Volevo segnalarvi l’impresa di Julia “Hurricane” Hawkins.
Devo essere sincero, non apprezzo molto le gare amatoriali per categoria perché spesso non hanno nulla di significativo. In alcuni casi il numero dei partecipanti è così ristretto che chi arriva primo in realtà arriva “unico” o quasi. In altri casi, la caratura atletica dell’ex-campione è tale che, anche invecchiando non ottimamente, è in grado di vincere a mani basse nella sua categoria.
Andando avanti con gli anni, il fenomeno può diventare ancora più evidente con l’ottantenne che partecipa a tutte le gare domenicali pur di avere i suoi dieci secondi di gloria al momento della premiazione. Esistono però eccezioni come quella di Ed Whitlock capace di correre la maratona a 85 anni sotto le 4 ore (dovrebbero riflettere quei quarantenni che arrivano al traguardo in quattro ore e alzano le braccia al cielo per sottolineare la loro “grande prova”) oppure quella della Hawkins. Sono “imprese” e le “imprese” fanno lo sport, non le vittorie (che comunque vanno valutate nel contesto in cui sono ottenute).
La Hawkins ha iniziato a fare sport a 75 anni (non è mai troppo tardi) e il 17 marzo 2018 ha corso la finale dei 60 m indoor dei campionati americani in 24″79. Perché si tratta di un’impresa?
- Sottolinea la forbice sempre più ampia fra chi ha un buon stile di vita e chi non ce l’ha (molti 60-70-enni il tempo della Hawkins se lo sognano): un buon stile di vita fa guadagnare in media circa 20 anni, a parità di altri fattori.
- Evidenzia che l’aspettativa di vita in buona salute (non una semplice aspettativa di vita) può essere comunque estesa anche ai 90-100 anni.
Ecco il video della gara (anche la gara dell’anno scorso sui 100 m corsi in poco più di 40″).