Il potere, insieme a successo e ricchezza, costituisce una terna di possibili condizioni facilitanti che ogni persona prende in esame nel tentativo di migliorare la propria vita; è importante sottolineare l’aggettivo “possibili” perché spesso nella società moderna avere il potere non è affatto una condizione facilitante per la felicità. Dipende da come è vissuto e da quanto si è asserviti a esso.
Appare ben evidente che il potere è spesso correlato a una chiara schiavitù verso la cosa posseduta: comando, ma per comandare sono comandato dal mio stesso ruolo. Basta osservare la vita di reali e politici per scoprire come la loro vita sia densa di nubi: solo un infelice può pensare di stare peggio di un re che ha mille noiosissimi impegni o di un politico che passa la propria vita a ridimensionare gli avversari e a combattere con i mille giganteschi problemi della società. In fondo si può pensare che molti potenti siano schiavi della loro ambizione e “servano” a chi è veramente felice per far funzionare (più o meno bene) ciò che li circonda.
Come per il successo, molti apparenti cercano il potere per arrivare alla ricchezza e finiscono per diventare ricchi infelici.
Il vecchio gioco di chiedersi se si prova un po’ di invidia per la principessa o per il politico che ci comanda (scambieresti la tua vita con la sua?) è un buon test: chi fa il cambio non ha proprio capito che per essere felici è più facile essere una persona “normale”.
Potere
- Quella sera finalmente guardava la città dall’attico del grande palazzo che ventisette anni prima aveva incominciato a scalare.
- Ora era lui il presidente e il suo animo era fiero, tranquillo e forte.
- Si sporse un attimo per ammirare meglio quelle migliaia di persone la cui vita dipendeva, direttamente o indirettamente, dalle sorti della sua azienda.
- Si sporse ancora un poco, perché voleva possedere con lo sguardo tutti i suoi sudditi.
- Ancora un poco… Poi, senza capire, il grasso corpo volò giù.
- Ora per sempre è al piano terra, anzi… sottoterra.