Chi non vorrebbe essere in grado di capire quando qualcuno ci sta mentendo? Sarebbe il sogno di moltissimi. Ma è davvero possibile riuscire a cogliere le bugie?
Molti di voi ricorderanno la serie televisiva Lie to me, prodotta dalla Fox dal 2009 al 2011; il personaggio principale dell’interessante serial è Cal Lightman (interpretato dall’attore Tim Roth), un noto studioso esperto in comunicazione non verbale, un vero e proprio asso nel capire quando qualcuno sta mentendo, e che mette la sua società a disposizione della giustizia collaborando spesso con polizia e FBI.
Tutte frottole televisive? Non esattamente; per quanto romanzata per ovvie esigenze narrative, la serie si rifà a un personaggio reale, il dottor Paul Ekman, uno psicologo statunitense, classe 1934, studioso del comportamento umano e considerato uno dei maggiori esperti del linguaggio del corpo e delle espressioni facciali.
Le principali tecniche che Ekman utilizza sono:
- la cinesica (scienza che studia il linguaggio del corpo),
- la prossemica (disciplina che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale)
- la semiotica (disciplina che studia i sintomi e i segni clinici).
La tecnica FACS
Secondo Ekman, al contrario di quanto pensano alcuni antropologi, le espressioni facciali e le emozioni non sono determinate dal retroterra culturale di un determinato luogo o dalle tradizioni, ma sono universali e uguali in tutto il mondo, per questo è possibile usarle anche per identificare le bugie.
Agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso Ekman stilò una lista delle espressioni di base universali, ovvero disgusto, gioia, paura, rabbia, sorpresa e tristezza.
In seguito, lo psicologo aggiunse alla lista anche colpa, contentezza, disprezzo, divertimento, eccitazione, imbarazzo, orgoglio (dei propri successi), piacere sensoriale, soddisfazione, sollievo, soddisfazione, vergogna.
Ekman ha sviluppato quindi la tecnica FACS (Facial Action Coding System; Sistema di Codifica delle Espressioni Facciali) per classificare tutte le espressioni del volto umano. Diversi i libri* che lo psicologo ha scritto sull’argomento.
La tecnica è pensata per essere utilizzata in vari ambiti fra cui selezione del personale, negoziazione, contesti investigativi e giuridici (interrogatori, perizie ecc.) e relazione medico-paziente.
Vediamo di seguito un paio di esempi (relativi a disgusto e rabbia) ripresi dal sistema proposto da Ekman.
Nella mimica del disgusto:
- il labbro superiore appare sollevato;
- anche il labbro inferiore è sollevato e preme contro quello superiore; può anche essere abbassato o leggermente sporgente in avanti;
- le guance sono sollevate e il naso è arricciato;
- si notano alcune pieghe sotto la palpebra inferiore che risulta sollevata, ma non tesa;
- le sopracciglia sono abbassate e spingono in basso la palpebra superiore.
Nella mimica della rabbia:
- le sopracciglia risultano abbassate e ravvicinate;
- tra le sopracciglia fanno la loro comparsa delle rughe verticali;
- la palpebra inferiore è tesa e può essere abbassata dal movimento del sopracciglio;
- lo sguardo è fisso e gli occhi possono essere sporgenti;
- le labbra possono assumere due posizioni di base: fortemente serrate, con gli angoli diritti o abbassati oppure aperte, tese, con un contorno squadrato come quando si lancia un grido;
- le narici possono essere dilatate (segno non essenziale che può essere presente anche nella mimica della tristezza);
- c’è ambiguità se i segni della rabbia non compaiono in tutte e tre le aree.
Piccolo vademecum per scoprire se qualcuno ci sta mentendo
Nessuno definirebbe Ekman un ciarlatano, ma diversi sono coloro che esprimono perplessità sul suo lavoro sulle bugie, criticato in quanto non è stato sottoposto al controllo di test scientifici.
In effetti, non si dovrebbe essere particolarmente ottimisti e pensare che un corso di alcuni mesi si possa diventare scienziati infallibili come Cal Lightman. Ciononostante, molte indicazioni risultano credibili e studiare il linguaggio del corpo e le microespressioni facciali può talvolta risultare utile.
Di seguito, quindi, un breve elenco che potrebbe aiutarvi a non prendere per oro colato tutto quello che vi stanno raccontando.
Puntare il dito – Di solito, chi mente tende a spostare l’attenzione da sé stesso verso qualcun altro; quindi chi ci punta il dito contro o ci rigira la domanda potrebbe avere qualcosa da nascondere…
Muovere velocemente il capo – Chi mente sembra avere la tendenza a spostare il capo piuttosto velocemente (può farlo per sottolineare una negazione o, al contrario, un’affermazione oppure per guardarsi intorno).
La voce diventa più acuta – Quando raccontiamo una bugia, la voce diviene gradualmente più acuta.
Trascinare i piedi – Se il vostro interlocutore trascina i piedi (segno di nervosismo) è probabile che vi stia raccontando una balla.
Cambiare modalità di conversazione – Un cambio improvviso nel modo di conversare (variazioni nel gesticolare, intercalari diversi, pause non necessarie, balbettii ecc.) non è un buon segno; è molto probabile, infatti, che chi parla non sia sincero.
Scaricare sempre la responsabilità sugli altri – Le persone bugiarde hanno la tendenza a scaricare sempre e comunque le responsabilità su qualcun altro; è per loro il modo migliore di nascondersi.
Pochi riferimenti a sé stessi – I bugiardi tendono, nella scelta dei pronomi, a utilizzare il meno possibile quelli che si riferiscono a loro stessi.
Respiro accelerato – A meno che non sia un bugiardo matricolato, chi mente diventa più ansioso e nervoso e, conseguentemente, ha un respiro più accelerato. Si dovrebbe far caso anche alle spalle, che hanno la tendenza ad alzarsi. Chi misurasse il polso all’interlocutore bugiardo noterebbe un aumento della velocità del battito cardiaco.
Battere poco le palpebre – Se qualcuno dice bugie, tende a battere meno le palpebre rispetto a chi invece è sincero.
Toccarsi spesso la bocca o il viso – Chi mente tende a toccarsi il viso oppure la bocca o, anche, a mordersi le unghie di continuo.
Ripetere continuamente la stessa cosa – Chi ripete di continuo la stessa frase sta probabilmente cercando di guadagnare del tempo in modo da orchestrare meglio la bugia.
Troppi dettagli – Chi dice bugie tende a fornire una marea di informazioni inutili, poco interessanti o comunque non richieste.

Chi non vorrebbe essere in grado di capire quando qualcuno ci sta mentendo? Sarebbe il sogno di moltissimi. Ma è davvero possibile riuscirci?
* Le opere principali di Ekman
- Giù la maschera. Come riconoscere le emozioni dall’espressione del viso (2007)
- Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste. (2008)
- Le bugie dei ragazzi. Frottole, imbrogli, spacconate: perché i nostri figli ricorrono alla menzogna? (2009)
- Felicità emotiva. (2010)
- I volti della menzogna. Gli indizi dell’inganno nei rapporti interpersonali. (2011)
- La seduzione delle bugie. (2011).