da superare lo scoglio della quantità. Purtroppo nella società si è fatto strada il concetto che la propria vita sessuale può essere indice di successo, analogamente alla ricchezza o alla posizione sociale. Non a caso molte persone si sentono frustrate per non avere una vita sessuale soddisfacente. La maggior parte di loro non ha sicuramente una maturità sessuale che consenta di espletare il sesso normalmente, quindi, condizionandolo sempre a particolari situazioni che non si verificano, non lo vivono mai!
Anche per il “successo sessuale” vale quanto detto per il successo in generale: poggiare la propria autostima sul risultato è il modo migliore per predisporsi ad averne una di cartapesta.
In ogni caso, il semplice essere maturi sessualmente può non essere sufficiente a garantire una corretta quantità sessuale; anche in questo caso la soluzione più semplice è trovarsi un partner più o meno stabile con cui stabilire una sessualità soddisfacente per entrambi.
Le pulsioni sessuali
Molte persone parlano di “pulsioni sessuali incontrollabili”. Premesso che, se fossero tali, applicando lo stesso ragionamento si potrebbe assolvere ogni reato sessuale, la stragrande maggioranza di chi è in una di queste situazioni:
- vive un sesso di privazione senza avere oggetti d’amore alternativi;
- non riesce ad avere una qualità accettabile;
- non riesce ad avere una quantità accettabile.
Invece di continuare a convivere, reprimendole in qualche modo, con queste pulsioni, è più produttivo cercare di individuare il proprio caso e poi risolverlo.
Ho conosciuto uomini che non facevano altro che parlare di sesso, erano anche piacenti, ma talmente noiosi nei loro approcci con le donne (usavano sempre e solo lo stesso goffo approccio, smentendo la summenzionata tecnica del play boy) che non avevano mai (o raramente) successo. Per altre persone, pur non essendo un oggetto d’amore perché vivono (sempre o a tratti) la privazione, il sesso è un motore trainante la vita perché non hanno altri oggetti d’amore: come il bulimico mangia per sopperire a carenze esistenziali così loro non fanno altro che pensare al sesso perché in fondo non hanno altri veri interessi.
In ogni caso, chiudendo il cerchio, il paragone con il cibo è illuminante. Si può provare gradimento per il cibo (in un’espressione comune “lo si ama” senza per questo che sia oggetto d’amore), senza diventare obesi. Come si può fruire piacevolmente del cibo senza esserne schiavi, così una profonda comprensione del sesso può permetterci di viverlo al meglio senza esserne condizionati pesantemente.