L’errore di autoverifica evidenzia l’incapacità di trovare banali confutazioni alle proprie proposizioni, l’incapacità di eseguire correttamente il check-up della coerenza.
Ogni volta che noi ci esprimiamo dobbiamo essere sicuri che la nostra proposizione sia inattaccabile, altrimenti è come mettersi in mare con una nave che imbarca acqua. Si consideri per esempio una frase ragionevole, del tipo: “i figli devono stare con la propria madre”.
È banale trovare eccezioni a questa affermazione (che potrebbe essere detta perché emotivamente coinvolti in un caso particolare): la madre che picchia i figli, quella drogata che non riesce a provvedere a loro ecc. Una frase del genere non vuol dire nulla e una posizione più razionale è: “i figli devono stare con la madre, eccezion fatta per questi casi…”.
A titolo di curiosità, chi ha una mentalità giuridica è sicuramente facilitato nell’applicare il check-up della coerenza perché abituato a “trovare cavilli”; in fondo una contraddizione non è che un cavillo, un’eccezione al nostro discorso generale. Quando esistono eccezioni, il discorso che si pensava generale diventa generico, da approssimato o sintetico diventa approssimativo. E quindi inutile.
L’esempio fatto mostra come l’applicare il check-up della coerenza indichi non solo razionalità, ma anche approfondimento e reale conoscenza del problema, senza la caratteristica superficialità del tuttologo che parla di tutto senza conoscere realmente nulla.
Per esercitarsi, si provi ad ascoltare un talk show televisivo (programma che in genere non promuove certo la razionalità) per capire come gran parte delle frasi dette siano facilmente contestabili. Uno dei limiti della televisione attuale è che per fare audience (numeri) deve utilizzare tecniche che, di fatto, allontanano i soggetti più qualitativamente preparati (razionali): quando su dieci frasi dette, nove sono errori di autoverifica, la persona intelligente cambia canale. Invece lo spettatore di intelligenza medio-bassa si appassiona ai litigi e ai diverbi che scaturiscono da posizioni sempre più confuse e caotiche perché di fatto irrazionali.

L’errore di autoverifica è tipico di chi è pieno di sé
Riassumendo, da cosa deriva l’errore di autoverifica?
- dall’incapacità di eseguire il check-up della coerenza
- dall’ignoranza della materia
- dalla sicumera.
I primi due punti sono stati ampiamente discussi (vedasi Check-up della coerenza e Ignoranza).
Sull’ultimo si deve rilevare che nessuno ammetterà mai di essere vittima della sicumera, cioè dell’ostentata sicurezza di sé. Applicata all‘intelligenza acquisitiva, la sicumera si traduce nell’illusione del sapere: visto che so tutto, e tutto mi è chiaro, che bisogno ho di verificare ciò che dico? In realtà si dovrebbe seguire il consiglio del filosofo austriaco Karl Popper che ci spiega come, per motivi prettamente logici, dobbiamo ricercare proprio quelle informazioni che potrebbero mettere in crisi quanto noi affermiamo.