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Mamma son tanto felice

Mamma son tanto felice perché ritorno da te. La mia canzone ti dice ch’è il più bel sogno per me… è questo l’inizio di una canzone degli anni ’40 (Mamma) interpretata dal mitico Beniamino Gigli (1890-1957); gli autori sono Cesare Andrea Bixio e Bixio Cherubini.

Mamma son tanto felice – Testo

Mamma son tanto felice

perché ritorno da te.

La mia canzone ti dice,

che è il più bel giorno per me.

Mamma son tanto felice,

viver lontano, perché.

Mamma,

solo per te la mia canzone vola.

Mamma,

sarai con me tu non sarai più sola.

Quanto ti voglio bene,

queste parole d’amore

che ti sospira il mio core,

forse non s’usano più.

Mamma,

ma la canzone mia più bella sei tu,

sei tu la vita

e per la vita non ti lascio mai più.

Sento la mano tua stanca,

cerca i miei riccioli d’or.

Sento, e la voce ti manca,

la ninna nanna d’allor.

Oggi la testa tua bianca

io voglio stringere al cuor.

Mamma,

solo per te la mia canzone vola.

Mamma,

sarai con me tu non sarai più sola.

Quanto ti voglio bene,

queste parole d’amore

che ti sospira il mio cuore,

forse non s’usano più.

Mamma,

ma la canzone mia più bella sei tu,

sei tu la vita

e per la vita non ti lascio mai più.

Quanto ti voglio bene,

queste parole d’amore

che ti sospira il mio cuore

forse non s’usano più.

Mamma,

ma la canzone mia più bella sei tu,

sei tu la vita

e per la vita non ti lascio mai più.

Mamma, mai più!

mamma son tanto felice

Beniamino Gigli, interprete di Mamma son tanto felice

Analisi del testo

Mamma è una canzone popolare italiana composta da C. A. Bixio e B. Cherubini (1940) e interpretata inizialmente da Beniamino Gigli.

Il testo rivela come ancora oggi ci siano persone che vivano come ottanta anni fa. Infatti, molti troverebbero toccante o comunque attuale questa canzone che in realtà è un inno alla personalità critica del succube.

Mamma, son tanto felice perché ritorno da te.

La persona ormai adulta non si è mai staccata dalla madre, Certo, può essere piacevole rivederla, ma il “tanto felice “indica una condizione necessaria alla felicità che modernamente è fuori luogo.

La mia canzone ti dice ch’è il più bel sogno per me!

L’idea romantica “del genitore per sempre” è evidenziata dal termine sogno.

Viver lontano perché?

Perché una persona adulta cammina con le proprie gambe e non è un bamboccione. Certo, non è necessario vivere lontano, ma non si deve pretendere che la propria felicità sia vivere vicino alla mamma (come molte mamme pretendono ancora oggi dai figli, fanno di tutto per farli restare e non capiscono se se ne vanno).

Mamma, solo per te la mia canzone vola…

Ma non ha altri oggetti d’amore nella vita?

Mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!

Il preistorico concetto che i figli devono essere il bastone della vecchiaia dei genitori (che quindi possono pretendere aiuto e assistenza, invece di avere la dignità di lasciar salpare i figli verso la loro vita).

Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore forse non s’usano più…

Purtroppo, dopo ottanta anni, molti le usano ancora…

Sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più!

E che farà quando la mamma lo lascerà? Cadrà in depressione fino a suicidarsi? Amen.

Mamma son tanto felice – Il test

Se leggete il testo della canzone e vi ci ritrovate un po’, beh, quanto segue è un test di modernità.

Domanda: chi è più importante, il genitore o il coniuge?

Di solito si danno tre risposte.

1) Il genitore ovvero la mamma è la mamma. Chi risponde così può cantare a squarciagola “mamma son tanto felice…”. In questo caso non c’è stato alcun distacco dai genitori e non si capisce perché il soggetto si sia sposato e abbia cercato una famiglia tutta sua. L’amore si dimostra con le azioni e se le azioni sono dirottate principalmente verso il genitore cosa resta per la propria famiglia?

2) Entrambi sono importanti*. Questa è forse la risposta più frequente e chi la dà pensa di aver dato una bella risposta. In realtà si mette la propria vita in balia del caso. Se c’è accordo fra genitore e coniuge il tutto può reggere, ma se non c’è? Ecco che allora iniziano i problemi. Non si può pretendere di forzare l’accordo, anche se spesso per motivi economici (i genitori passano i soldi per l’acquisto della casa, per l’avviamento di un’attività, tengono i bambini ecc.) il compromesso è l’unica soluzione, vivendo in un equilibrio altamente instabile. In realtà anche in questo caso non c’è stato nessun distacco dai genitori  e il proprio amore viene diviso fra le tante persone della famiglia allargata. Una situazione antica, da famiglia in cui l’unico risultato è che i problemi di uno sono i problemi di tutti. Morale: più problemi.

3) Il coniuge perché è la mia nuova famiglia. Questa è la risposta più moderna, che stabilisce una priorità che consente di andare avanti senza sentire il debito verso chi ci ha donato la vita (se è un dono che senso ha pretendere qualcosa in cambio?) ed essendo pronti a donarla ad altri, amandoli con tutte le nostre forze. Non significa non amare più i propri genitori, quanto amarli “dopo” la propria nuova famiglia.

* Si noti che il soggetto dovrebbe rispondere “entrambi sono egualmente importanti”, ma pochissimi a cui è posta la domanda rispondono così perché “sentono” che la risposta è discutibile. Il soggetto cerca di svicolare alla precisa domanda (si chiede chi è più importante) e la aggira lasciando nel vago (come tale, la seconda risposta è sempre sbagliata!). Di fatto non ha il coraggio di prendere atto che una persona equilibrata stabilisce una priorità.

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