Riconoscere uno stalker: un’abilità che molte donne vorrebbero avere prima di iniziare una relazione. Parlo al femminile perché lo stalking verso un uomo esiste (ricordate Attrazione fatale?), ma è molto più raro.
Alcuni politici e intellettuali hanno “risolto” il problema parlando di cultura, della necessità di un’educazione a partire dal livello scolastico. Come vedremo è una posizione veramente ottimistica che, anzi, può nascondere le vere cause.
Cominciamo con il dire che nessuno distingue fra due tipi di stalker molto diversi (anche se l’azione finale è sempre il femminicidio).
Il primo tipo di stalker è quello legato alla personalità romantica: l’uomo uccide la donna (ed eventualmente i figli) e poi si suicida. All’inizio mette in pratica mille tentativi di riconquista, ma se tutto fallisce non c’è che una soluzione: non può stare senza di lei e la porta con sé con l’unica soluzione “logica”, la morte comune.
Questo tipo di stalker sfugge a ogni proposito educativo perché, finché nella società il romanticismo sarà visto come un fattore positivo, l’educazione non potrà nulla contro le sue convinzioni. Si consideri per esempio la vicenda di Giulietta e Romeo, la storia d’amore più conosciuta. Una storia dai toni drammatici che piacerebbe a ogni stalker romantico. Attualmente ci sono ancora critici che sostengono che la fine di Romeo e Giulietta non accade per le loro debolezze, ma che è soltanto il frutto di azioni di terzi o incidenti. Altri considerano l’avventatezza e la personalità immatura di Romeo e Giulietta le cause della loro morte. I primi accettano che ci si possa suicidare per amore, i secondi no. Finché nella società non verranno condannate locuzioni demenziali come “in amore si deve soffrire” (che nulla hanno a che fare con il vero amore, un altro grave errore è ritenere che il vero amore debba essere romantico), lo stalker romantico continuerà a esistere e a fare vittime.
Il secondo tipo è lo stalker violento: quello che vuole possedere la sua donna, se lasciato, non lo accetta, cerca in ogni modo di riconquistarla (con azioni magari sul nuovo fidanzato, non sulla donna) e, davanti all’impossibilità della riconquista, alla fine l’uccide, ma cerca in ogni modo di farla franca.
Per questo tipo di stalker l’educazione può fare qualcosa, se riesce a evitare che nella mente del ragazzo si instauri una violenza non criminale che potrebbe diventare tale in futuro.
I meccanismi per riconoscere uno stalker violento sono gli stessi che un educatore dovrebbe usare per far riflettere il giovane sulle sue future scelte.
Lo stalker romantico – In un clima dolce e disteso, la donna dovrebbe chiedere all’uomo cosa rappresenta per lui (“quanto sono importante nella tua vita?”). Se la risposta è del tipo “per me sei tutto, non potrei vivere senza di te”, occorre incominciare a preoccuparsi.
Se la risposta è logica (“sei molto importante”), la donna può continuare a indagare chiedendo “cosa sarebbe pronto a fare per lei” (si veda la Ballata della vanità di De André). Senza suggerimenti (“è un errore chiedere: “saresti pronto a…?”). Al più se l’uomo chiede di fare un esempio, si può partire da qualcosa di molto facile inerente alla vita dell’uomo.
Anche in questo caso risposte preoccupanti sono quelle palesemente esagerate (“qualunque cosa tu mi chieda”). Può darsi che non si sia in presenza di uno stalker, ma sicuramente si è in presenza di una persona molto immatura che potrebbe evolvere in futuro verso lo stalking (o maturare e diventare “normale”).
In altri termini, se una donna si inorgoglisce perché un uomo le dichiara che “senza di lei non potrebbe vivere”, si sta scavando la fossa!
Quanto abbiamo finora detto vale nel caso ci sia già una certa confidenza (se non una relazione) o almeno che sia la prima volta in cui lui e lei escono insieme per un’uscita esclusiva. Nel caso dello stalker romantico potrebbe però essere già troppo tardi: se è scoccata la scintilla a causa di un’errata interpretazione di azioni della donna (dal semplice uscire con lui alla gentilezza, dall’espansività a una certa propensione a starlo ad ascoltare ecc.), lo stalker ha già puntato la sua preda.
Sarebbe quindi opportuno effettuare l’indagine sopradescritta in presenza di altri, come per esempio un gruppo numeroso di amici, colleghi di lavoro ecc. Fondamentale cioè che non si sia in un rapporto uno a uno.

Riconoscere uno stalker: un’abilità che molte donne vorrebbero avere prima di iniziare una relazione.
Lo stalker violento – In questo caso le cose sono più semplici perché lo stalking inizia solo dopo che comunque “c’è stato qualcosa”, in senso oggettivo, non solo nella mente dell’uomo. Il violento è molto più razionale del romantico e quindi ha una maggiore consapevolezza che “non può avere tutte le donne che vuole” (fanno eccezione persone di grande potere).
Per riconoscere uno stalker violento basta sapere “cosa farebbe se la sua donna lo tradisse”. Più violenta è la risposta e meglio è stare alla larga. Anche in questo caso sarebbe preferibile che la conversazione avvenisse in un gruppo, come un’indagine scherzosa (che però il violento tenderebbe a prendere molto seriamente).
In altri termini, se una donna si inorgoglisce perché un uomo dichiara che “se la tradisse, ucciderebbe l’amante”, si sta scavando la fossa!