Lo studio dello psicologo è quel luogo nel quale i pazienti si recano per sottoporsi a sedute e terapie volte ad aiutarli a ritrovare il proprio benessere psicologico.
L’attività svolta da questo professionista non è certo semplice e la scelta dei locali in cui svolgere la propria professione, nonché dell’arredamento, non sono meno importanti di tutto l’iter burocratico che si deve affrontare per poter aprire lo studio.
L’ambiente dovrà infatti risultare confortevole, accogliente e dotato di tutto il necessario per mettere i pazienti a proprio agio. Per arredare l’ambiente in modo professionale, è sempre preferibile rivolgersi a un rivenditore di attrezzature mediche presso il quale si potranno trovare arredi base e strumentazioni di alta qualità, sicure e di lunga durata.
Prima ancora di pensare agli arredi e alle strumentazioni, lo psicologo dovrà però occuparsi di tutta la parte burocratica che gli consentirà di praticare la propria attività rispettando le norme di legge.
Aprire uno studio di psicologia: l’iter burocratico
L’attività svolta dallo psicologo è regolamentata dalla legge 56/1989. Chi decide di praticare questa attività e di aprire uno studio privato o associato deve, per prima cosa, essere in possesso di un titolo di studio, in particolare di una laurea in Psicologia, che gli consenta, dopo un periodo di tirocinio presso una struttura abilitata e convenzionata, di iscriversi all’Albo degli Psicologi.
Dopo l’iscrizione all’albo, lo psicologo che decidere di lavorare come libero professionista e di aprire uno studio deve:
- aprire la partita IVA: questo è un passaggio a cui devono sottostare tutti coloro i quali scelgono di lavorare privatamente. La scelta del regime fiscale migliore potrà essere effettuata con il consulto di un commercialista;
- iscriversi all’Enpap: si tratta della cassa previdenziale degli psicologi;
- ottenere una casella di Posta Certificata: esistono svariate possibilità per ottenere una PEC, alcune gratuite altre a pagamento;
- stipulare una polizza assicurativa che copra i danni ai clienti: per chi opera in campo medico e sanitario, questo è un passaggio obbligatorio per poter svolgere la propria attività come libero professionista.
Svolti tutti questi passaggi, si potrà passare all’individuazione dei locali presso cui aprire il proprio studio di psicologia.
La scelta dei locali
L’apertura dello studio è subordinata alla compilazione della SCIA, ossia della Segnalazione Certificata di Inizio Attività, i cui requisiti possono variare da regione a regione.
Per essere certi di non avere difficoltà, è fondamentale accertarsi che l’edificio o il condominio entro il quale si trovano i locali scelti non sia soggetto a regolamenti che vietino l’apertura al suo interno di attività aperte al pubblico.
Per quanto riguarda gli spazi, questi dovranno rispettare i requisiti minimi di illuminazione e aerazione; dovrà inoltre essere presente un numero sufficiente di stanze, tali da garantire la presenza di:
- una sala d’attesa;
- due bagni, uno per il personale e uno per i clienti;
- uno spogliatoio per il personale;
- una o più sale per le visite e le consulenze.
La scelta degli arredi
Arredi e strumentazioni dovranno essere solidi, resistenti e garantire, al contempo, il giusto comfort.
Tra gli elementi che non potranno mancare vi sono le sedie e i tavolini per la sala d’attesa, la scrivania e una sedia comoda per lo psicologo e per la segretaria, armadietti in cui riporre la documentazione e un lettino per i pazienti.