Blue Whale è un insidioso fenomeno di adescamento che utilizza la manipolazione psicologica per costringere ragazzi e ragazze adolescenti a un’escalation autolesionistica, che culmina nel gesto estremo di togliersi la vita, lanciandosi nel vuoto.
Il fenomeno nasce in Russia, presumibilmente nel 2003, dove si diffonde rapidamente attraverso i social, causando la morte di decine di giovani. Successivamente approda anche in Europa; in Italia il livello di attenzione è notevolmente cresciuto da quando, nel mese di febbraio 2017, un giovane 17enne si è suicidato come la macabra sequenza di Blue Whale prescrive.
Balena azzurra
Blue Whale significa letteralmente balena azzurra. Le balene azzurre, a un certo punto del loro percorso, sembrano togliersi volontariamente la vita. In molti casi, dopo essere andate a spiaggiarsi senza apparenti motivi, non riescono più a tornare in mare e trovano così la morte per asfissia.
Macabre regole
Blue Whale consiste in un sistema di 50 regole/azioni, macabre, cruente, assurde. Quotidianamente le vittime devono eseguire un’azione che il “tutor” loro assegnato richiede e inviare una videoregistrazione come prova. Ogni azione deve svolgersi nel segreto più assoluto!
Alcuni esempi di regole/azioni sono: ferirsi in modo da sanguinare abbondantemente, tagliarsi le vene (solo superficialmente), svegliarsi in piena notte e guardare film dell’orrore, procurarsi dolore in qualsiasi modo, ascoltare musica dall’alto potenziale depressivo, cercare l’edificio più alto in città dal quale il cinquantesimo giorno si lanceranno nel vuoto.
La palude depressiva e le forti attrattive
Intrappolate nella rete di Blue Whale, le giovani vittime scivolano lentamente, ma inesorabilmente, in una profonda palude depressiva, dalla quale è improbabile che possano uscire senza aiuti dall’esterno.
Uno degli elementi di attrattiva è costituito dalla condivisione sui social network degli obiettivi conseguiti; ragazzi e ragazze si sentono finalmente considerati, perché hanno compiuto azioni spregiudicate, hanno sfidato la paura e la morte.
La sfida alla morte esercita una forte attrattiva su di loro; spesso gli adolescenti identificano la morte con un atto di eroismo, che può compiere solo chi ha coraggio.
Il suicidio
È la seconda causa di morte tra i giovani. Si tratta di un atto di rottura nei confronti di una realtà, avvertita come intollerabile, influenzato da diversi fattori: abuso di sostanze, disgregazione del sostegno familiare, maggiore disponibilità economica che favorisce l’accesso a esperienze altrimenti non praticabili.
Di suicidio non si parla molto e quando se ne parla lo si fa con disagio, nella erronea convinzione di incentivare al compimento di un gesto estremo. In realtà, parlarne è sempre meglio che tacere; può aprire uno spiraglio nel dolore e nella sofferenza di chi vede nella morte l’unica possibilità per “tornare a vivere”.
Informare senza allarmismi
Tacere non è la soluzione! È un dovere informare, informarsi, capire meglio il fenomeno Blue Whale. Nei diversi ambiti educativi e formativi, gli adulti dovrebbero sapere quali sono i maggiori fattori di rischio per gli adolescenti e quali gli indicatori di cui tenere conto.
Cosa osservare
Genitori, insegnanti, educatori devono prestare attenzione a tutti quei comportamenti che improvvisamente cambiano, alle abitudini che vengono repentinamente sovvertite, (in particolare il ritmo sonno-veglia), alle rapide oscillazioni del tono dell’umore (stati di irrequietezza, agitazione, tristezza persistente, forte abbattimento), alla decisione di disfarsi di cose personali, anche apparentemente prive di valore. È molto importante osservare se i ragazzi hanno ferite o tagli sul corpo o si fanno tatuare immagini di balene, se disegnano balene in modo ossessivo, se pronunciano frasi del tipo: “Meglio farla finita”, “Vorrei morire” ecc.

Blue Whale è solo uno dei fenomeni che hanno messo in evidenza la fragilità dei giovani e la loro esposizione a diversi tipi di manipolazione attraverso i social media
Come parlarne
Quando un genitore teme che il proprio figlio sia vittima delle manipolazioni da Blue Whale può affrontare l’argomento senza dare giudizi in merito, senza muovere critiche, stimolando la condivisione del suo punto di vista. Se il sospetto di manipolazione riguarda i figli di qualcun altro, è opportuno parlarne con i genitori, senza allarmismi gratuiti.
Sensibilizzare
È di fondamentale importanza realizzare campagne volte a sensibilizzare attraverso una corretta informazione. Non dovrebbero mancare azioni culturali orizzontali, in cui i giovani sono direttamente coinvolti nel dare un aiuto diretto ad altri giovani.
La ricerca di nuovi territori
Considero ogni adolescente un esploratore che avanza alla ricerca di nuovi territori; di tanto in tanto, si volta indietro, poi riprende il cammino tra incertezze, paure e curiosità. In continuo movimento tra i diversi sistemi di riferimento affettivo, educativo e formativo (famiglia, scuola, gruppo dei pari), l’adolescente procede alla ricerca della propria identità.
Capire gli adolescenti
L’adolescenza è una fase della vita caratterizzata da grandi cambiamenti e trasformazioni, da ambivalenze e oscillazioni. Gli adolescenti hanno bisogno di essere sostenuti e capiti nei loro bisogni, nel loro modo di essere. Condizioni non facilitanti possono generare fragilità e vulnerabilità, bassa autostima, tendenze depressive, insicurezza, esponendoli maggiormente a una serie di rischi.
Il Blue Whale, il suicidio, sono fenomeni difficili con i quali confrontarsi; non ci si può improvvisare esperti! D’altra parte, i giovani hanno bisogno di non essere lasciati soli, di percepire autorevolezza e fermezza negli adulti di riferimento; autorevolezza, non autorità! Fermezza, non rigidità! Hanno bisogno di sentirsi ascoltati e capiti nelle loro difficoltà; capiti, non giustificati! Hanno bisogno di genitori che non si comportino come figli o come amici!
Non solo disagio
L’adolescenza non è un coacervo di patologie inevitabili, ma resta un’età critica, caratterizzata da grandi cambiamenti e trasformazioni sul piano somatico, psicologico, cognitivo. Nell’adolescente conformismo e ribellione coesistono con il bisogno di protezione ed il desiderio di autonomia. È sempre in agguato il rischio di derive depressive; il senso del sé precario espone alle seduzioni del mercato e al rischio di manipolazioni mentali come nel caso di Blue Whale.
Le vittime: chi rischia di più
Non tutti gli adolescenti corrono il rischio di restare intrappolati dal macabro meccanismo Blue Whale. Maggiormente esposti al rischio di manipolazioni mentali sono ragazzi e ragazze con fragilità e vulnerabilità evidenti, con tendenze depressive, con bassa autostima, dipendenti da sostanze, con esperienze di abusi e maltrattamenti, che hanno rapporti molto problematici con la famiglia ecc.
Prevenire i danni
Si può fare molto per contenere e prevenire i danni! Genitori, insegnanti, educatori devono dotarsi di strumenti educativi e formativi efficaci. Ogni adulto di riferimento deve e può sostenere l’adolescente nel suo percorso evolutivo, utilizzando chiavi comunicative efficaci; ascoltandolo con empatia e comprensione, senza per questo giustificarne i comportamenti considerati non appropriati, insegnando attraverso un confronto costruttivo che ogni azione immancabilmente produce effetti su di sé e sugli altri.
Occorre una genitorialità forte
Occorrono genitori che facciano i genitori. I figli hanno bisogno di percepire nei genitori fermezza e stabilità; la fermezza non è rigidità. Hanno bisogno di sentire che gli adulti reggono anche le loro “provocazioni”; che non si lasciano “licenziare” facilmente!
Gli adulti dovrebbero preferire una chiave educativa basata sull’autorevolezza, sull’assertività, sul rispetto reciproco.
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