La massima cristiana Ama il prossimo tuo come te stesso da ragazzo mi affascinava. Poi però il mio spirito di coerenza mi portò a vederla come: ipocrita, in chi la usa per sentirsi a posto la coscienza, ma poi si comporta diversamente; irrealistica, in chi non è mai stato messo veramente alla prova o, quando è successo, ha tirato in ballo la classica natura umana per giustificare una sua deroga alla massima; disumana.
E l’ho modificata in
(1) non odiare chi è nel mondo neutro e contraccambia l’amore di chi è nel tuo mondo dell’amore.
che è una delle scoperte più moderne e interessanti del Personalismo. Si noti che la seconda parte della (1) non è che la definizione di bontà.
NOTA – Prossimo riguarda il mondo neutro; non avrebbe senso definire prossimo il proprio figlio! Prima di proseguire nella lettura, deve essere chiaro il significato dei tre mondi del Personalismo.
La portata è enorme perché molte persone fondano la loro vita sulla citata massima cristiana, modificandola in non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Si legga anche l’articolo La mia libertà finisce dove comincia la vostra.
Disumana, contraddittoria, ipocrita
Pensiamo alla persona più cara che abbiamo. Supponiamo che un criminale (terrorista, pazzo, ecc., insomma uno che si diverte a uccidere) stia per spararle e che noi abbiamo la possibilità di fermarlo, sparando a nostra volta e uccidendolo. Che facciamo? Lasciamo perdere sciocchezze del tipo “cerco di parlargli per convincerlo ecc.” perché nel frattempo il criminale ha già sparato. Se non gli spariamo e ci accontentiamo di vedere la morte che scende negli occhi della persona che amiamo, siamo disumani. Se gli spariamo e poi continuiamo a credere nella massima siamo contraddittori e, sostanzialmente, ipocriti. Basta questo banale esempio per convincerci che occorre andare oltre. Per il Personalismo la massima diventa la (1) dove “non odiare” per esempio consente la legittima difesa perché chi la usa ne è costretto, non odia.
Gestioni differenti del prossimo
Le scoperte del Personalismo:
- tutti hanno un mondo dell’amore, distinto da quello neutro (vedasi La prova del nove).
- Se i mondi sono distinti è necessario avere strategie di gestione distinte. Una per il prossimo (mondo neutro) e una per il mondo dell’amore.
Il secondo punto è banale per qualsiasi persona razionale. Eppure si continua a parlare di gretto egoismo ogni volta che si propone una gestione del mondo neutro non particolarmente altruistica.
Qualcuno potrebbe sostenere artificiose posizioni intermedie, del tipo: l’importante è assicurare a tutti una vita decente, poi quello che resta lo si può godere. Per mostrare quanto questa posizione sia utopistica (nel senso che nessuno vive o riuscirebbe a vivere così) vediamo due esempi.
Sappiamo che nel Terzo Mondo migliaia di bambini muoiono di fame. Tutti coloro che hanno un lavoro riuscirebbero a vivere devolvendo metà del loro stipendio a favore di questi bambini. Certo la vita sarebbe più dura: una carcassa d’auto, una casa grande la metà dell’attuale, vestiti vecchi e sempre uguali, niente vacanze, solo il cibo indispensabile ecc. Nessuno lo fa. Eppure molti sono anche cristiani praticanti (mettono a tacere la loro coscienza con qualche offerta ogni tanto) oppure, senza essere credenti, sono impegnati nel sociale. In questi casi l'”ama il prossimo tuo” non vale.
Secondo esempio. Chi ha un cane affettuoso e fedele sa che cosa vuol dire essere amati da questo animale e sa come ciò possa migliorare la sua vita. A queste persone vorrei chiedere: vi sbarazzereste del vostro cane per devolvere tutto ciò che spendete per lui a favore dei bambini che muoiono di fame? In altre parole: preferireste vedere morire il vostro cane o uno di questi bambini? Io non avrei dubbi: salverei il cane e per questo non mi sentirei certo un essere disumano e orribile.
Ama il prossimo tuo: altruismo
La massima evangelica “Ama il prossimo tuo come te stesso” richiama inevitabilmente il concetto di altruismo. Per approfondimenti vedasi l’articolo L’altruismo.
Benevolenza e bontà
Ragionare sull’altruismo porta a ragionare su bontà e benevolenza; tali concetti sono così importanti che sono trattati in due articoli a sé.

Ama il prossimo tuo come te stesso: una massima biblica ingenua e inapplicabile
Ama il prossimo tuo: la prova
Nell’aprile 2009 un tremendo terremoto sconvolse l’Abruzzo, facendo 300 vittime e danni gravissimi; la solidarietà degli italiani si mobilitò in moltissime forme, non solo in quella sociale, ma anche e soprattutto in quella individuale.
Moltissime sottoscrizioni, offerte di aiuto, volontari che si spostarono nella zona colpita per dare una mano: per giorni non si parlò d’altro che di aiutare le popolazioni colpite.
Sono certo che a molte persone che in quei giorni si mobilitarono per l’Abruzzo, la teoria del Personalismo dei tre mondi, con quello così “brutto” dell’indifferenza (neutro), faccia storcere il naso e faccia parlare apertamente di “gretto egoismo”. Bene, potrò fornire a loro la prova che non è così.
Nell’agosto del 2009, cioè solo quattro mesi dopo il terremoto in Abruzzo, il tifone Morakot distrusse ampie zone di Taiwan: oltre 500 morti, interi villaggi distrutti dal fango. Ebbene, dei detrattori del Personalismo chi si mobilitò? Nessuno. A parte le notizie dei telegiornali, nessuna sottoscrizione, nessun aiuto. Gli organi di Stato, i media, le grandi società, le banche e tutti coloro che avevano dato vita alla grande macchina che aiutò l’Abruzzo non mossero un dito; anche i singoli cittadini al massimo espressero un veloce commento davanti alla notizia. Che era successo? I soccorritori dell’Abruzzo erano diventati improvvisamente egoisti e meschini? No, avevano applicato la teoria dei tre mondi del Personalismo. Per molti di loro Taiwan era al di fuori del loro mondo dell’amore, l’Abruzzo no. Semplice.
Perché quindi giudicare male chi ha un mondo dell’amore più ristretto e più concreto, non ampliato da condizionamenti patosensibili (sono convinto che se una televisione avesse aperto una sottoscrizione, qualcosa sarebbe comunque arrivato, forse anche solo un centesimo di ciò che è arrivato in Abruzzo, a dimostrazione che il mondo dell’amore può essere artificiosamente gonfiato dalla patosensibilità del soggetto)?
Gli irriducibili dell’amore globale potrebbero obiettare che la vicenda di Taiwan è stato uno sfortunato incidente sul percorso della fratellanza universale. E allora come spiegano il fatto che a inizio ottobre 2009 i telegiornali abbiano per giorni parlato del dissesto idrogeologico di Messina con qualche decina di morti e abbiano dedicato solo qualche commento al terremoto-maremoto che nello stesso periodo ha colpito Samoa e Sumatra con circa 4.000 vittime? Morti di serie A e morti di serie B? No, una versione mediatica del mondo dell’amore e del mondo neutro.
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