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Percezione selettiva

La percezione selettiva è un errore raziologico di tipo acquisitivo che, sinteticamente, consiste nel modificare la visione che abbiamo della realtà per vedere ciò che ci aspettiamo di vedere (per i dettagli e numerosi esempi si veda il Cap. 8 di Migliora la tua intelligenza).

In questo articolo vogliamo mostrare come tale errore sia molto diffuso nella Rete e sia addirittura una causa importante dell’espansione di fenomeni come blog o social network. Infatti, un’implementazione della percezione selettiva consiste nel creare (o concorrere a creare) un ambiente dove si perorano esageratamente le proprie idee illudendosi che la realtà sia uguale a questo ambiente; così una minoranza diventa maggioranza. Molti siti politici, psicologici, filosofici incorrono in questo errore; errore che questo sito ha sempre cercato di evitare ripetendo fino alla nausea che “i top sono pochi”, che “avere 600.000 visitatori unici al mese non vuol dire nulla” ecc.

Molti creatori di blog sono inizialmente veramente convinti che “tutto il mondo lo veda”, scambiando la possibilità di visione con la visione stessa; chi scrive nei forum “diventa” un grande esperto perché si illude che quel forum sia il gotha della materia che sta trattando; chi partecipa a un sito politico o religioso, trovandosi con suoi simili, è convinto che tutto il mondo sia orientato (o che si stia orientando) in quel senso, anche se in realtà solo una percentuale minima della popolazione globale ha quelle idee. Quest’ultimo caso è un esempio “informatico” della regola della manifestazione: faccio una manifestazione con qualche centinaia di migliaia di persone illudendomi che la maggioranza del Paese sia con me.

Poi con il tempo l’entusiasmo viene meno e si ritorna alla realtà.

Così i blog personali sono stati sostituiti dai social network come Facebook o MySpace (che, detto per inciso, in Italia non ha avuto un grande successo). Qui la percezione selettiva si esplica in maniera ancora più forte perché i geniali creatori di questi spazi hanno usato la percezione selettiva anche in campo personale: il contatto (un termine tipico delle mailing list) viene percepito come amico, con grande soddisfazione esistenziale di chi di amici reali non ne ha (in Rete si possono trovare amici, ma ciò non può essere lo scopo “disperato” della navigazione, a mo’ di strategia dell’ultima spiaggia). Non a caso molti utenti hanno i propri profili su N social network partecipano a M forum ecc., riempiono i buchi della loro vita reale con una vita “virtuale”.

Sintomo evidente di questa virtualità è il dialogo improduttivo e la ricerca spesso ossessiva di esso con continui scambi di battute (spesso di spessore culturale o ludico nullo), la sollecitazione di risposte; a volte anche il diverbio e la rissa diventano momenti di socializzazione e non di sola vanagloria.

Si noti la differenza con Wikipedia, dove gli sforzi di molti hanno costruito qualcosa, senza una grande visibilità personale e senza un’immediata e gratificante socializzazione. La qualità di un ambiente si nota cioè dalla concretezza, dalle informazioni che scambia e da cosa produce, non dal numero degli “amici”.

Anche nei social network però le persone più equilibrate ritornano alla realtà e comprendono che il solo parlare è aria fritta e abbandonano, al più usando saltuariamente lo strumento come mezzo di messaggistica. Gli altri continuano a fare bla, bla, bla…

Percezione selettiva

La percezione selettiva è una distorsione cognitiva

La percezione selettiva in economia

Un comportamento irrazionale dell’investitore è quello derivante dalla percezione selettiva: l’investitore percepisce ciò che si aspetta di vedere. Psicologicamente ciò è spiegato dal fatto che andare contro le nostre convinzioni spesso genera una dissonanza, una mancanza di armonia che ci infastidisce. Per risolvere la dissonanza modifichiamo la visione che abbiamo della realtà, adattandola, per esempio amplificando le informazioni che “ci danno ragione” e minimizzando quelle che ci sono contrarie.

La percezione selettiva è una delle cause del diverso comportamento delle persone di fronte a una perdita o a un successo. Se si perde, si tende a trovare qualcuno da incolpare (per esempio il promotore che ci ha consigliato), mentre se si guadagna il merito è “sicuramente” nostro.

La percezione selettiva spiega anche perché modifichiamo le nostre aspettative quando abbiamo preso un impegno (Knox e Ingster, 1968). Se esaminiamo un campione di persone intenzionate a votare per un politico, si scopre che, dopo averlo appena votato, la probabilità stimata del suo successo aumenta. Ogni elettore prevede la realtà futura secondo le sue aspettative, nettamente esplicitate dal voto.

La percezione selettiva è, di fatto, una visione molto partigiana di ciò che ci accade intorno ed è quindi una situazione molto pericolosa. Per mitigarne gli effetti possiamo:

  • lavorare con strategie predefinite, indipendenti dalle nostre “sensazioni”, ma affidate ai numeri;
  • definire dei limiti di stop loss.

L’ultimo concetto (in economia si definisce stop loss il tetto limite di prezzo al raggiungimento del quale, allo scopo di limitare la perdita, si impartisce comunque l’ordine di vendere) avrebbe salvato moltissimi investitori dalla bancarotta. Quando si decide di investire si deve anche prendere in considerazione l’ipotesi che l’investimento potrebbe fallire. Per evitare di essere condizionati dall’andamento dell’investimento, si deve fissare a priori il limite di perdita tollerabile. Ciò sembra ragionevole, soprattutto per il mercato azionario. Peccato che nessuno lo faccia e, quando si incomincia a perdere, la maggior parte delle persone “spera” che la situazione si riaggiusti. Una decisione razionale è invece il disinvestire quando si raggiunge il limite di stop loss tollerato.

 

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