La Carta dei Valori è un riassunto dell’etica che regola un determinato ambiente. Per esempio, la Costituzione di uno Stato ne è la carta dei valori.
Il Neocinismo è una strategia esistenziale che vuole portare le persone alla felicità. Come tale deve possedere una Carta dei Valori che sia un faro, un riassunto per tutti coloro che vogliono seguirlo.
Essere felici è possibile. Nei Paesi più avanzati una piccola percentuale di persone vive una vita pienamente soddisfacente e veramente senza problemi; studiando questo insieme di persone si scopre che non sono la ricchezza, la carriera, il successo o altri miti pseudo-moderni che le rendono felici, bensì scelte esistenziali corrette. Il Neocinismo insegna a fare le scelte corrette, eliminando, o per lo meno smorzando, i problemi della vita. In questo compito però anche la società nella quale si vive deve fare qualcosa perché gran parte delle scelte sbagliate che avvelenano la vita delle persone sono frutto di pesanti condizionamenti sociali, culturali, familiari.
In altri termini, il nostro Paese potrebbe essere molto più moderno con un ulteriore beneficio per tutti.
Non si può cambiare la società se non si cambiano i singoli individui,
ma i singoli possono cambiare più velocemente in una società più moderna.
Di seguito, alcuni concetti che sono tipici del Neocinismo e che sono stati riassunti in una Carta dei Valori. Nella pagina sulla coscienza morale si trova un approfondimento per ognuna delle Regole d’oro.
La Carta dei Valori del Neocinismo
- Sii tollerante della fede altrui: se credi, non parlare in nome di Dio.
- Sii dignitoso: se non credi, non fingerti credente.
- Migliora la tua intelligenza, allenandola con lo studio e l’esperienza.
- La ragione guidi il sentimento su sentieri senza pericolo.
- Ama il tuo corpo: non drogarti, non fumare, non ubriacarti, evita il sovrappeso.
- Non essere schiavo del sesso.
- Il genitore onori i suoi figli.
- Sii coraggioso, ma non essere temerario.
- Sii autosufficiente: impara a portare da solo il tuo zaino.
- Non cercare di possedere la vita di un’altra persona.
- Onora la legge: non farti mai giustizia da solo.
- Sii onesto: non mentire e non ingannare.
- La tua forza sia calma, ricordati che l’ira è la forza degli stupidi.
- Ama chi migliora la tua vita e non odiare nessuno; sii grato a chi te l’ha migliorata.
- Sii realistico nei tuoi obiettivi, non credere nei sogni.
- Non preferire apparire anziché essere.
- Sii semplice: né il successo né la ricchezza siano i tuoi padroni.
- Difendi la natura dall’egoismo dell’uomo.
Molti di questi concetti potranno stupiranno, ma sono semplicemente il futuro.
Carta dei valori – In ambito aziendale
La carta dei valori è uno strumento tipico della Corporate Social Responsability, CSR), cioè della gestione etica della strategia aziendale.

La carta dei valori non è tipica solo del mondo degli affari; per esempio, nel 2007 il Ministero dell’Interno ha emanato la Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione
In Italia l’art. 41 della Costituzione afferma che l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Le varie organizzazioni internazionali (UE, OCSE, ONU ecc.) hanno sempre cercato di rendere meno soggettivo il concetto di carta dei valori.
Storicamente il concetto si è via via definito:
nel 1928, poco prima della grande depressione americana, il Pioneer Fund di Boston si diede un codice etico per la gestione dei suoi investimenti.
Nel 1968 in Strutture integrate nel sistema distributivo italiano G. Pallavicino sosteneva che, pur essendo il profitto prioritario, l’azienda non potesse ignorare fattori di natura sociale.
Nel 1984 R. E. Freeman ne diede una prima definizione teorica in Strategic Management: a Stakeholder Approach. Gli stakeholder (dall’inglese, titolari di una posta in gioco) sono i soggetti interessati, interni o esterni (consumatori, governo, sindacati, mass-media ecc.) alla società.
Nel 1997 la Social Accountability International ha emanato la norma SA 8000 per definire condizioni di lavoro rispettose della responsabilità sociale, un corretto approvvigionamento delle risorse e un controllo indipendente per tutelare i lavoratori.
Nel 1999 la britannica ISEA creò lo standard AA1000 con cui si definivano strumenti oggettivi, imparziali e trasparenti con cui valutare il rispetto dei valori etici.
Nel 2005 il gruppo ISO definì la ISO 26000 (pubblicata nel 2010) che prevede la collaborazione di sei categorie di stakeholder: imprese, governi, lavoratori, consumatori, organizzazioni non governative e altri. La difficoltà è che la norma ISO 26000 non è certificabile, anzi il testo dice esplicitamente che non è possibile certificare la conformità di un sistema di gestione alla norma ISO 26000.
Le difficoltà della Carta dei Valori aziendale
Come visto, sopra non esistono parametri oggettivi, rimarcando ancora una volta che cercare di imporre un’etica assoluta è cosa difficile, forse insormontabile, non fattibile. Per superare la soggettività, si sono sviluppati ulteriori approcci al problema, due dei quali sono meritevoli di menzione:
- un allargamento dell’ambito alla comunità, l’insieme delle persone che vivono il territorio e diventano creatori e fruitori di ciò che accade in esse (Responsabilità Sociale del Territorio).
- Il concetto di Valore Condiviso, secondo cui i problemi sociali possono essere risolti con le attività di business; il successo finanziario dovrebbe produrre benefici per la società.
Questi superamenti sono però pesantemente inficiati da una visione politica della società che non tutti accettano o addirittura utilizzano per fare seminformazione.
Per esempio, alla teoria degli stakeholder si contrappone la teoria degli shareholder (1970) del Nobel per l’economia M. Friedman, secondo la quale la finalità ultima della politica aziendale sono gli interessi degli azionisti, secondo il famoso detto business of business is business!
Un esempio della debolezza della teoria del Valore Condiviso è presente nella sua attuazione nei supermercati, dove spesso molti prodotti pubblicizzano pregi che servono per nascondere mancanze molto più gravi: diciture come “senza glutine”, “senza olio di palma”, “senza polifosfati” ecc. vorrebbero rassicurare il consumatore dell’attenzione dell’azienda (seminformazione) per la sua salute, senza nessuna garanzia che il prodotto non abbia ben più gravi difetti.